La storia di Stelio Lacchini

La storia di Stelio Lacchini

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Eccomi qua.

Sono nato nel 1965;
lo Zecchino d’Oro fa parte integrante del mio vissuto di bambino.
Non avrei rinunciato a vederlo per nulla al Mondo, e come me, tantissimi bambini dell’epoca aspettavano con ansia quello spettacolo che ci pareva magico. Cantavamo le canzoni assieme agli esecutori, davanti a quei televisori da quindici pollici, incastonati in mobili di legno scuro, con i quattro piedini sotto, per poterci pulire la polvere accumulata. Con quell’odore di componenti elettrici, che oggi purtroppo è sparito dalle nostre case, a favore di schermi piatti ed estremamente silenziosi.
Ricordo i gesti sicuri ed imperativi di Mariele Ventre, un nome che incuriosiva, così lontano dalle Marie e dalle Giovanne di romagnola memoria.
Ricordo anni fa, in casa di un’amica di Bologna, la foto della sorella, classe 1956, ritratta sul palco dell’Antoniano. MI stupì, non sapevo del suo background canoro, avendola conosciuta adulta, in veste di serio consulente bancario.
Arrivando ad una mia esperienza diretta, qualche anno fa, direi sei o sette, ricevo una telefonata dal caro amico e Maestro, Jimmy Villotti.
Jimmy mi propone un incontro con i giovani, presso l’Antoniano. Mi invita, con una delle mie side band, King lion and the Braves, ad una rassegna nella quale gli artisti incontrano giovani musicisti e non, suonando e parlando della propria musica, della carriera, del mondo dell’arte in generale.
Di uno “show” si ricordano tanti dettagli.
Primo, una volta messo in calendario e deciso il contesto artistico, e relativo compenso, si stabilisce la logistica.
E’ sempre bello arrivare nei posti, scoprire cancelli ed entrate “segrete”, che conducono a luoghi che non hai mai visto prima. Entrare all’Antoniano è facile, anche per un pulmino come il nostro.
Resta sempre il fattore “attenzione alle parolacce”. L’Antoniano è gestito dai frati, e per un romagnolo come me, che usa un linguaggio colorito, come da tradizione, la soglia di attenzione va alzata al livello massimo.
Ricordo una bella sala, ma non credo fosse quella “grande”. Oppure ho ricordi indistinti. Ricordo giovani curiosi ed appassionati, e Jimmy, padrone di casa, che suggeriva argomenti.
Suonammo del buon rock and roll, blues, country. Eravamo io, Fabrais alla batteria, Stevie alla chitarra country rockabilly, e Kid alla chitarra blues. ognuno con buone idee, per quei ragazzi curiosi ed appassionati.
Ho avuto pochissime esperienze, di questo genere, e credo che siano sempre interessanti.
E successe all’Antoniano.
Ah, certo. Sono sicuro, sicurissimo, di essere entrato nell’Auditorium ed avere intonato quarantaquattro gatti ed il torero camomillo. Proprio sicuro.
E ricordo bene la faccia soddisfatta che avevo. Bambino di quasi cinquant’anni uno – Antoniano zero. Avevo cantato anch’io allo Zecchino d’Oro, finalmente. Anche se a luci spente.

Stelio Lucky Lacchini
aka Mr.Lucky Luciano
GOOD FELLAS

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