La storia di Enrico Zocca

La storia di Enrico Zocca

Ciao Mariele. E’ cosi che si intitolava la trasmissione che era stata messa in piedi in fretta e furia per ricordare Mariele (che potete vedere su internet tranquillamente) presentata da Cino Tortorella lo stesso giorno in cui Lei mori.
Di quel giorno ho un’immagine molto precisa…io che guardo e accarezzo la bara mentre viene messa dentro il carro funebre e incomincio a piangere…a dirotto e mi vengono incontro l’Antonella Boriani e suo marito Fabrizio e mi abbracciano ( Fabrizio è un OMONE  grande io sono tutt’ora molto mingherlino in confronto). In quell’abbraccio di consolazione c’era tutto….tutto e tutti…Quella sera ero li anch’io….mi chiesero di andare sul palco a ricordare Mariele…ma non lo feci. Mi echeggiava ancora nelle orecchie la voce in una fredda segreteria di Padre Berardo rotta dal dolore che mi diceva. “ Ciao Ala…Mariele non c’è più…ci sentiamo”. Quella sera no..non me la sono proprio sentita…era come se mi volessi tenere tutto dentro…tutta la mia infanzia, i miei ricordi….il mio tempo passato lì all’Antoniano di Bologna. Sono passati 46 anni ed ora è forse giunto il momento di rendere memoria di questo…non per farmi grande o come dite a Bologna fare lo “sborone” ma per lasciare il mio pensiero…a quei bimbi che sono andati in Cina a portare qualcosa del made in Italy che non può essere replicato. O forse, ancora meglio per riparare a quello che non feci quella sera. Ho 49 anni a febbraio ed io entrai nel coro quando ne avevo 3. Subito mi imbattei in un Frate grande e sempre sorridente…che tutte le volte che mi vedeva mi avvolgeva con la sua tunica  mentre io giocavo con il suo cordone mi cambiava nome e io mi arrabbiavo…fino a quando al nome Alarico io non mi arrabbiai più…e Alarico rimase…anzi è rimasto. Il Piccolo Coro non era solo Mariele…c’erano quelli che io chiamavo i 3 moschettieri….
Padre Berardo che quando entrava dalla porta della piccola scuola ( in 90 in uno stanzino piccolissimo) diceva BOLOGNA VERGOGNA e noi maschi rispondevamo Modèna fai pena. Un frate francescano in tutti i sensi….che girava scalzo con i suoi sandali anche quando c’era molto freddoun freddo. Di una umanità e cultura veramente eccelsa.
Liliana, una persona eccezionale…vero braccio destro di Mariele…mi veniva a prendere in Collegio al San Luigi…..faceva la gara con i punteggi (il premio finale era una medaglia ambitissima a quel tempo ) con le presenze…e la crocetta se ti eri comportato bene. Vero perno organizzativo e di allaccio tra Mariele e i genitori…quanta pazienza.
Noi a quei tempi facevamo lezione 2 ore al giorno, le prove generali al Sabato e i concerti tutte le domeniche….e quando si registravano i dischi o le trasmissioni passavi il pomeriggio intero all’Antoniano. L’Antoniano è un’istituzione come lo è il coro, i nostri genitori facevano il pranzo per i poveri cucinando per loro e mentre eravamo a lezione preparavano i doni per le famiglie o le persone meno fortunate…e facevano i vari giri con le varie macchine portando a intere famiglie o a persone anziane il pacco regalo. Quante feste abbiamo fatto all’Antoniano e nel refettorio…..il Coro era ed è penso tutt’ora una famiglia dentro e fuori alle mura dell’Antoniano.
Io nel coro ho imparato a 3 anni a memoria il Cantico delle Creature scritto da San Francesco….in latino però. Ho imparato l’importanza di stare in mezzo agli  altri…e se ti scappava anche solo uno “scemo” mentre litigavi con qualche altro bambino….erano dolori……Ho imparato il significato della Santa Messa a 5 anni con l’aiuto di Mariele che ci insegnava tutto della messa e Padre Berardo che ci spiegava i Gesti che vengono fatti durante la Santa Messa. Ho imparato che noi siamo tutti uguali…l’handicap non esiste..quante persone in carrozzina abbiamo salutato.senza capire il perché…..
Mariele diceva che non esisteva un bambino stonato…ma soltanto una maestra che non aveva la pazienza di insegnare…ore ore e ore piegata sul pianoforte a fare le stesse note…della stessa canzone…per tutti i pomeriggi e per i gruppi altissimi, alti e bassi. La vedevi verso le 14 girare l’angolo della chiesa di San Antonio con la sua borsa mingherlina, gracile…ma pronta ad individuare subito una nota sbagliata in un gruppo di 90 bimbi.  E li lo sguardo era bruciante…ti inchiodava. Dove sapere che finito un concerto Mariele dava un punteggio fatto di crocette da 1 (voto bassissimo)  al 4 sottolineato (= perfezione allo stato puro) . Finito il concerto aspettavamo tutti il responso della Signorina…mi ricordo ancora un saggio in cui prendemmo 2 crocette e il Maestro Martelli (detto anche la pipa vivente) disse a Mariele…”io ne darei 1….ma tu fai come vuoi”…fu una tragedia….per tutta l’estate. Di solito il coro finiva a fine giugno, dopo aver cantato al saggio, alla festa di San Antonio e dopo il concerto con annessa processione al Sant’Orsola.
Poi la tragedia, pianto a dirotto come se mi avessero levato il giocattolo più bello…tutte le volte che c’era la pausa estiva io dovevo piangere. Fino a quando non arrivava la lettera con lo stemma del Coro…scritta a macchina da Mariele…che era indirizzata personalmente a tutti i bimbi..con alla fine la data d’inizio…quasi sempre a settembre…attenzione…durante le vacanze dovevi studiare le canzoni nuove…mi raccomando. Quante ne ho imparate…ma che memoria che avevamo che ci aiutava anche per la scuola. Io ho visto Mariele stracciare letteralmente tutti, genitori compresi con il suo fazzolettone a ping-pong….e Liliana in groppa ad un cammello o giocare a ruba bandiera…..o meglio a darci anche la fatidica merenda (costituita da un bondi motta) o le liquerizie…o il bicchiere di te  o latte caldo sul pianoforte….che Liliana andava a prendere o al bar o si faceva fare dalla sua mamma che abitava al piano di sopra della saletta delle prove. Quando Mariele aveva le coliche renali. Una stanza in cui si sono intrecciate tante storie, ho conosciuto tanti bambini…ma quanta gomma piuma abbiamo tolto da quella parete…ricordate?
Quanti viaggi, quante famiglie cosi socialmente diverse ma cosi unite fraternamente per un unico scopo…portare 2 ore di felicità attraverso un concerto e la musica.
Se io devo spiegare il Coro a qualche persona che non lo ha vissuto….Hai presente cantare, giocare, scherzare…ridere…e ancora cantare…il paradiso per un bambino…niente compiti (li, però Mariele  e Liliana lo sapevano quando andavi male a scuola…o altri problemi che magari potevi avere….) tipo una lettera in cui  mi spiegava che FUMARE faceva male…..
All’Antoniano e quindi al Coro e quindi tutte le persone che ho conosciuto e che non sto  ad elencare adesso perché me ne dimenticherei di sicuro qualche d’una dico GRAZIE. Ma di cuore…..grazie per avermi riempito e mi avete fatto passare un’infanzia felice…e se sono quello che sono..lo devo anche a Voi. A tutti quelli che come me …portano nel più profondo del proprio cuore un seme…che è li, che noi vogliamo o no. E’ un seme di speranza, che ogni tanto dovremmo tirare fuori e fare germogliare, nella nostra vita quotidiana…..e fare si che germogli attraverso di noi…verso altre persone. Solo cosi potremmo portare nella nostra vita testimonianza di quello che abbiamo imparato e nello stesso modo e l’unica maniera per diffonderlo…e far si che altre persone ne possano beneficiare. Solo cosi IL CORO NON MUORIRA’ MAI…..Scusate se sono stato lungo…..ma mi dovevo far perdonare..Ringrazio tutti, davvero tutti ……di avere fatto un pezzo di cammino della strada chiamata vita insieme a me…..e ricordatevi…..Noi abbiamo avuto una fortuna (come ce l’hanno anche i bimbi di adesso)…..AVER FATTO PARTE DELLA FAMIGLIA DEL CORO DELL’ANTONIANO……dimenticavo…il mio nome e’ ALARICO …ma all’anagrafe mi chiamo ENRICO ZOCCA…..semper fidelis uanti viaggi insieme ai genitori…quante famiglie tanto diverse socialmente…ma tanto unite fraternamente
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