Dar forma a ciò che da tempo custodivo dentro di me

Dar forma a ciò che da tempo custodivo dentro di me

“Ogni storia è importante, anche la tua!”

Beh, che la mia lo sia, davvero non lo credo fino in fondo; quel che però è certo è che questa frase mi ha dato il coraggio e la spinta per scrivere.

Sono Anna, da sempre super appassionata dello zecchino d’oro e del piccolo coro. Anzi, mi arrabbiavo quando qualcuno li confondeva  indicandoli in modo non appropriato.  Non ero ancora in grado di parlare correttamente che già cantavo  “Il calendario di un bambino”.

Sì, mi è sempre piaciuto tanto cantare, ma, fin da piccola, ho intuito che per me ci sarebbe stato un grosso problema: come fare ad andare a tempo con gli altri? A  seguire le indicazioni di chi dirige?  Sono non vedente. “Ma ci saranno pure altri come me che cantano in coro!” Pensavo. “Forse una soluzione c’è…” Così, incoraggiata dai miei genitori, all’età di sette anni,  ho scritto una letterina a Mariele, presso l’Antoniano, confidandole le mie difficoltà e i miei dubbi. Seguendo lo zecchino d’oro e tutti i programmi del piccolo coro, mi ero accorta della sua dolcezza e della sua affabilità.  Attendevo con ansia una risposta: “forse, nonostante tutto, Mariele mi accetterà nel piccolo coro, forse anch’io potrò  cantare. Sono già pronta per l’audizione: la ninna nanna del chicco di caffè la so benissimo!” Ho aspettato a lungo. Ogni giorno, tornando da scuola, immaginavo come sarebbe stato trovare posta per me, ma ogni giorno  niente di nuovo, niente da fare.  Temo purtroppo che quella letterina non sia mai arrivata tra le mani della destinataria e la mia delusione di bimba è stata davvero grande, la prima grande delusione della mia vita.

Tuttavia, anche crescendo, le canzoni dello zecchino e del piccolo coro sono state per me una compagnia fedele e costante, vorrei dire la più importante. Conservo ancora  tutte le registrazioni dagli anni sessanta: le prime addirittura su bobina, poi tante, tantissime cassette e, da ultimo, i cd. Negli immancabili momenti tristi e difficili, queste incisioni hanno riempito e riempiono  la mia solitudine, mi hanno dato e mi danno conforto, e ancora mi accompagnano la sera prima di addormentarmi. A furia di scorrere avanti e indietro, i nastri registrati sono difettosi, ormai logori. Alcuni sono riuscita a riversarli sul pc: non posso proprio perdere i miei  vecchi zecchini! Sono diventati quasi una parte di me.

Fin da piccola, aspettavo impazientemente prima marzo e, in seguito, novembre. I compiti di scuola dovevano essere conclusi in tempo per poter ascoltare serenamente le canzoni. Poi, da adulta, compatibilmente con le esigenze di lavoro, mi sono sempre riservata qualche ora di permesso in modo da poter essere a casa durante lo Zecchino. Dovevo e devo essere lì, pronta a registrare.

Ora, nelle mie scorribande in internet, alla ricerca di vecchie e nuove canzoni del piccolo coro, mi sono casualmente imbattuta nel coro dei vecchioni che mi affascina: mi immedesimo in chi, da bambino, ha avuto la fortuna di far parte del piccolo coro e, da adulto, non ha perso il gusto di eseguire ciò che ha accompagnato la sua infanzia. Ho ritrovato nomi di ex bambini che, pur non avendo mai conosciuto personalmente, sono comunque a me molto familiari, alcuni miei coetanei, altri più anziani e altri più giovani. Tante emozioni e tanti ricordi sono riaffiorati e si sono ravvivati.

Leggo le belle testimonianze del sito, il blog di Francesca per continuare ad aver notizie di quel mondo delle canzoni per bambini che ancora mi appassiona.

È vero, la mia non è la storia di chi ha vissuto direttamente le esperienze del piccolo coro, ma ha costituito l’opportunità di dar forma a ciò che, da tempo, custodivo dentro di me.

Grazie.

Anna Giacometti

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