La storia di Valerio Sansone

La storia di Valerio Sansone

Ognuno ha le sue date, momenti importanti che prendono la tua vita e la veicolano su nuovi binari.
Una delle mie date è il 26 Novembre 2008, giorno in cui, timido diciassettenne, entrai in un bar per comprare il latte che a casa era finito.

Quel giorno la televisione del bar, normalmente sempre sintonizzata su canali musicali, era fissa su Rai 1. C’era un aquilone sullo sfondo, e in primo piano una bambina che non sembrava italiana, che muoveva le labbra e cantava qualcosa; l’audio del televisore era muto ma nel mio cervello iniziò a suonare un campanello… Mi bloccai all’istante: Lo Zecchino d’Oro. Non lo seguivo da anni, da bimbo non ne perdevo una puntata, poi col tempo crescendo lo avevo messo lì, sullo sfondo, ignorandolo completamente.
Fino a quell’aquilone. 
Tornai trafelato a casa e accesi il televisore. C’erano i titoli di coda che scorrevano e una bambina che cantava una canzone meravigliosa sopra un tappeto di petali rossi luccicanti. Non capivo cosa fossero, ma quando la conduttrice (che non sapevo proprio chi fosse) disse “ci vediamo domani”, la mia mente formulò un’unica frase: il giorno dopo dovevo guardare lo Zecchino. Dopo una mattinata distratta e un primo pomeriggio in cui avrei dovuto studiare filosofia, eccola, la sigla dell’Eurovisione. E l’inizio di tutto.
Mi innamorai immediatamente della canzone che avevo sentito, Le Piccole Cose Belle, scaricai subito il cd e iniziai ad ascoltarlo a ripetizione, coinvolgendo tutta la famiglia, da Skamaleonte a Filastrocche e Tiritere (La bonus Track), non ascoltavo che quello.
Era il 2008. Facebook era solo un coso blu che se lo avevi eri decisamente tecnologico, non parliamo ancora di Smartphone o RaiReplay. E in realtà anche Youtube non è che fosse chissà quanto sviluppato. Non avevo alcun rapporto con l’Antoniano, se non una timida mail che avevo mandato chiedendo come poter fare, l’anno dopo, ad assistere ad una puntata dal vivo.
L’Antoniano mi rispose, mi disse di ricontattarli a Settembre, che forse ci sarebbe stata la possibilità di essere presente allo Zecchino come Animatore.
Decisi quindi che quello sarebbe stato il mio obiettivo di lì all’anno prossimo. Iniziai anche a raccogliere e conservare un euro al giorno per il viaggio, gustandomi l’arrivo di Settembre, quando finalmente avrei saputo qualcosa di più…
Non mi limitai ad aspettare, però: scoprii il nome dell’autore de Le Piccole Cose Belle, Lodovico, ed iniziai a cercare un modo per contattarlo.
Mi viene da ridere pensando a quanto sia facile, oggi, trovare una persona ed entrare immediatamente nel suo mondo. Nel 2008 (e occhio che sono passati poco meno di 10 anni) ci misi un paio di giorni a scoprire chi ci fosse dietro la scritta “Testo e musica: L.Saccol”.
Lo trovai su MySpace, un portale inutile che ancora adesso mi chiedo a cosa serva, e gli scrissi un messaggio. Mi rispose qualche giorno dopo, iniziando la prima, ed una delle amicizie più belle che lo Zecchino mi abbia dato.
Da qui, di prepotenza, l’Antoniano è diventato parte della mia vita. L’anno successivo infatti, dopo 360 giorni di attesa e di speranza, sono riuscito a partecipare (come mi ero prefissato l’anno prima) ad una giornata di diretta come Animatore… Ricordo ancora con gioia la sensazione che provai entrando in quello studio, caldo e così piccolo rispetto a come lo immaginavo… E ricordo con divertimento lo stupore nello scoprire che fra le persone che ho conosciuto quel giorno c’erano vecchi elementi del piccolo coro ormai della mia età e altri ragazzi, anche più grandi di me, che condividevano quella che credevo essere una passione solo mia.
Di quella giornata magica ho una sola foto ricordo, che mi vede nel bancone della giuria, visibilmente emozionato. E da quella giornata ho portato a casa un semplice contatto, quello di Emanuele, uno degli animatori, più grande di me di un paio d’anni.
Dal 2010, con mia grandissima gioia, divento Animatore stabile e inizio a conoscere piano piano un grande numero di persone dell’Antoniano e che ruotano intorno all’Antoniano. Oggi su Facebook gli amici che ho relativi allo Zecchino d’Oro sono 356, e abbracciano tutti i continenti, sì, anche l’Australia.
Sono animatori come me, semplici appassionati, genitori di bambini che hanno cantato allo Zecchino o che sognano di farlo, ex bambini che ormai sono più che maggiorenni, autori con alcuni dei quali ho anche provato a collaborare e direttori di cori di moltissimi paesi d’Italia di cui conosco a stento la regione di provenienza.
Tra questi amici ci sono persone che mi hanno ospitato nella loro casa, persone che io ho ospitato, persone che si sono confidate con me e con le quali io mi sono confidato, persone che non ho più visto dopo l’unica volta in cui le ho incontrate (e non tutte le ho incontrate), persone che mi scrivono sempre che mi aspettano nel loro paesello sperduto per farmi vedere quanto è bello il mare.
Tra questi 356 amici c’è Sara, c’è Samantha e c’è Marta, amiche con le ormai quali ho condiviso un bel pezzo di vita, “Insieme scambiandoci i sogni che ci aiutano a sorridere, senza i quali non puoi sopravvivere”. 
Sono passati 9 Zecchini da quel 2008… Tutti vissuti cercando di godere al meglio ogni minuto passato all’Antoniano. Da sconosciuto, timido Valerio che manda una mail convinto che nessuno mi risponda sono diventato Mister Panino, una figura nata per sbaglio “per colpa” di un paio di soliste del 57° Zecchino e ormai parte integrante del Backstage dello Zecchino…
Il tempo che ho donato all’Antoniano, allo Zecchino e al Piccolo Coro è stato davvero tantissimo durante questi anni, ma no: non ne butterei neanche un secondo.
“Tu lo sai, dovunque andrai, che la tua casa è sempre là”.

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