Quello che è stato seminato ha portato frutti

Quello che è stato seminato ha portato frutti

La mia esperienza in Antoniano si può definire totalitaria. Lì ci ho trovato una seconda famiglia, una seconda scuola. Con il coro ho fatto la Comunione e pure il Matrimonio. E’ stata l’esperienza più lunga ed importante che abbia avuto, soprattutto in termini educativi: impegno, coerenza e risultati (che arrivano solo se ti fai bene i primi due), tutto condito con un mare di allegria e giochi. Sì perché nonostante il quantitativo di ore incredibile passato tra prove, registrazioni e concerti, cantare, per me, è sempre rimasto un gioco.
Io sono entrata in contatto con l’Antoniano nel 1984, quando venne Mariele a scuola a presentarsi e, siccome mi piacque molto a prima vista, diedi subito la mia adesione per far la selezione, così a casa lo impararono quando venimmo chiamati per il provino. Passarlo mi costò il lasciare il pattinaggio artistico, ma considerate le mie doti sportive, direi che feci la scelta giusta.
Iniziai a cantare nel Piccolo Coro, ma venni indirizzata subito verso le registrazioni, come solista, di alcune canzoni per una trasmissione della Rai, in cui cantavo con un gruppo di ragazze che facevano i cori. Erano il Gruppo Tau che qualche anno dopo diventarono Le Verdi Note (cara Francesca, ci siamo conosciute così). Negli anni ho avuto il piacere di fare mille esperienze diverse, concerti in ogni luogo e in situazioni sempre diverse (uno in particolare in Polonia con più di 200.000 spettatori che rimane sempre nel cuore),

trasmissioni televisive e opere liriche (che meraviglia che sono!!!). Ho soprattutto conosciuto un sacco di bambini, di amici, che oggi sono sparsi per il mondo e con i quali ancora sono in contatto (anche grazie ai social).

 

la nonna

Tutte queste esperienze però le ho potute fare solo perché avevo la fortuna di avere l’appoggio della famiglia e prima la mamma, poi la nonna che mi accompagnavano dovunque. Senza la nonna non avrei potuto farlo, quindi pensare all’Antoniano è anche pensare a lei (che non c’è più) e ai viaggi insieme, alla sua infinita pazienza, alle divise da tenere in ordine e al suo prendersi cura di me, fatto di tanti piccoli gesti, ma continui e amorevoli. Mariele è sempre stata la mia guida, lei era una certezza, qualunque cosa stessi cantando, potevi trovare un supporto nei suoi occhi, nelle sue labbra, che cantavano con noi ogni singola parola. Anche altri Maestri sono stati molto importanti per la mia formazione vocale, a partire da Paolo Zavallone, poi Siro Merlo e concludendo con Sabrina Simoni. Ognuno di loro con uno stile diverso. Dopo l’esperienza nel Piccolo Coro e una brevissima pausa, venni richiamata per registrare dei brani per una trasmissione e iniziai così a cantare nelle Verdi Note. Con loro sono ulteriormente cresciuta. Una maggiore autonomia e un livello di divertimento ancora più alto, d’altronde era impossibile non divertirsi, con molti di loro eravamo cresciuti insieme e il feeling era incredibile. I ricordi più belli sono certamente legati ai nostri viaggi insieme, ma un’attività che mi è rimasta nel cuore era quella legata ai malati. Per qualche tempo abbiamo animato con regolarità le messe del martedì sera in una delle cappelle dell’Ospedale Sant’Orsola. Perché cantare, era sì un divertimento, ma era anche la possibilità di far sorridere chi stava male, portare un po’ di sollievo a chi aveva le spalle schiacciate dal dolore.

Quante occasioni abbiamo avuto per aiutare attraverso il canto, chi aveva più bisogno! Diversi Direttori di sono avvicendati alle Verdi Note, dandogli la loro impronta. L’ultimo è stato Stefano Nanni che ha concluso da poco la sua esperienza e con il quale ho avuto il piacere di cantare per tanti anni. Io ho lasciato il coro nel 2014, d’altronde tutto ha una fine e credo che sia giusto ed educativo trovare altri progetti e nuove strade (senza contare che insomma, avevo poi già 35 anni, di “verde” c’era poco). Così insieme ad altri amici ex coristi abbiamo dato il via ad una compagnia teatrale musicale, la compagnia “Sopra le Righe”, capitanata dal regista Gabriele De Pasquale e abbiamo già all’attivo diversi spettacoli e concerti.

Il canto è diventato anche parte integrante del mio lavoro di Psicoterapeuta: diverse volte l’ho utilizzato nei gruppi di terapia, riscontrando, come sempre, importanti risultati. Quindi l’Antoniano e Mariele continuano comunque a fare parte della mia vita, quello che è stato seminato ha portato frutti e fortunatamente posso raccoglierli quotidianamente.

Ma la vita procede anche per sorprese, così quest’anno, quando ho saputo che l’Associazione Forme Sonore cercava bambini piccoli per una canzone che stava preparando per l’Antoniano, ho portato mia figlia a fare un provino. Beh, l’hanno presa.
Quello che mi ha reso più felice è stato vederla uscire correndo, dopo aver conosciuto Sabrina e Siro, piena di entusiasmo, desiderosa di tornare lì ancora. Le parole precise sono state: “Mamma mi sono divertita tantissimo! Facciamo così: a scuola non ci vado più, vengo qui tutti i giorni, anche domani! Ok?”.
Tale madre…

Mariamanuela Pacelli

 

No comments yet. Be the first one to leave a thought.
Leave a comment

Leave a Comment