La storia di Federica Marsano

La storia di Federica Marsano

 

Sono nata nel 1985 ed il primo zecchino che ricordo è quello con “Corri Topolino” del 1989. Quell’anno, alla tenera età di 4 anni, volevo a tutti i costi la divisa del piccolo coro
gilet nero, gonna vaporosa e camicia bianca, e la mia mamma per provare ad accontentarmi mi fece cucire da una sarta un completino che potesse avvicinare il più possibile a quello del coro. Dal quel 1989, lo zecchino d’oro divenne un rito nella mia famiglia. La nonna ci chiamava per avvisarci che su rai uno c’era Topo Gigio e Mago Zurlì, subito la mamma si sintonizzava e partiva la settimana fantastica dello zecchino. Nel 1991 cominciai la prima elementare e la mia canzone del cuore divenne “sette matitine”. Con l’inizio della scuola, nelle mia famiglia lo zecchino portò in casa un nuovo rito, quello che, una settima dopo la fine della trasmissione, io rientrassi a casa dopo la scuola e papà mi facesse trovare lo stereo accesso con l’audio cassetta delle canzoni. Diventavo così la bambina più felice del mondo, ed i mie si preparavano allo sfinimento che ogni anno si sarebbe poi ripetuto, di sentire le canzoni ogni giorno e a volume alto!
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Quante cose ho imparato dallo zecchino….le monete, i dialetti, l’inglese, il francese, il russo, l’islandese, la geografia, la storia, i colmi, l’amicizia,…la lista è lunga…ma chi ha vissuto lo zecchino e continua a viverlo con passione può capirmi. Il piccolo coro, per me, rappresentava un idolo. Ero affascinata dal loro ordine, dalla loro disciplina, dalla capacità di cantare perfettamente a quattro voci e soprattutto dalle loro magnifiche divise. Il tempo passava, continuavo a crescere, ma la mia passione per lo zecchino non cambiava, anzi maturava insieme a me. Inizia così ad interessarmi all’Antoniano, alle sue attività, ai fiori della solidarietà e al suo mondo. Intrapresi, intorno agli 11 anni, una corrispondenza epistolare con Padre Berardo Rossi; lui mi raccontava cosa accadeva all’Antoniano, le iniziative in programma ed io lo ricambiavo con affetto e stima confidandogli tutta la mia passione per lo zecchino. Ci scambiavamo gli auguri di Natale e Pasqua e mi inviava spesso poster e fotografie ufficiali del Piccolo Coro. Anche con la bellissima Arianna Palaferri, per circa due anni ci siamo scritte lettere con cadenze quasi mensili, non ci conoscevamo, ma lei mi raccontava del coro, io della mia vita, ed ero felice. Nel 2000 iniziai il liceo e le cassette, papà, smise di comprarle, anche perché non le vendevano più, ero io, con le paghette dei nonni a procurarmi i cd dello zecchino. In assoluto, l’anno 1998 è stato quello che più di tutti mi è rimasto nel cuore. “Terra Luna” conquistò la mia anima, e fu proprio da quella canzone che il mio percorso di ragazza e di studentessa prese forma. Mi appassionai alla storia della Siria ed in generale del medio oriente, ascoltavo i loro ritmi e il tutto culminò con la scelta di studiare relazioni internazionali con due tesi sulla questione mediorientale. Oggi ho 31 anni e quella passione di bambina è ancora più che mai viva dentro di me. Quando sono triste, stanca o necessito di relax ascolto le canzoni dello zecchino e come per magia il malumore, l’ansia e lo stress vanno via. Spero presto di diventar mamma, trasmettere ai miei figli la meraviglia di un mondo che ha la maturità dei suoi 58 anni, ma la capacità di innovarsi sempre, promuovendo valori che non passeranno mai di moda, anche se il mondo di oggi arranca a farli propri. Grazie all’Antoniano per tutto l’amore che, indirettamente, è riuscito a trasmettermi, per gli insegnamenti che mi ha infuso, per il tempo che mi ha dedicato. Ho un sogno nel cassetto, venire all’Antoniano e vivere qualche giorno con tutti voi. Chissà se si avvererà! Buona vita a tutti voi!
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