La storia di Ada Lalovich

La storia di Ada Lalovich

Cara Francesca, mi chiamo Ada Lalovich sono di Trieste, ho 49 anni e ho cantato al 15° Zecchino D’Oro la canzone La Tartaruga Sprint nel 1973.

Quando si  presentò questa bellissima occasione ricordo che alloggiammo per un primo periodo in casa di una signora con un pappagallo che parlava ed io mi divertì  a fargli ripetere spesso il mio nome; era quel periodo di prove costume, incisioni dischi, prove della canzone e servizio fotografico. Le prove nella stanza piena di quadri e fotografie, con le sedie di legno e un pianoforte, per me furono un vero divertimento, mi è sempre piaciuto tanto cantare e lo faccio ancora ora!!! Poi ci furono i giri turistici a Bologna, ed in particolare la Torre degli Asinelli, bellissima!

Successivamente, nella settimana del Festival, alloggiammo in albergo e per l’occasione la  mamma mi comprò degli elastici, per legare le codine, con delle margherite in rilievo; indossai un bellissimo abito rosso con il colletto bianco e sulla taschina c’era ricamata una tartarughina che mi distingueva, scarpe nere lucide e soprabito tutto bianco, ero al settimo cielo infatti e mi sentii molto elegante. Ricordo tante amicizie, sorrisi, fidanzatini e nessuna competizione. Della maestra Mariele che con me si dimostrò molto paziente e gentile, ricordo la sua voce un pò roca e il suo grande sorriso. Il giorno della finale sentivo un pò di agitazione intorno e mi accorsi che la mamma non era lì vicino a me, la cercavo con gli occhi e parlando negli anni successivi con lei mi disse che per la registrazione alla tv i genitori dovevano stare in un’altra stanza. Non fu il pubblico che applaudiva, ma la telecamera grande che mi stava di fronte che mi incuteva timore, poi vidi lì affianco la maestra con il suo sorriso rassicurante e subito iniziai a cantare.
Mi fu chiesto spesso il motivo del mio gesto alla fine della canzone, quando misi la mano sinistra sulla pancia e il braccio destro lungo disteso, semplicemente io guardavo concentrata la maestra Mariele e quello che mi diceva o mi indicava io facevo, lei mi indicò con il braccio di andare in alto con la tonalità per il finale del pezzo ed io lo feci uguale uguale come lo vidi.

Quando tornai a Trieste riscontrai tanto interesse  e spesso mi fermavano per strada chiedendo di intonare un pezzettino della canzone.

Ma non è stata una esperienza finita lì, negli anni c’è sempre stata una occasione  per dimostrarmi l’interesse e l’affetto delle persone che condivisero con me quel momento in tv o attraverso il disco e successivamente via internet con facebook e youtube ed è una cosa che mi riempie di gioia.

Certo , non sono diventata una cantante famosa, ma mi resta la dolcezza del ricordo  di quell’esperienza che, nel crescere, ha aiutato a darmi sicurezza nel carattere.

Con affetto  Ada la 🐢 sprint​​​​​​

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