La storia di Giuliano Paco Ciabatta

La storia di Giuliano Paco Ciabatta

 

Ognuno di noi ha tante storie da raccontare riguardo alla sua vita e questa è una piccola parte della mia storia musicale.
Sono stato sempre un bimbo canterino e un giorno direttamente dall’edicola di Piazzale Europa a Perugia arrivò un annuncio,
forse letto nel “Corriere dei piccoli” o in “Topolino”: l’Antoniano annunciava la possibilità di inviare una registrazione spontanea di una canzone
per partecipare allo Zecchino d’Oro e così con l’aiuto di mia sorella Lucia io cantai nel nostro registratore “il caffè della Peppina”.
La risposta arrivo dopo pochi giorni; il bimbo è idoneo, si trattava di andare a Bologna, ma io spaventatissimo e timido dissi “no mamma, non voglio andare”.

La mia avventura musicale prosegui con una tastiera giocattolo Giaccaglia e con una chitarra in plastica misteriosa che non produceva alcun suono interessante alle mie orecchie.
Qualche anno dopo ascoltando un brano di Edoardo Vianello chiamato “Il peperone”,
ebbi una folgorazione: “devo assolutamente riprodurre questo suono iniziale, ma che suono è?
Boh, mi serve una chitarra, voglio una chitarra, devo capire, devo sperimentare”.
Un considerazione ingenua e del tutto infantile, sopratutto per un ragazzino gia di 14 anni.
La nonna prontamente, decise di farmi questo regalo e così arrivo la mia prima chitarra, una chitarra classica Clarissa e le prime lezioni di musica con un insegnante privato.

Anni prima però c’era stata una canzone che mi aveva appassionato: “it’s been an hardest night” cantavano i Beatles grazie al nastrino che suonava tutti i giorni nel bus che mi conduceva al Campus estivo.
Una canzone in 4/4 con uno special in 3/4, un ritmo strano e affascinante quanto la melodia che tutt’ora mi fa venire i brividi.
Musica nuova alle mie orecchie abituato ai gusti popolari di mio padre con Casadei e il liscio Romagnolo, o gli anni ’60 eterni di mia sorella con Morandi, Celentano e Ranieri.

Dopo poco tempo grazie ai miei cugini arriva l’ascolto dei cantautori, Bennato uno tra tutti (il mio idolo dell’epoca) e poi con il mio insegnante lo studio di Pino Daniele, con mille accordi e armonie da scoprire.
Contemporaneamente ascoltavo di tutto, classica, bossa nova, jazz… ma la sera andavo a suonare il liscio con Marcello e gli anni 60, la mia prima orchestrina.
Avevo 17 anni e tutto è iniziato li.
Oggi se guardo indietro vedo tanti incontri e tanti viaggi; viaggi musicali, viaggi nel mondo, viaggi nei sogni di chi si è sempre sentito artista e creativo.
Un altro percorso è stato quello della tecnologia, dal 4 piste al computer, e poi il lavoro di tecnico del suono, di produttore, giocare con i suoni e con le frequenze.
In realtà non ho mai fatto il conservatorio ma sono un maestro, un maestro d’arte diplomato in decorazione pittorica e specializzato in computer grafica. Ma questa è un’altra storia.
W la musica e W lo Zecchino d’oro. Un traguardo importante per chi si sente ancora bambino.
Chi vuole sapere come è andata a finire può visitare il mio sito: www.audioenjoy.com
Oggi al 60° Zecchino d’Oro presento la canzone Mediterraneamente che dedico a tutti i bambini del mediterraneo che sognano e meritano un futuro migliore.

Giuliano Paco ciabatta
Ps. Nella foto Io con me stesso, dall’ album “Sogni Naif” prodotto con la collaborazione di Lucio Dalla nel 2007.

 

 

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