La storia di fratel Paolo Fresa

La storia di fratel Paolo Fresa

 

Mi chiamo fratel Paolo Fresa, sono un religioso appartenente alla congregazione dei padri stimmatini fondati a Verona da san Gaspare Bertoni; ho 46 anni e da cinque anni vivo
a Verona presso un nostro convento santuario dedicato alla madonna di Lourdes.
Anch’io fin da piccolo ho amato e amo tuttora la manifestazione dello zecchino d’oro che ritengo forse l’unica rassegna di canzoni per ragazzi che  ha conservato la sua  originalità di canzoni per bambini dai testi semplici, puliti e, soprattutto che rispecchiano una certa moralità cristiana legati alla crescita dei ragazzi stessi; valori che ritengo molto importanti, senza  naturalmente fare nessun torto ad altre  manifestazioni attuali che anche se rispecchiano la  bravura artistica e  le doti canore dei ragazzi ma quando un bambino si trova ad eseguire una canzone dai contenuti adulti non ha senso per la sua età bruciando la propria tappa di crescita; quello che  invece lo zecchino d’oro ha saputo mantenere fin dall’inizio quando la santa  donna di Mariele Ventre lo impose.
Per quanto riguarda invece la mia esperienza personale con lo zecchino d’oro, essa risale esattamente all’edizione del lontano 22 e 23 del 1979 e 1980.
Nella tv locale della mia città, cioè TELELIBERA BATTIPAGLIA (SA), vi era la tradizione annuale in cui si svolgevano le selezioni locali con una trasmissione propria in diretta, e ricordo che fu proprio la mia mamma l’idea di iscrivermi e farmi partecipare ritenendo che avessi una bella  voce. Confesso che avevo però un po’ di timore ma grazie poi alla equipe della trasmissione riuscì a superare l’imbarazzo iniziale.
Nell’edizione del 1979 partecipai con una canzone intitolata IL MIO PONY mentre nell’edizione del 1980 vi partecipai con una canzone dello zecchino d’oro intitolata CHE PASTICCIO LA GRAMMATICA.
Purtroppo non riuscii a superare le selezioni locali per affrontare poi quelle regionali a Napoli e quelle nazionali a Bologna, ma rimasi lo stesso contento e soddisfatto per il solo fatto di aver partecipato e soprattutto aver respirato un clima di famiglia, lo stesso che Mariele Ventre sapeva creare all’antoniano di Bologna; fu come se fossi andato direttamente a Bologna anch’io.
Devo dire poi che allora noi bambini ci accontentavamo anche di poco a quei tempi e di questo ne devo sempre ringraziare Dio per avermi dato quell’opportunità di crescita e maturità, poi l’età limite mi impose di non poter partecipare più perché superavo i nove anni di età.
Un ultima cosa però sento di aggiungere; lo zecchino d’oro per mi ha dato anche, come religioso, l’occasione di conoscere da vicino la vita straordinaria di Mariele Ventre, soprattutto da un punto di vista cristiano, infatti ho scoperto in lei una donna che, oltre ad avere una grande competenza  in musica e direzione di coro, è stata una  grande testimonianza  di fede cristiana come credente, catechista, fedele assidua, una  donna  di preghiera.
Ho avuto occasione qualche mese fa di andare a Bologna per questioni personali e ho colti finalmente, dopo anni di desiderio, l’occasione di visitare gli studi dell’antoniano e di andare a pregare sulla tomba di Mariele.
Sono sicuro che adesso dall’alto del regno dei cieli dove Dio l’ha chiamata a dirigere il coro degli angeli, lei continua a guidare lo zecchino d’oro col suo dolce sorriso di santità e conservo viva la speranza che  la  chiesa terrena  possa presto riconoscere la sua santità; concludo questa mia modesta testimonianza invocando con tutto il cuore: MARIELE, PREGA PER NOI!
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