Il 1976 fu un anno importante e ricco di novità, infatti, grazie alla collaborazione con l’Unicef, il 18° Zecchino d’Oro inaugurò la prima edizione internazionale.
La manifestazione dello Zecchino d’Oro era, per noi coristi del Piccolo Coro, un’occasione per conoscere bambini di ogni nazionalità con una curiosità sempre rinnovata, infatti, sette delle canzoni partecipanti, erano straniere come i loro interpreti. Ricordo che l’attesa dei bambini stranieri superava di gran lunga la curiosità delle canzoni ed era divertente cercare di fare amicizia, anche se per pochi giorni, pur non conoscendo la lingua, grazie al linguaggio universale fatto di gesti, sorrisi, smorfie e strafalcioni.
Capitava poi che s’intrecciassero degli scambi di corrispondenza e qualche volta delle cottarelle (quanto mi piaceva lo spagnolo di “Una mela a metà…!) Le mie canzoni preferite erano sempre straniere, la prima in assoluto “Teru terubozu” del Giappone che vinse il primo Zecchino d’Argento. Racconta di un pupazzetto che quando strizza l’occhio all’improvviso non piove più, accompagnato dal suono della chitarrina e dei flauti. Io me lo immaginavo come un funghetto colorato con la testa a forma di ombrello, invece ho scoperto che è una bambola di carta o di stoffa del folklore giapponese. Ed erano tante le canzoni da cui imparavo qualcosa dal sapore lontano…
Era una grande apertura mentale, ascoltare musiche nuove con suoni mai sentiti, imparare le parti in lingua straniera (che rigorosamente dovevamo sapere tutti, a fronte dell’incisione del secondo disco dello Zecchino d’Oro, in versione economica, interpretato interamente dal coro) conoscere alcune storie degli interpreti che Mariele ci raccontava, appassionandoci alle varie vicende. Inoltre i paesi che partecipavano con le canzoni allo Zecchino d’Oro, trasmettevano il programma nelle loro emittenti radiofoniche e televisive, ampliandone la conoscenza e la passione alla lingua italiana e alla coralità di molti bambini stranieri, un valore aggiunto che arricchiva entrambe le parti.
Oggi gli stranieri insieme agli italiani continuano ad arrivare all’Antoniano ma solo attraverso la mensa, visto che le canzoni straniere sono ormai inesistenti.
La multietnicità dello Zecchino d’Oro, era il suo fiore all’occhiello, uno strumento di scambio e confronto nella produzione mondiale musicale infantile.
La musica è un ponte culturale e lo Zecchino d’Oro deve rimanere la piccola ONU di un tempo.
Francesca Bernardi
alias Zucca Zoe
Curatrice Sito Testimonianze Musicali
Coordinatrice Coro “Vecchioni di Mariele”
Blogger Zucca Zoe
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