La storia di Marta Boriani

La storia di Marta Boriani

Ciao a tutti,
Sono Marta Boriani, ho 45 anni e sono la quinta di sei fratelli.
Tre mie sorelle più grandi avevano già cantato nel Piccolo Coro, quindi finire all’Antoniano per me non fu una sorpresa, ma una quasi certezza.

Io non ricordo di avere mai avuto grandi doti canore e, secondo me, Mariele mi ha presa, più per continuare la tradizione di famiglia che perché me lo meritassi davvero.
Delle selezioni non ricordo neanche che canzone ho cantato, ma ho ben impresse nella memoria, invece, le mani di Mariele: una appoggiata sui tasti e l’altra, fredda e ossuta, che teneva la mia. Era un contatto tenero, dolce ed energico nello stesso tempo che sento ancora, proprio adesso, mentre lo descrivo.
Vissi otto anni nel Piccolo Coro ( dai 5 ai 13 anni ), non fui una brava cantante e nemmeno una brava allieva perché all’epoca il mio legame con Maria Rosa ( soprannominata da Padre Berardo ” Barbarosa”) si poteva definire una “associazione a delinquere”.
A lezione ne combinavamo di tutti i colori: dalle gare di chi tirava più su la gonna della signorina Mariele ( volevamo vedere i suoi bei sottabiti di pizzo), a quella di masticare gomme senza che se ne accorgesse; sgranocchiavamo ” brustulli ” e infilavamo le bucce dentro i buchini di insonorizzazione del muro…insomma due pesti…e quando la povera signorina Mariele se ne accorgeva erano guai…sia per le punizioni che ci dava lei, ma più ancora per quello che poi ricevevamo a casa!
Però, nonostante tutto, Mariele mi voleva molto bene e sempre mi faceva sentire importante, anche quando diceva che era molto più difficile cantare in coro che fare la solista, visto che la solista io non l’ho fatta mai!
Quante cose ho imparato dalla signorina Mariele, ma una mi è rimasta più impressa delle altre: il SORRISO, sì più che a cantare ho imparato a sorridere.
Ora sono un’insegnante della Scuola dell’Infanzia e, quando faccio cantare i miei bimbi ( che sono più bravi di me e le note le imparano subito) ci metto sempre un po’ ad insegnar loro a sorridere…ma poi se lo ricordano e anche quando, dopo anni, mi vengono a trovare mi ringraziano per questo insegnamento, che usano nella vita e non solo nel canto.
Io non glielo dico, ma l’unica che dovremmo tutti ringraziare davvero è, e sarà sempre, la signorina Mariele.
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