La storia di Stefano Colli

La storia di Stefano Colli

Le canzoni dello Zecchino d’Oro hanno, senza alcun dubbio, accompagnato l’infanzia di tantissime generazioni di italiani e io sono assolutamente tra questi! Sono nato e cresciuto a Bologna e, per la mia città (ma non solo!), l’Antoniano rappresenta ormai un simbolo e una vera e propria istituzione. Così, appena ho letto che stavano cercando performers per un musical che celebrasse i 60 anni di storia dello Zecchino, mi sono precipitato alle audizioni e per fortuna (o per destino) è andata bene! Appena ho letto la sceneggiatura scritta da Raffaele Latagliata (che è anche regista dello spettacolo) e Pino Costalunga e ho ascoltato i nuovi arrangiamenti di Patrizio Maria D’Artista, ho avuto la conferma di aver fatto la scelta giusta! Nello spettacolo “Il Magico Zecchino d’Oro” interpreto tre personaggi diversi che sono legati a tre canzoni famosissime e molto amate del repertorio dello Zecchino: nei panni di Abdullah cerco di vendere alla “terribile” strega Obscura un esemplare del famoso “Katalicammello”; in quelli dello spagnoleggiante organizzatore di corride Ignazio mi dispero per il ritardo di quel dormiglione del “Torero Camomillo” e infine nelle vesti di un Carciofo mi diverto a bullizzare una carota e una cipolla nell’orto di nonno Piero, sulle note di “Quel bulletto del Carciofo”.

 

Uno dei miei primi ricordi d’infanzia è però legato ad un altro brano, che nello spettacolo è interpretato (in una versione assolutamente inedita) dalla strega Obscura e che tutti voi ricorderete: “Volevo un gatto nero”. Ero alle scuole elementari e mio padre stava finalmente per realizzare il suo grande sogno: prendere un cane, un Terranova per essere precisi. I Terranova solitamente sono neri e infatti mia madre si aspettava che lui tornasse a casa con un cane tutto nero, invece no! Lui lo scelse bianco e nero. Quindi ricordo che in un primo periodo mia madre si divertita a cambiare le parole della canzone sostituendo il cane al gatto: “Volevo un cane nero, nero, nero, mi hai dato un cane bianco e nero e io non ci sto più…”.
Oppure mia zia, la tipica cuoca bolognese, in cucina canticchiava sempre “Il caffè della Peppina” e per me lei era diventata l’impersonificazione della Peppina! Insomma i piccoli aneddoti legati allo Zecchino sarebbero davvero tanti e grazie a questo spettacolo sto conoscendo sempre di più quella che non è solo una bellissima kermesse televisiva, ma anche una parte di storia del nostro paese che va difesa e preservata.

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