“Zecchino d’Oro. Sessant’anni e non sentirli”.

“Zecchino d’Oro. Sessant’anni e non sentirli”.

Articolo di Don Francesco Marruncheddu pubblicato sul “Messaggero di Sant’Antonio” (Padova) del mese di marzo 2018 8 (pp. 76-78 ).

Non solo canzoni per bambini, ma un vero e proprio fenomeno di costume italiano, atteso e desiderato.

Lo Zecchino d’Oro ha tagliato lo scorso dicembre il traguardo delle sessanta edizioni, ed è ormai un simbolo musicale conosciuto e amato in tutto il mondo. Le sue canzoni hanno accompagnato la crescita di generazioni di bambini, e i suoi pezzi più celebri, da “Lettera a Pinocchio” al “Caffè della Peppina”, da “Popoff” al “Valzer del Moscerino” costituiscono la colonna sonora dell’infanzia, e dei sogni, di milioni di bimbi di ieri e di oggi. Canzoni entrate nell’immaginario collettivo come i più bei ricordi di quell’età .

Nato nel 1959, è insieme al Festival di Sanremo (che lo batte di appena otto anni)  la trasmissione più antica e longeva della Rai: una tradizione del nostro Paese al quale ha dato il primato di maggior produttore di canzoni per bambini nel mondo.

Ma lo Zecchino è più di una trasmissione e di un festival. E’ una vera e propria “magia” che, puntuale come un orologio svizzero, si rinnova ogni anno, da sessant’anni. Forse perché ad inventarlo fu proprio un “mago”, l’indimenticabile Cino Tortorella, “Mago Zurlì”, che gli diede vita a Milano, nel  lontano 1959, al Salone del bambino. Solo due anni, e nel 1961 la rassegna si trasferisce a Bologna, all’Antoniano, fondato dai Frati Minori del Convento di Sant’Antonio, appena fuori Porta Santo Stefano, che mettono a disposizione il loro Cinema-Teatro. E’ qua che lo Zecchino troverà la sua casa definitiva e la sua identità più vera, legata alle opere caritative promesse dai frati francescani.

E lo Zecchino fiorisce, grazie all’amore di quei primi quattro frati, che all’inizio erano persino incerti se accettare o meno quella sfida. Uno di loro, Padre Berardo Rossi, individua una giovane maestra iscritta alla gioventù antoniana, Mariele Ventre, fresca di conservatorio, e le propone  di insegnare le canzoni ai bambini. Mariele accetta, e ancora non sa che quella collaborazione diventerà la sua ragione di vita:  sarà infatti l’anima della manifestazione e, nel 1963, fonda quello che diventerà a breve il più celebre complesso canoro di bambini nel mondo, il Piccolo Coro dell’Antoniano.

Trasmesso da Rai Uno, negli anni lo Zecchino cresce e diventa un appuntamento  immancabile per le famiglie, arrivando, grazie alla mondovisione, ben oltre i confini europei. Infatti, nel 1978 diventa internazionale, e alle canzoni italiane si affiancano quelle straniere, in rappresentanza, ogni volta, di sette nazioni di tutto il mondo, che arricchiscono i suoi ritornelli di sonorità lontane e fiabe bellissime e sconosciute.

A tutt’oggi sono 752 le canzoni che fanno parte del repertorio dello Zecchino, e 80 le nazioni che hanno partecipato.

In seguito alla prematura scomparsa della sua fondatrice, dal 1995 il Piccolo Coro “Mariele Ventre“dell’Antoniano  è diretto da Sabrina Simoni, musicista fra i massimi esperti mondiali di musica per l’infanzia. Il Piccolo Coro, composto da 60 i bambini tra i 4 e i 12 anni, è ambasciatore dell’Unicef ed è inserito dall‘Unesco tra i patrimoni dell’umanità per una cultura di pace. Oltre allo Zecchino, durante l’anno, è impegnato in trasmissioni televisive, incisioni di compilation, concerti in tutta Italia e nel mondo: tra le sue tournée all’estero, notevoli quelle in Belgio, Olanda, Svizzera, Polonia, Bulgaria, Francia, Spagna, Canarie, Israele e negli ultimi tre anni, quelle in Cina a Pechino e Shanghai.

Nella sua storia, il Piccolo Coro ha incontrato i più grandi nomi della musica classica e leggera, da Pavarotti a Bocelli, da Vecchioni a Irene Grandi. Indimenticabili, gli incontri con i Papi, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Francesco, animando nel 2015 il Sinodo Straordinario dei Vescovi sulla Famiglia.

E a festeggiare i 60 anni di Zecchino, nello scorso dicembre,si è unito anche Papa Francesco che ha voluto incontrare i bambini del Coro e lo staff dell’Antoniano il 7 dicembre in udienza privata nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico in Vaticano. Francesco ha lodato “le belle esecuzioni musicali” del Piccolo Coro “che hanno trovato gradimento nel mondo dei piccoli e anche in quello degli adulti”sottolineando ai bimbi come “con le vostre canzoni voi, con semplicità e bravura, trasmettete un senso di serenità, tanto necessaria per tutti, specialmente per quelle famiglie provate da difficoltà e da sofferenze”.

“Continuate il vostro cammino,– li ha incoraggiati il Papa – cantate i valori autentici della vita!”.

Il giorno dopo, l’8 dicembre, il Piccolo Coro è stato invece ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al quale i bimbi hanno offerto un concerto nella Sala delle Feste del Palazzo.

“ Queste canzoni – ha detto Mattarella – hanno fatto parte del patrimonio comune del nostro Paese. Lo Zecchino d’Oro è una grande tradizione e l’Antoniano è una risorsa importante”.
Quello che avete cantato oggi contiene messaggi importanti – ha poi aggiunto il Capo dello Stato – le canzoni dello Zecchino d’Oro inducono il nostro Paese al buon umore, ad apprezzare di più le cose che contano e a un po’ di bontà in più”.

A parlare di questi giorni speciali è l’attuale Direttore dell’Antoniano, Padre Giampaolo Cavalli: “Papa Francesco quando ci ha ricevuti in Vaticano ci ha ricordato quanto possa continuare ad essere prezioso per i bambini e per le famiglie la musica che nasce dall’Antoniano. Le sue  parole mi restano nel cuore come l’incoraggiamento più bello a tutto l’Antoniano per continuare ad essere fedele alla sua storia inventando parole e musica per continuare a raccontare di quanto vero e bello c’è nella vita di ognuno.”

Prosegue P. Cavalli: “Sono arrivato da poco più di un anno ho avuto la gioia di vivere con tutto l’Antoniano l’eredità di una storia importante e ancora tanto viva. In questi 60 anni l’Antoniano ha imparato a camminare con i bambini e a prendersi cura di tante persone in difficoltà. I poveri hanno aperto le porte allo Zecchino d’Oro quando è arrivato a Bologna, oggi con lo Zecchino d’Oro l’Antoniano continua a tenere aperte le porte a chi è in necessità”.

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