Quando Francesca mi ha chiesto di scrivere la mia esperienza nel Coro dell’Antoniano, mi sono detta..”no.. per carità cosa potrei mai scrivere?
Ho alcuni ricordi traumatici di quell’esperienza durata dai 3 ai 9 anni.. no, non posso farcela.
Poi ho sognato Mariele, liberi di non crederci. L’ho sognata durante le nostre prove, con la sua gonna a pieghe, con Liliana che cercava di tenerci buoni e io piccola. Mi sorrideva, con quel sorriso che non puoi scordare.
Bellina, ero bellina per questo mi presero nel coro, a detta di mia madre. Non certo per il mio provino che feci con un cono gelato in mano, cantando “La bella lavanderina”.
Sarà, ma da quel giorno bellina o no, ero nelle voci medie, a fare prove finita la scuola e il week end via per cantare in tutt’Italia.
Mia nonna Maria era diventata la nonna di tutti i bimbi.. in sala d’attesa aspettava la fine delle prove che a volta terminavano alle 20.
E sempre la mia nonna mi portava in giro per l’Italia, quando fummo ricevuti dal Papa a Roma, quando cantammo davanti al Presidente Leone.. sempre e solo la mia super nonna.
In fondo la mia infanzia è stata segnata da Mariele e dalla vita nel coro dell’Antoniano; Mariele era dolce con noi bambini ma sapeva essere davvero dura e spietata.
Ricordo durante le prove di uno Zecchino d’Oro che ad un bambino del coro scappò un insulto ad una solista bimba di colore…Mariele tenne tutti fermi alle prove, non fece uscire nessuno finché non venne fuori il “colpevole” a mezzanotte. Si scusò il bambino ma non so che fine fece dopo!
In ogni caso Mariele ha segnato il mio carattere e una cosa ho appreso da lei, il senso del dovere.
Era una sua caratteristica, impegnarsi fino in fondo fino allo stremo per le cose per cui hai passione.
Il lavoro nel coro per lei, il mio lavoro ora per me.
Certo, i miei genitori sono stati presenti e fondamentali, ma inutile dire che passavo più tempo con Mariele, Liliana, Padre Berardo e la nonna che con loro.
Pertanto, nel bene e nel male, con tutti i miei grandi difetti ma credo anche qualche pregio, devo a lei la mia determinazione nell’affrontare tutto, il mio non crollare mai (o se crollo devo rialzarmi).
E’ stata davvero una grande maestra, va ricordata per questo, noi eravamo la sua famiglia ma lei era anche la nostra.
Grazie
Deb
No comments yet. Be the first one to leave a thought.