La storia di Claudia Querceti

La storia di Claudia Querceti

La mia storia nel Piccolo Coro dell’Antoniano ebbe inizio nel 1971. Mio padre seduto sul divano di casa leggeva sul quotidiano la notizia delle audizioni per entrare nel Piccolo Coro.
Mia mamma che mi sentiva sempre canticchiare le canzoni dello Zecchino d’Oro mi chiese se volevo partecipare alle audizioni. Io non vedevo l’ora e così qualche giorno dopo andammo alla vecchia scuola dell’Antoniano. Per l’occasione mia mamma, sarta provetta, mi confezionò in due e due quattro un vestitino in velluto blu. Mi presentai davanti alla Signorina Mariele, che, seduta al pianoforte, mi chiese quale canzone desiderassi cantare. Io emozionata ma superconvinta le dissi “Ninna nanna del chicco di caffè!” Ma quando Mariele iniziò le prime note al pianoforte io con altrettanta convinzione partii con un’altra canzone “Prendi prendi quell’agnellino prendilo prendilo per il codino!”. Non so se sia merito di questa buffa esibizione che fece ridere Mariele o della mia intonazione fatto sta che qualche giorno dopo arrivò la lettera dal’Antoniano firmata da Padre Berardo che mi comunicò che ero stata presa nel coro. Iniziò così uno splendido percorso che durò fino al 1976, ricco di esperienze, amicizie, gioia, ma anche tanta fatica e che influenzò fortemente il mio carattere.

La scuola

Io e i miei compagni di coro passavamo tante ore della settimana nella vecchia scuola dell’Antoniano con Mariele che suonava e la sua insostituibile e fidata assistente Liliana che manteneva l’ordine e aiutava Mariele con le basi musicali. Ricordo le pareti bucherellate e le foto alle appese. I bimbi più grandi si sedevano a fianco di quelli più piccoli per “ascoltare” se avevano imparato la canzone. Ogni tanto entrava Padre berardo che ci veniva a trovare e ci faceva ridere con le sue battute e i nomiglioli che affibbiava a qualche bambino. E’ in tutte quelle ore trascorse a lezione che mi venne trasmesso l’amore per la musica ma soprattutto la disciplina e l’impegno.

Mi accompagnava spesso mia mamma che aspettava la fine delle lezioni nella stanzetta a fianco dell’aula chiacchierando con gli altri genitori e nonni. A volte mi accompagnava mio fratello Pierluigi. Mio padre ci metteva sull’autobus e si raccomandava di stare attenti alla strada. Come ricompensa per il suo compito di accompagnatore, mio fratello stava tutto il tempo dentro al cinema Antoniano a guardare film e a chiacchierare con la maschera. Un giorno mentre eravamo sull’autobus saltammo la fermata e non orizzontandoci più finimmo al capolinea dall’altra parte della città. Immagino la faccia dell’autista quando sentì due bimbi di sei e undici anni chiedergli di riaccompagnarli all’Antoniano! In qualche modo ce la cavammo ma questa esperienza è rimasta scolpita nelle nostre menti.

I viaggi

Quasi tutti i weekend il Piccolo Coro partiva per fare concerti in giro per l’Italia e all’estero. Ricordo in particolare  i fantastici viaggi a Roma invitati dal Papa Paolo VI e dal presidente della Repubblica Leone, i viaggi in Umbria per visitare i luoghi dove visse San Francesco, il viaggio a Napoli e alla Reggia di Caserta e le altre mete dove venivamo accolti con entusiasmo dalla popolazione.

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Ricordo con affetto le ore trascorse in pullman a giocare con le mie amiche tra cui Simonetta, Barbara, Sandra, Elisabetta e gli scompartimenti del treno che diventavano dei morbidi lettoni dove noi bimbi ci divertivamo a rotolarci e giocare. Ricordo anche purtroppo un brutto imprevisto che capitò in un lungo tratto di strada tutta curve. Ero in braccio a Liliana in uno dei posti davanti del pullman perché avevo nausea. All’improvviso le vomitai addosso e immagino lo scompiglio che creai. Credo se lo ricordi ancora!!

Mio padre mi racconta sempre degli scherzi che si facevano tra papà come quello a Borgo Taro (se ricordo bene) dove eravamo ospiti dei frati in grandi camerate: quella dei papà era a parte e aveva un aspetto piuttosto lugubre con i soffitti alti e i vecchi armadi di legno. Qualcuno ebbe l’idea di nascondersi dentro uno di questi armadi e, mentre qualche altro papà complice parlava di presenze strane e fantasmi alzando il livello di tensione, il genitore nascosto saltò fuori con il lenzuolo in testa e le braccia tese correndo come un matto. Mio papà mi racconta ancora che ci fu chi non volle tornare a dormire tanto era spaventato!

Una persona che ricordo con affetto è Mario Cobellini il presentatore dei tanti concerti del Piccolo Coro. Era simpatico e bravo ma soprattutto era diventato un amico per noi tutti. In un teatro, durante un concerto organizzò come intermezzo una sfida a rubabandiera tra qualche bimbo del coro e qualcuno del pubblico. Mi chiamò a giocare e evidentemente giocai bene rubando un sacco di bandiere e così lui al microfono si rivolse ai miei genitori che erano nella balconata e disse “tutta suo padre”!!!  

Le trasmissioni televisive e lo studio di incisione

Quante ore abbiamo passato nello studio televisivo dell’Antoniano! Provavamo giorni interi e finivamo spesso la sera tardi. Ogni anno in occasione delle riprese dei vari Zecchini d’Oro ritrovavamo Topo Gigio e Mago Zurlì. In quelle occasioni abbiamo conosciuto un sacco di gente dello spettacolo, uno su tutti Renato Rascel che mi aveva colpito particolarmente per la straordinaria bravura e simpatia. Tra i piccoli protagonisti dello Zecchino d’Oro ho legato soprattutto con Milan, un bimbo cecoslovacco che cantava “Libertà è un paio d’ali” anche se non conosceva una parola di italiano. La sera dell’ultima giornata dello Zecchino venne a salutarmi quando ancora ero sul praticabile insieme agli altri bambini del coro. Fu un momento molto triste perché sapevo che non l’avrei più rivisto. Uno dei ricordi più belli è stato quando ci hanno chiesto cantare con il nostro animaletto di compagnia. Chi aveva portato una gabbia con il canarino, chi la vaschetta con il pesciolino rosso. Io portai il mio amato gatto Silvestro che stette tutto il tempo della canzone in braccio sopportando in silenzio le mie note urlate nelle orecchie. Non ci sono stati solo momenti positivi però. Ricordo che durante una trasmissione mentre cantavo come solista “Il sottomarino raffreddato” insieme ad Andrea Giacometti dimenticai le parole.

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Essendo una trasmissione registrata fermarono la musica e fecero ripartire la canzone. Ricominciai a cantare e di nuovo nello stesso punto sbagliai le parole. Mariele si stava arrabbiando sempre di più (ricordo ancora il suo sguardo che mi fulminava). Al terzo tentativo ormai ero talmente impaurita ed agitata che sbagliai ancora. Mariele continuò la canzone  e alla fine mi sgridò a gran voce  mandandomi in lacrime da mio padre che assisteva seduto tra il pubblico.

La mia esperienza all’Antoniano è terminata nel 1976 per poi ricominciare in seguito ad una telefonata di una ex corista Antonella Boriani che mi proponeva di tornare a cantare nel gruppo insieme a lei e ad altri ex bambini del Piccolo Coro. Ho cantato per qualche anno nelle Verdi Note poi per problemi di salute ho dovuto a malincuore smettere. Ora faccio parte con orgoglio del coro dei “Vecchioni” dell’Antoniano, un coro formatosi quasi per caso in occasione di un evento in memoria di Mariele Ventre e composto da tanti amici di vecchia data che hanno condiviso con me l’esperienza meravigliosa dell’aver cantato nel “Piccolo Coro dell’Antoniano”!

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