La storia di Donatella Fabbri

La storia di Donatella Fabbri

Ciao Mi chiamo Donatella e ho fatto parte del coro dal 1976 al 1981.
Sinceramente non ricordo quale canzone cantai ne il motivo che mi ha spinto ad andare a fare le selezioni. Ricordo che mi accompagnò mia sorella e che ho sempre amato cantare.

Alcuni periodi passati nel coro non me li ricordo proprio ma ho bene in mente che non c’è mai stata una volta che io sia andata alle prove stanca o scocciata … Per me era la cosa più bella che potessi fare e, se per qualche motivo non potevo andare, (credo che l’unico potesse essere avere la febbre alta) era una disperazione.
Mi ricordo bene il mio primo Zecchino d’oro e l’emozione di stare davanti ad una telecamera con il pubblico che applaudiva e la prima divisa tutta mia.
Ricordo le ore passate in sala d’incisione e la stanchezza che non sentivamo mai; le merende a base di Tuc e succhi di frutta e alcuni genitori, come la mia, che brontolavano perché secondo loro per noi era troppo faticoso … ma che faticoso, noi ci divertivamo da matti !!
Ricordo la visita a Roma da papa Wojtyla …. Un’ esperienza unica e indimenticabile.
Ricordo le caramelle Pulmoll , nella mitica scatola di latta rossa, che Mariele ci dava ogni volta che qualcuno aveva un po’ di abbassamento di voce. A me capitava spesso perché non stavo mai zitta e ferma un secondo.  Ricordo che nel viaggio verso Bruxelles, in treno, cantai così tanto che mi andò via completamente e mi venne anche la febbre. Ma a me non interessava, io volevo cantare lo stesso. Mariele era furiosa con mia madre perché non riusciva a tenermi ferma !!
Mi ricordo dell’ unico viaggio che feci senza mia madre, che in quel periodo stava male. E’ stato in Svizzera e in camera ero con Elisabetta Perugini, che era una delle più grandi del coro. Mi ricordo che la mattina, quando doveva farmi i codini (io avevo SEMPRE I CODINI !!), era preoccupatissima e aveva una gran paura di farmi male e allora io le dicevo di non preoccuparsi che non avrebbe mai potuto tirare tanto quanto mia mamma.
In 5 elementare decisi di tentare di entrare in conservatorio. Suonavo il flauto dolce da diversi anni e mi piaceva molto. Feci l’esame di ammissione e mi presero.
Purtroppo, ho dovuto fare una scelta e forse la prima vera scelta della mia vita.
I miei genitori furono irremovibili e mi dissero che entrambe le cose non potevano proseguire assieme, anche perché a scuola non è che fossi proprio bravina,  anzi!!.
Scelsi il conservatorio, anche se devo dire con notevole difficoltà. Ricordo ancora che Mariele ci rimase molto male e provò in tanti modi a dissuadere i miei genitori perché lei sosteneva che avrei potuto continuare a fare entrambe le cose.
Successivamente partecipai una volta al sabato dello zecchino suonando la canzone di Ali Babà con il flauto traverso ed ero vestita da araba. Ricordo che mi vergognai moltissimo al pensiero che i miei compagni potessero vedermi in televisione e quella fu credo l’ultima esperienza effettiva nel coro.
Le cose che mi sono rimaste nel cuore sono per me solo bellissimi ricordi: dagli insegnamenti di Mariele alla sua determinazione, alle sue piccole mani, un po’ rugose, al pianoforte che non dimenticherò  mai.;alla bontà di Liliana e le sue coccole infinite, da Padre Berardo e le sue carezze e i soprannomi che aveva per ciascuno di noi ad Aldo, il fotografo, che povero non riusciva mai a farmi una foto dove non avessi le dita negli occhi o mentre mi sistemavo i capelli…. ma soprattutto la gioia di cantare che mi ha accompagnato per tutti quegli anni fantastici.
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