La storia di Antonella Boriani

La storia di Antonella Boriani

Tutto è iniziato nel lontano 1968 quando, in vacanza al mare a Cervia con la mia famiglia, abbiamo avuto la fortuna di avere come vicine di ombrellone due sorelline di Bologna, Lorella e Tiziana Tosi, che cantavano già da qualche anno nel Piccolo Coro.
Perciò mia madre decise, a settembre, di portare alle selezioni le mie sorelle più grandi, Nicoletta e Luciana.
Nicoletta purtroppo aveva già nove anni e Mariele, con dispiacere di tutti, non la prese, ma Luciana di otto e particolarmente dotata nel canto, passò le selezioni.
Per me quello fu un anno di grande gelosia nei confronti di Luciana, mi ricordo i pianti che facevo ogni volta che la vedevo prepararsi per andare a lezione, finchè mia madre, l’anno successivo decise di portare anche me, avevo 6 anni.
Mariele mi prese e cominciò la più bella esperienza che avessi mai potuto fare!
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Non ero né particolarmente intonata, né particolarmente diligente, anzi, con il passare del tempo e superata la timidezza iniziale, mi trasformai in una vera peste!
Avevo un sacco di amiche, ma la mia preferita era Isabella Pizzato con la quale ne combinavo di tutti i colori!
Padre Berardo ogni volta che entrava nella scuola del piccolo Coro diceva: “Antonella e Isabella, silenzio!” Era un tormentone che ripeteva a prescindere, sia che noi chiacchierassimo, sia che fossimo mute, tanto sapeva che erano sicuramente più le volte che la frase fosse azzeccata!
Non credo di essere stata una bambina maleducata, l’educazione severissima impartita dai miei genitori non poteva non essermi arrivata! E’ che io mi divertivo talmente tanto che non riuscivo capire quando era il momento di finirla con le chiacchiere o le risate, tanto che, praticamente tutte le sere, quando Mariele faceva entrare i genitori per dare gli avvisi delle prove successive  e consegnare i bambini, io insieme a Giacomo Calzolari e Giancarlo Severi eravamo puntualmente dietro il pianoforte!
Questo era il segnale che i genitori di quei bambini dovevano fermarsi a parlare con Mariele! Tragedia!!!
Ricordo gli occhi arrabbiati di mio padre e sapevo già cosa mi avrebbe detto appena saliti in macchina: “Come arriviamo a casa facciamo i conti! Mi devi far vergognare tutte le sere!”
Ed era proprio così! Le sgridate e le “noci” non si sprecavano e, una volta a casa, mia madre, ancora più severa di papà, rincarava la dose!
Ma in tutto ciò l’unica punizione che veramente mi spaventava e addolorava era quando la mamma diceva: ”Ora chiamo Mariele e le dico che ti tolgo dal Piccolo Coro!”
Per fortuna non fece mai quella telefonata! Io iniziavo a piangere disperata promettendo di diventare una bambina buona, che Mariele e loro sarebbero stati orgogliosi di me!
Mia madre faceva finta di crederci dandomi l’ennesima opportunità di redenzione, ma che in realtà non arrivò mai! Anzi ho battuto anche un record: prima femmina ad essere sbattuta fuori dalla porta! (Quella volta insieme a Massimo Rustici)
Col passare degli anni un po’ di miglioramento ci fu, nelle pagelle di fine anno, dal 5 in condotta e 6 in canto, passai al 6 e 7! Ero felice e anche i miei genitori notarono con gioia il miglioramento, anche se per me era impossibile competere con le pagelle di mia sorella Luciana che prendeva sempre 10 in condotta e 10 in canto, tanto da vincere ogni anno il premio bontà e il premio intonazione! Ma io mi divertivo così tanto che tutto ciò passava in secondo piano, a me bastava far parte del Piccolo Coro!
Mariele mi diceva sempre: “Hai la testa più dura di questo pianoforte, ma hai la fortuna di avere me e tua madre che ce l’abbiamo ancora più dura!”
E tuttora sono convinta che la severità della scuola di Mariele, unita a quella dei miei genitori abbiano fatto miracoli! Mi hanno inquadrata e fatta diventare quella che sono ora!
Ora faccio l’insegnante e spesso mi ritrovo a usare frasi e metodi di insegnamento imparati da Mariele e Liliana, altra figura importantissima per noi bambini, soprattutto per gli scatenati, perché era sempre lei che provava a mediare le situazioni più critiche con Mariele e i genitori!
Sono stata nel Piccolo Coro fino al 1976 ma in realtà non sono mai uscita!
Dopo di me è entrata mia sorella Carla, dopo di lei Marta che ho continuato ad accompagnarle alle lezioni e nei viaggi, e per ultimo Luigi che è stato nel coro fino al 1989 e nel 1986, proprio accompagnandolo a lezione, ho conosciuto quello che sarebbe diventato mio marito, Fabrizio Palaferri, veniva da Roma e faceva l’operatore di ripresa per una trasmissione dell’Antoniano che si chiamava “La banda dello Zecchino”.
Fu un vero colpo di fulmine!
Ci sposammo nel settembre del 1987 e in quell’occasione Mariele portò tutto il piccolo Coro a cantare al mio matrimonio!
Il più bel regalo che avessi mai potuto ricevere!!!
Tra i bimbi del coro c’era anche il mio fratellino che cantava, diretto da Mariele, le bellissime canzoni di Chiesa che solo qualche anno prima avevo cantato anch’io!
E’ stato il giorno più bello della mia vita!
Avevo tutto, ma proprio tutto quello che desideravo!!!
Di questo sono sempre stata molto grata a Mariele!
Dal mio matrimonio con Fabrizio sono nati 4 figli: Arianna, Francesco, Carlotta e Giulia. Nei miei sogni di mamma, quando ero in attesa, pregavo che fossero sani e un pochino intonati per poter far parte del Piccolo Coro! Avevo vissuto un’esperienza tanto meravigliosa, formativa e unica che speravo potessero farla anche i miei figli!
E così a tre anni e mezzo Arianna entrò a far parte del coro, dopo di lei Francesco a 4 anni e mezzo, Carlotta a 4 e Giulia a 6 (è stata scartata da Sabrina per ben tre volte, ma come si dice “chi la dura la vince!”)
Non so se questo fosse proprio un loro desiderio!
Una volta sentii Carlotta, che aveva 5 anni, parlare con la sua amica Caterina Brunamonti e Caterina disse che a casa sua era obbligatorio mangiare l’insalata, pronta Carlotta rispose: “Pensa che a casa mia è obbligatorio andare all’Antoniano!”
Sono però convinta che i bambini così piccoli non siano in grado di capire cosa è bene per loro, è per questo che esistono i genitori, che scelgono, con amore, e li accompagnano come meglio credono, a fare le esperienze giuste per una crescita sana.
E tuttora credo sia stata la scelta giusta, anche loro hanno vissuto un’esperienza indimenticabile che si porteranno dietro per sempre, ma questa è un’altra storia, la loro storia che forse, più avanti, avranno voglia di raccontare.
Antonella Boriani
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2 comments

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  1. Claudia Herrera

    22 Gennaio 2017 at 18:58

    E’ una bellissima storia

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