La storia di Maria Federica Gabucci

La storia di Maria Federica Gabucci

Eccomi qui. Mi chiamo Maria Federica e come promesso a Francesca che mi ha contattata, sono pronta a raccontare la storia della mia storia allo zecchino
Il primo ricordo lucido che ho dello zecchino è del 1973.

Ricordo di avere guardato la trasmissione, in particolare ricordo i 2 bimbi della “filastrocca din din din”…. 😄😄😄 … pochi mesi prima avevo partecipato anche io alle selezioni. Mi ricordo che il maestro mi fece cantare (avevo studiato “i 3 scozzesi”) mentre suonava un pianoforte verticale nero lucidissimo, praticamente era uno specchio, sul quale vedevo riflessa la mia immagine, era divertente e mi faceva sorridere… Il maestro però disse che ero troppo piccola… ma avevo già 4 anni e da 2, per imitare mio fratello, cantavo nel coro di bambini della mia città!

L’anno successivo mamma mi fece ripetere le selezioni, visto che ero un anno più grande 😂

A quel tempo alle selezioni provinciali succedeva che un discreto numero di bambini venisse scelto per partecipare ad uno spettacolo presentato da Cino Tortorella. In questo spettacolo una giuria votava le prestazioni o la simpatia o non so che, dei bimbi solisti così anche io fui scelta per quello spettacolo cittadino. Cantai Issa, gira, butta, tira e la giuria diede a me ed ad altri 3 bambini il biglietto per andare a Bologna alle selezioni nazionali.

In quegli anni lo zecchino si svolgeva in 3 giornate il 17, 18 e 19 marzo. I primi di febbraio per tre giorni consecutivi mamma ed io, prendemmo il treno la mattina presto con destinazione Bologna. Il primo giorno era tutto un brulicare di bambini. Ci facevano entrare uno ad uno (o forse a piccoli gruppi) in una stanza dove, davanti ad una commissione, ciascuno cantava la canzone scelta e, come raccontavo io quando incontravo mamma, “ci facevano il filmino”.

Ogni giorno il numero di bambini diminuiva ma io dovevo sempre tornare il giorno successivo. C’era però una cosa che proprio non riuscivo a capire… alcuni bambini ricevevano un regalo… Il giorno dopo non erano più li con noi… ma perché a me non davano mai il regalo e mi facevano tornare?

Il terzo giorno fu il più stressante di tutti. Mi ricordo che dopo avere di nuovo cantato mi fecero andare ad aspettare in una stanza, ogni tanto arrivava un altro bambino o bambina, ed il numero di noi lì cresceva, ma il tempo passava e iniziava a venirmi una fame blu. Fino a che ad un certo punto si aprì la porta e si affacciò la sorella di una ‘collega’ che le porse un sacchetto di biscotti. UN SACCHETTO DI BISCOTTI IN VISTA! Io, che in genere non mangiavo biscotti, mi avventai, e probabilmente finii, il sacchetto di biscotti di Maria Laura (il buio), povera! Ci ritrovammo in 28 in quella stanza! Saremmo stati i 28 bambini del 16° zecchino d’oro.

Lettera

Ho dei vuoti, ma ricordo chiaramente noi 4 (Sabrina, Claudia, Alessandro ed io) vicino ad un pianoforte e Mariele che diceva “Maria Federica canterà la prima strofa”. Non so perché, ma sapere di dovere cantare la prima strofa mi rallegrò molto. Non ho detto di quale canzone sto parlando…. Ma assolutamente della più bella storia d’amore 💕 che lo zecchino abbia mai raccontato, la storia di 💞Cocco e Drilli 💞.

Nei primi giorni di permanenza a Bologna ci portarono a fare le foto ai giardini Margherita, poi a provare i vestiti, a fare altre foto tutti insieme con i nuovi vestiti, e poi provare provare provare provare le canzoni, non c’era mai un momento libero. Se non provavi tu provavano i tuoi amici e così ad un certo punto mi sono accorta che magicamente conoscevo a memoria tutte le canzoni. Quando non provavamo esploravamo i locali dell’Antoniano. A quel tempo  in fondo alla scala che porta a quello che oggi credo sia il locale della mensa, c’era il plastico di un paesaggio, ma ciò che lo rendeva veramente affascinante era il trenino che lo attraversava. Inserendo una monetina il trenino iniziava a muoversi in quello scenario di favola. Era veramente uno spettacolo da fare rimanere a bocca aperta. Io non avevo visto mai nulla di simile, ma come me anche altri bambini, per cui in ogni momento libero ognuno cercava una monetina per potere vedere quel trenino muoversi tra le colline e le città di quel paesaggio… Era quasi ciò di cui parla la canzone “un gigante” proprio del 16° zecchino, tu ti sentivi grande lì davanti ma contemporaneamente ne facevi veramente parte.

Poi venne il giorno in cui incidemmo il disco, dopo quel giorno ciascuno tornò nella propria città. Nel periodo in cui ritornai a casa una mattina ricevetti un pacco dall’Antoniano all’interno del quale c’era un disco di vinile con incisa la nostra canzone, non interpretata da noi ma da Mariele! Mariele aveva inciso anche un messaggio vocale in cui ci ricordava l’ordine con il quale età stato deciso dovessimo cantare le strofe, in effetti quello è stato il primo messaggio vocale che io abbia ricevuto ed era il mese di febbraio del 1974. Conservo ancora quel disco prezioso con tanta cura.

Ci ritrovammo circa un mese dopo, di nuovo tutti insieme, insieme all’albergo, insieme sull’autobus per andare all’antoniano, sempre insieme e sempre a provare.

Erano giorni di prove continue, io avevo 5 anni ed ero abituata a fare il riposino tutti i pomeriggi, ma in quel contesto non era possibile farlo… Un giorno ero così stanca che mi sono messa a piangere forte forte perché io volevo andare a riposare  e invece dovevo stare lì. Per fortuna è arrivato in mio soccorso Fabrizio della Ciribiricoccola che mi ha calmato con una serie di bacetti sulla guancia 😄.

Arriviamo ai giorni dello spettacolo dei quali mi ricordo veramente poco. Mi ricordo che la scenografia rappresentava un mare con dei pesci. Il pavimento era tutto blu (mi sembra). Il giorno che lo dipinsero di blu, ma io non sapevo che ci fosse vernice fresca, mi affacciai sulla porta dello studio televisivo e fui prontamente raggiunta dalla voce di Liliana 😘 che mi gridava di non entrare assolutamente! Liliana era onnipresente credo che allora avesse il dono della ubiquità 😂 perché la vedevi ovunque andassi. Io non so come riuscisse a tenere sotto controllo 28 bambini scatenati, più tutti quelli del coro, più tutte le mamme… Probabilmente il lavoro più difficile fu quello con i genitori i quali si sa hanno sempre qualcosa da dire e da commentare. Ricordo che sull’autobus che ci portava dall’hotel Elite all’Antoniano le mamme facevano il “Toto Zecchino”: secondo me se la giocano “la ciribiricoccola” e “Cocco e Drilli” ma anche la “Cometa”, “l’orso Giovanni”, “Nonna ni nonnina”, “Tutto questo per un chiodo” (e praticamente le nominavano tutte) hanno buone possibilità di vincere….

16-02

Dei giorni dello spettacolo ricordo poco, ricordo che durante la canzone per essere alla stessa altezza degli altri bambini mi facevano salire su di un cilindro alto una ventina di centimetri o forse più 😂… Mi sembrava che il microfono fosse particolarmente basso, ma riguardando il filmato questa era solo una mia impressione. Percepii poco della trasmissione… Ricordo che ad un certo punto mentre cantavamo la nostra canzone ho pensato di fare qualche smorfia e l’ho fatta, poi ricordo solo che alla fine, c’era una gran festa e tutti chiedevano di noi. Walter Valdi l’autore di Cocco e Drilli fece la foto assieme a Mariele, a noi quattro ed al coro, ma venne anche sull’isola in cui stazionavano i bambini. Ricordo distintamente Mariele pronunciare prima della foto: “Io prendo in braccio la più piccola!”… e la più piccola ero io… Ricordo che fu bellissimo. Ricordo che alla fine ricevetti anche io il regalo che desideravo dai primi di febbraio, ricevetti una scatola gigantesca di colori e una piccola barbie con le gambe che si piegavano. Il regalo più grande però è stato tutto quello che mi rimane di questa esperienza, primo fra tutti il mio modo di essere e di vedere le cose sempre filtrati attraverso quelli che allora erano i miei occhi, mi rimane l’affetto per lo Zecchino, mi rimane il coraggio di affrontare tutte le situazioni, mi rimane la positività, mi rimangono le foto, i biglietti del treno, mi rimane il disco, mi rimane il filmato, mi rimane il messaggio vocale di Mariele, mi rimangono le persone che non dimenticherò mai. …poi rimango io che ogni volta che posso faccio un salto in Antoniano per non dimenticarmi che sono stata la principessa di una favola, la favola di Cocco e Drilli… (19 marzo 2017 – 43 anni dopo)

 

1 comment

Leave a comment

Leave a Comment