La storia di Lorenzo Fongaro

La storia di Lorenzo Fongaro

 

Mi chiamo Lorenzo Fongaro, Vicentino DOC fino dalla nascita e probabilmente fino alla morte. Scrivo in questa pagina in testimonianza del punto di vista di un telespettatore qualsiasi.

Del resto, si sa e mi consola il fatto che una trasmissione vive ed esiste per questo genere di pubblico. Ciò non toglie che mi senta leggermente un pesce fuor d’acqua nel leggere tutte le testimonianze di tante persone che hanno partecipato attivamente a quella meravigliosa trasmissione che è stata ed è tutt’ora lo Zecchino d’Oro.
Metto in chiaro subito una cosa
“Signori: non son degno di partecipare alla vostra mensa, ma dite soltanto una parola ed io sarò salvato”.
La parola è arrivata … sotto il segno di un invito a scrivere, ad esprimermi.
Grazie, Francesca Bernardi.
Sono nato nel 1974, diciannove giorni prima della messa in onda del 16° Zecchino d’Oro. Sono sicuro che quell’edizione sia stata la prima che in qualche modo ho “percepito”. Mio fratello, di quattro anni più vecchio di me (e per essere pignolo aggiungo la precisazione di un mese, otto giorni e 14 ore… 🙂 ) guardava le vecchie edizioni dello Zecchino attraverso un vecchio televisore a tubo catodico in bianco e nero installato nello studio di mia madre. Sicuramente l’audio sarà arrivato alle mie orecchie e il mio primo contatto zecchiniano, in termini di futura amicizia, inconsciamente si presentava di già a me. Infatti, sebbene per ovvi motivi non posso avere ricordi di qualsiasi tipo comunque il sedicesimo Zecchino è diventato per me una delle edizioni alle quali mi sento maggiormente legato.

Per parecchi anni sono invecchiato pari pari con lo Zecchino: allo stesso modo in cui era un giorno di festa il mio compleanno lo era pure la messa in onda dello Zecchino. In breve tempo è divenuto una trasmissione che ho profondamente amato e vissuto dal profondo del cuore. Bologna è stata una delle prime città di cui ho imparato il nome e che sognavo ardentemente di visitare per andare all’Antoniano. Purtroppo il mio carattere di allora, un po’ chiuso e timido, ha precluso qualsiasi possibilità di esprimere ai miei genitori il desiderio di parteciparvi. Ciò nonostante, ripeto, l’attesa era molto vissuta e l’acquisto del disco era sempre un impegno inderogabile.
Allora la mia esperienza si limitava ad essere sempre e solo attraverso le casse di uno stereo e di una televisione.
Nel frattempo il corpo, che teneva dentro il bambino che è tutt’ora in me, si evolveva  crescendo e vivendo nuove esperienze. Con gli anni arrivò l’amore per l’orologeria, per l’informatica e per tante altre cose. Ma l’amore per lo Zecchino non è morto mai. Con l’arrivo della prima connessione ad Internet in casa mia è nata quasi subito l’idea di dare inzio ad una piccola rivoluzione “Zecchiniana”.L’impegno era quello di contattare il maggior numero possibile di cantanti solisti delle vecchie edizioni dello Zecchino. E’ stato un piacere immenso, per me, quello di aver permesso ad Andrea Telandro di vedersi per la prima volta su Youtube in un filmato d’epoca in cui cantava la sua canzone “Re trombone” durante l’11° Zecchino d’Oro. Ironia della sorte: pur essendo che Andrea sia il fratello di una collega di lavoro di mia madre e pure un mio compaesano fino ad ora non sono mai riuscito a conoscerlo di persona. Feci comunicare a sua sorella la notizia e i dettagli dell’esistenza del filmato e seppi che la cosa fu da lui molto apprezzata.
Il primo solista che ho contattato per e-mail è stato Gianmarco Gualandi, nome molto conosciuto all’Antoniano. La sua prima esperienza allo Zecchino risale alla  sesta edizione in cui partecipò cantando la canzone Da grande voglio fare. In seguito partecipò come autore di numerose canzoni, come il suo famoso brano Le tagliatelle di nonna Pina. Lo scambio di email fu breve, ma intenso. In seguito ho contattato Vito Simone (Evviva la Domenica!, 26 Zecchino d’Oro), con il quale ho avuto un breve scambio di messaggi interrotto nel giro di poco tempo. Avevo trovato anche una pagina relativa a M.Rose Darmanin (La piuma rossa, 6° Zecchino d’Oro), ma non sono mai riuscito  mettermi in contatto con lei. Avevo pure trovato il contatto di Barbara Bernardi, a cui non ha fatto seguito alcuno scambio di messaggi. Interessante è stato invece lo scambio di opinioni “musicali” che per un breve periodo ho avuto con Giorgio Cacco (25° Zecchino d’Oro con Il pianeta Mallakà) e con Claudio Piselli (stessa edizione con Santa Lu-Lucia). L’ultimo contatto in termini cronologici è stato in assoluto quello più fortunato, in quanto tra di noi è nato un rapporto di stima e di fiducia reciproca. Parlo di Sabrina Mantovani (16° Zecchino d’Oro con la canzone Cocco e Drilli, assieme a Alessandro Strano, Maria Federica Gabucci e Claudia Pignatti, tutti contattati da me). E’ stato molto interessante conoscere il suo punto di vista, la sua storia allo Zecchino e provo pure un po’ di invidia per lei, che ha potuto conoscere una donna che oggi amerei con tutto il cuore, se fosse ancora viva… Mariele… Giusta e severa quando necessario e donna di grande cuore, mamma di tutti e grande lavoratrice per tutto il resto della sua vita.
Altri nomi dei miei contatti: Erica Terragni (L’amico mio fantasma, 48° Zecchino d’Oro), Alice Risolino (Le piccole cose belle, 51° Zecchino d’Oro), Isabella Shiff (Regalerò un sogno, 54° Zecchino d’Oro)
Finita l’era del contatto “digitale” ha avuto inzio quella del contatto “fisico”.
Non avendo mai avuto la possibilità di vivere lo Zecchino dalla fossa dei leoni, all’età di 40 anni ho deciso spontaneamente di inziare a viverlo come spettatore in diretta dall’Antoniano.
Il fatto di essermi mosso da casa mi ha permesso di conoscere di persona molte altre persone “attive” in tutti i sensi. Annovero tra le mie amicizie più sincere gli autori “Super” Mario Gardini, Riccardo Lasero, Giuseppe De Rosa, Carmine Spera. Ho conosciuto Grottoli, Vaschetti, Fasano, Iardella, Saccol, Tozzi,  Serena Riffaldi.
Pure la lista degli interpreti conosciuti personalmente è degna di nota. Non lunghissima annovera i nomi di Enrico Turetta (Un punto di vista strambo), Emanuele Scellato (Skamaleonte), Giuseppe Lo Russo (Mosca,  54° Zecchino d’Oro), Angela Lo Russo (Un giorno a colori, 58° Zecchino d’Oro), Irene Citarrella (Un topolino, un gatto e … un grande papà, 53° Zecchino d’Oro)
Chiedo scusa, nel caso in cui abbia dimenticato qualche nome.
Per finire rintengo giusto sottolineare quali sono le  mie canzoni preferite e quale sia invece l’edizione che più apprezzo in generale.
Ovviamente chi mi conosce già lo immaginerà: sono tutti titoli ormai sconosciuti e brani molto vecchi.
La mia classifica non è stabile, bensì varia molto in base al periodo. Comunque amo Arirang, cantata dalle sorelle Coreane I-Jin Hong e I-Kyung Hong al 26° Zecchino d’Oro e trovo molto suggestiva Teru Teru Bozu, cantata da Jun Aguni al 18° Zecchino d’Oro. Questo per quanto riguarda i brani derivanti da brani popolari nazionali.
Per quanto riguarda, invece, brani scritti di proposito per lo Zecchino, uno di quelli che amo di più è La mia casa, di Saccol e Gardini, 57 Zecchino d’Oro.
L’edizione a cui mi sento maggiormente legato, invece, risale a 53 anni fa: la sesta edizione che inizialmente ho consociuto tramite un disco non ufficiale dell’Antoniano ma arrangiato e realizzato in maniera superba dalla grande compianta Niny Comolli con I canterini della TV.

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