La storia di Paolo Bernardi

La storia di Paolo Bernardi

 

Sono il padre di Barbara e Francesca. Eravamo, quel pomeriggio, a casa dei miei genitori. Il discorso cadde, forse perché preannunciato nei programmi televisivi, sullo Zecchino d’Oro
il festival canoro per bambini allora già seguitissimo. Mia madre disse: “Barbarina ha una così bella vocina! Perché non la portate alle selezioni dello Zecchino d’Oro?”. L’idea non ci dispiacque; Geny, mia moglie, portò Barbara all’Antoniano di Bologna, dove, dopo alcune audizioni, Barbara fu scelta per interpretare una delle nuove canzoni. Le fu assegnata “La ninna nanna del chicco di caffè” che lei eseguì in modo perfetto smentendo le previsioni di “Mago Zurlì” il quale sosteneva che “questa bimba non canterà come si deve, dal vivo, perché pur essendo brava è capricciosa, quindi inaffidabile”. Fu Mariele Ventre che la volle assolutamente come interprete, dimostrando ancora una volta il suo ineguagliabile intuito sulle potenzialità dei bambini, anche i più piccoli (Barbara aveva tre anni e mezzo). Sapeste quante volte ho sentito Barbara addormentare i sui due bambini cantando la “sua” ninna nanna! Mariele volle Barbara nel Piccolo Coro. Da allora, iniziarono le nostre abituali frequentazioni – in alcuni periodi, quotidiane – all’Antoniano di Bologna. C’erano le registrazioni nella sala d’incisione dei dischi del Piccolo Coro (numerosissimi) poi le trasmissioni televisive con ospiti noti nel mondo dello spettacolo e della canzone, c’erano poi le numerose trasferte in pullman o in treno per concerti qua e là per l’Italia ed anche all’estero (Belgio, Israele, Canarie, Spagna, ecc.) e le visite al Papa a Roma. In questo “tourbillon” d’impegni conoscemmo la maggior parte dei genitori dei bambini con molti dei quali stringemmo legami di grande amicizia e con i quali trascorremmo ore ed ore sia negli spazi dell’Antoniano sia fuori. Dopo qualche anno, mia moglie fu in dolce attesa del secondo figlio e quando, con il suo pancione, era all’Antoniano, Mariele talvolta glielo accarezzava, dichiarandosi “prenotata” ad avere nel Piccolo Coro il nascituro quando, naturalmente, ne fosse stato il momento. E questo è stato il destino della nostra seconda amatissima figlia Francesca che, prima di entrare nel coro, fu interprete con Antonio Marchesini della canzone “La Teresina” che vinse il 18° Zecchino d’Oro. Quando Barbara a tredici anni uscì dal coro, vi rimase Francesca fino al 1984. Il periodo in cui anche noi genitori abbiamo frequentato l’Antoniano di Bologna (che, allora era un ambiente piacevolissimo nel quale ci sentivamo come a casa nostra) rimane per noi denso di piacevoli ricordi. Ricordo l’entusiasmo con cui noi genitori aiutavamo nel trasporto di amplificatori e varie attrezzature dai mezzi di trasporto al palcoscenico (l’avevamo chiamato “facchinaggio artistico”).

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Ricordo ancora le partite di calcio che giocavamo tra noi padri, nel campetto dell’Antoniano. Per non parlare delle feste che tutti insieme organizzavamo in varie occasioni sia festive, sia non. Ricordo anche in particolare il travestimento da Re Magi che facemmo con Angelo, Italo e Amilcare.

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Come dimenticare la dolcezza e quando serviva, il rigore della grande appassionata professionalità di Mariele? Come dimenticare Padre Berardo, con il suo diplomatico e gentile modo di fare, e tutti quei soprannomi affibbiati ai bambini (Barbara per lui era “Birba-Barba-Barnaba” e Francesca era “Francescotta- Francescruda”)? Come dimenticare Liliana Caroli con i suoi “uno-due-tre” che mettevano ordine e calma in ogni situazione? Come dimenticare il Maestro Martelli con la sua pipa eternamente in bocca? Come dimenticare Aldo Salmi, il bravissimo e simpaticissimo fotografo del coro, che ha immortalato con stupende foto mille momenti di registrazioni, concerti, viaggi? E come dimenticare tutti gli amici di tante occasioni, di tanti viaggi e vacanze insieme: Laura e Attilio Rustici, Marisca e Johnny Joannidis, Laura e Angelo Polletti, Roberta e Vanni Guastaroba, Luisa e Italo Petrucciani, Carla e Amilcare Calzolari, Anna e Mauro Nizzi, Rita e Tino Gazzina, i Tosti e tanti altri? E come infine dimenticare l’amico carissimo Mario Cobellini, perfetto presentatore di innumerevoli concerti del Piccolo Coro sia a Bologna, sia fuori?
Caro Antoniano, anche se ora Geny ed io non ti frequentiamo quasi più, resterai, come ti ricordiamo noi, per sempre nel nostro cuore.
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