Tra anime affini ci si riconosce, a volte basta una telefonata. È andata così con Marisa, donna frizzante e appassionata, che nel 2021 mi ha scoperta e contattata attraverso il mio sito Testimonianze Musicali.
Dopo l’intervista che mi ha dedicato sul suo blog Marissima — ZECCHINO D’ORO – CORO DELL’ANTONIANO… DUE CHIACCHIERE CON FRANCESCA BERNARDI — ne è seguita un’altra, questa volta dedicata al mio libro In fila per sei col resto di due (Format Edizioni): L’ANTONIANO E LO ZECCHINO D’ORO IN BRASILE!.
E non è finita lì: c’è anche una terza intervista! “IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE” IN ATTESA DEI “VECCHIONI DI MARIELE” A BERGAMO…
(I titoli in stampatello sono cliccabili e rimandano direttamente alle interviste!)
Da lì è nato l’invito a Bergamo di Marisa, dove mi ha proposto di partecipare a una lezione presso la Scuola Sant’Angela Merici, con le classi 4A e 4B, per rispondere alle domande dei bambini sullo Zecchino d’Oro e sul Piccolo Coro.
Così, con entusiasmo e un pizzico di incoscienza, ho deciso di “indossare i panni della formica”, sia nella divisa che nello spirito, e di buttarmi in questa nuova esperienza. Accompagnata da Marisa, grande sostenitrice del mondo Antoniano, ho dovuto fare i conti con una sensazione potente: quella di non sentirmi all’altezza. Perché entrare in contatto con i bambini è una delle esperienze più sacre che esistano. Sono piccoli uomini e piccole donne, futuri adulti che assorbono ogni istante con occhi pieni di vita.
In piedi davanti alla classe, mi sentivo piccola, sopraffatta da qualcosa più grande di me. Il cuore che batteva forte, le mani nervose, mentre Marisa, incredula, continuava a ripetere: “Ma come? Una come te, abituata a interviste e trasmissioni televisive, così agitata?”. Eppure è proprio questa parte di me che amo di più: quella empatica, fragile, profondamente umana.
Presentata in pompa magna dal maestro Lorenzo Beltrami, accolta dagli applausi dei bambini, ho trovato il coraggio. Le prime domande, scritte e timide, erano quelle istituzionali, preparate con cura. Poi, pian piano, qualcosa è cambiato: le mani si alzavano una dopo l’altra, le domande spontanee cominciavano a fluire, la curiosità prendeva spazio. A quel punto, dopo aver “tastato il terreno”, sono stata io a fare domande a loro. Su 45 bambini, solo 6 ascoltano ancora le canzoni dello Zecchino d’Oro. Così li ho provocati: “Ma se questa musica non fa parte della vostra realtà, che senso ha questo nostro incontro? Perché tutte queste domande su qualcosa che non vi appartiene più?”
La loro risposta è stata semplice, ma potente: «Perché siamo curiosi.»
Quella curiosità viva, vitale, pulsante — la stessa che troppi adulti perdono crescendo.
Abbiamo parlato di musica, vinili, emozioni belle e brutte, delle canzoni che ascoltano oggi e di quelle che non conoscono più. Ma anche della differenza tra cantare da solisti e da coristi, tra usare un microfono e affidarsi all’autotune. Ci siamo chiesti insieme a cosa serve davvero ascoltare la musica e a cosa serve cantare. Abbiamo esplorato la differenza tra lo Zecchino d’Oro e il Piccolo Coro, come funziona la scuola del coro, come si impara una canzone, cosa vuol dire studiarla insieme agli altri, quanto sia importante capire il significato di ciò che si canta.
Tutto questo non in forma di lezione frontale, ma coinvolgendoli attivamente, facendo domande per farli riflettere: Hai mai cantato in un coro? Perché non ascolti più le canzoni dello Zecchino? Che effetto ti fa ascoltare la musica da un vinile invece che da YouTube?
È stato uno scambio autentico, dove le risposte generavano nuove domande, e la curiosità era il filo conduttore di tutto.
E tra una domanda e l’altra, si è fatto spazio anche In fila per sei col resto di due, il mio libro. Non era lì per essere venduto, ma per essere condiviso. Un libro che cammina senza prezzo e senza vetrina, pensato per raccontare l’infanzia da dentro: con leggerezza, ma anche con la profondità che serve a chi cresce e a chi accompagna nel crescere. Portarlo in quella scuola è stato naturale come chiave di accesso per far parlare emozioni, storie, esperienze. E se tra quegli adulti — insegnanti, genitori, educatori — qualcuno avrà voglia di sfogliarlo, sarà perché dentro ha trovato qualcosa che risuona.
L’ora programmata è volata via, prolungandosi fino alla seconda anche grazie alla collaborazione della maestra Fabiana Pesenti.
Sul finale, la sorpresa più inaspettata e festosa: un coro improvvisato sul celebre “Caffè della Peppina”, cantato a squarciagola.
Non so cosa io abbia lasciato a loro, ma so bene cosa loro hanno lasciato a me: la conferma che dai bambini si può solo imparare.
E che a volte un libro, prima ancora di essere letto, deve essere vissuto.
A coronamento dell’iniziativa, la notizia dell’incontro scolastico è arrivata fino a BergamoTV, dove il signor Roberto Regazzoni ne ha dato notizia accompagnandola con alcune fotografie. Alla riuscita dell’evento ha contribuito anche Marisa, presenza discreta ma determinante, con cui condividiamo una naturale affinità di intenti.
E non finisce qui…
BergamoTV
Francesca Bernardi
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