La storia di Barbara Bernardi

La storia di Barbara Bernardi

Mi chiamo Barbara Bernardi, e la mia esperienza nella grande Famiglia dell’Antoniano è iniziata nel 1970 quando all’età di 3 anni partecipai dietro consiglio della mia nonnina paterna alle selezioni dello Zecchino d’Oro e fui scelta da Mariele per cantare la “Ninna Nanna del Chicco di caffè” che all’epoca non vinse, ma divenne piuttosto amata per la sua dolce melodia, tanto che ancora oggi è cantata dalle maestre dei nidi e delle scuole materne per addormentare i bambini…..

anche i miei due bambini si sono addormentati centinaia di volte al canto di questa canzoncina e di ciò sono tanto orgogliosa…..Di quel lontano 12mo Zecchino d’Oro ricordo quando il mitico Mago Zurlì, che proprio ieri ci ha lasciato, mi diede la bambola che allora veniva regalata alle bambine che partecipavano e ricordo vagamente il giorno che Mariele con la sua inarrestabile pazienza riusciva a farmi registrare la canzone nonostante i miei capricci tipo che volevo assolutamente farmi le trecce altrimenti non avrei cantato, o tipo farmi cambiare il modello del vestitino bianco con i chicchi di caffè rossi, da gonna pantalone a vestito normale. Ma siccome ero di Bologna, invece di terminare la mia esperienza come solitamente accade per tutti i partecipanti allo Zecchino d’Oro, iniziava la mia lunga permanenza nel Piccolo Coro durata 10 bellissimi e ricchissimi anni, fatti di amicizie, viaggi, esperienze che mi ritengo fortunata e privilegiata di aver potuto fare. Di quegli anni ho ricordi a volte vaghi, ma sempre piacevoli, sempre avvolti di un’atmosfera speciale e familiare allo stesso tempo nel senso che, nonostante quotidiane ore di prove nella cara vecchia scuola dalle seggiole verdi, interi pomeriggi dei fine settimana trascorsi in sala d’incisione o di registrazione, lunghe ore di viaggio in pullmann (magnifiche!) per raggiungere le mete dei concerti in giro per l’Italia, non mi è mai pesato nulla, era tutto normale per noi e non è mai stato vissuto né da fenomeni né da piccoli divi.

– Come dimenticare gli occhi di Mariele che ti inchiodavano a lei quando cantavi, le sue mani dalle lunghissime dita sul pianoforte, il suo perfezionismo nello spiegarci ogni canzone affinché venisse da noi interpretata con la voce e con l’espressione del viso,
– la sua dolcezza, la sua fermezza e le sue “striccate” alle guance quando ne combinavi una…….come dimenticare Liliana e la sua capacità di riportarci all’ordine…..Padre Berardo dal quale ognuno di noi veniva affettuosamente “ribattezzato” con i suoi nomignoli, io ero “birba barba barnaba”, splendido !!!!!
– E come dimenticare il maestro Martelli e la sua profumata pipa, dalla sala di registrazione esultavamo dopo tante prove e riprove quando diceva: “questa era buona” !!!!
– Quante altre persone importanti hanno fatto parte di quegli anni meravigliosi, per non parlare delle amicizie che si sono create anche tra le famiglie, tanto che anche fuori dall’Antoniano ci si continuava a frequentare in vacanza e dopo a distanza di anni. Anche mia sorella minore, Francesca che è poi l’ideatrice di questo sito, ha partecipato allo Zecchino d’Oro, precisamente il 18, vincendolo con “la Teresina” e dopo ha fatto parte del Coro, quindi per qualche anno mia mamma si è sobbarcata l’impegno di portarci entrambe, tutti i giorni, ma ad orari diversi perché lei era negli “alti” e io nei “bassi” così chiamavamo i soprani e le voci più basse, ma credo che non le sia pesato poi così tanto perché anche lei aveva trovato tanti amici e una seconda famiglia.
– A distanza di anni abbiamo sentito in tanti la voglia di ritrovarci a cantare, forse passati gli “anta” siamo tutti un po’ nostalgici, e abbiamo creato il gruppo dei “Vecchioni” così come ci chiamava Mariele una volta usciti dal Coro e ogni volta che cantiamo si ricrea una magia che non si spiega, un po’ come ritornare a quei begli anni……..
– Tutto questo e molto di più mi ha lasciato l’Antoniano, l’unico cruccio che ho è che i miei figli non abbiano potuto né vivere né respirare tutto questo.

4 comments

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  1. Pinco

    23 Aprile 2017 at 0:33

    Che palle

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