Lunedì mattina io e i miei figli col Piccolo Coro Mariele Ventre dell’Antoniano diretto da Sabrina Simoni, siamo partiti in pullman verso le 11 per dare l’ultimo saluto a Cino Tortorella alias Mago Zurlì.
Un altro pezzo della mia infanzia che se ne andava.
Durante il viaggio in pullman abbiamo ascoltato il brano: “Non abbiate paura”, mentre leggevo alcune pagine del suo ultimo libro che avevo sospeso a pagina 61. E ho scoperto che oltre ad essere presentatore, è stato autore, regista, giornalista, gastronomo, padre di quattro figli, che guidava con tranquillità, che amava la buona cucina, sacrificando del tempo alla ricerca dei posti più imbucati e molte altre cose. Una bambina si esercitava nella lettura di qualche riga dedicata a Cino che purtroppo non è stata letta.
Poi, tra mamme, abbiamo chiacchierato mentre cercavo di ricacciare in un angolo il dolore di quello che mi aspettava. Sorridevo mentre mostravo un video dove Cino si lanciava col paracadute insieme alla figlia, con un aplomb straordinaria.
Arrivati nel quartiere della parrocchia milanese della Madonna della Divina Provvidenza, mi hanno colpita i palazzoni caserma azzurri, come il mantello di Mago Zurlí …poi, scesi dal pullman, abbiamo percorso un breve tragitto con i bimbi del coro in fila per due. E mi domandavo in quanti sapessero chi fosse realmente quel Mago Zurlí mai incontrato, mentre pian piano il mio dispiacere s’ingrandiva.
“Ecco, ci siamo quasi ” pensavo mentre mi dicevo che no, questo era solo un passaggio, ma non troppo convinta.
Entrati nella chiesa ci siamo seduti nei posti laterali ed io mi sentivo sdoppiata: una parte di me avrebbe voluto girare in chiesa per salutare tutte le persone conosciute, mentre l’altra si sentiva immobilizzata dal dolore. Mi sarebbe piaciuto condividere quel momento con altri “Vecchioni” (come Mariele chiamava gli ex coristi del Piccolo Coro ) vicino, ma, due di loro erano seduti lontani, mentre i restanti non erano riusciti a partecipare.
Ma in fondo chi era per me Cino? Ci conoscevamo? No, certo che no. Da bambina ha accompagnato tutta la mia infanzia negli Zecchini di ogni novembre e nelle trasmissioni che presentava. La sua voce squillante riempiva lo studio televisivo e sento ancora quel suo profumo buono e forte. Da adulta invece, solo due fugaci incontri. Il primo nel 2007 quando partecipai ospite con i miei figli alla trasmissione della “Festa della mamma”. Ho riguardato quel video e ho scoperto che Cino, tenendo in braccio mio figlio, diceva, profeticamente, che sarebbe tornato allo Zecchino dopo cinque anni.
Il secondo incontro invece è stato a dicembre in occasione del “Cantanatale ” quando timidamente gli ho chiesto un autografo del suo ultimo libro mentre gli mostravo una copia di “IL MAGO ZURLI’ racconta Un disco con le ruote” che non ricordava di aver mai visto. Lo sfogliava meravigliato dicendo che gli sarebbe piaciuto mostrarlo ai suoi figli, quindi è stato doveroso lasciarglielo…
Durante la messa il coro ha accompagnato le preghiere in un susseguirsi di emozioni forti. Quei canti dilatavano i miei ricordi riportandomi a quell’infanzia privilegiata e all’impotenza di un’approfondita conoscenza di molte persone che ne hanno fatto parte, come Cino.
Mi hanno catturato le parole del parroco, quando raccontava di come Cino esaltasse “le piccole cose”, mi hanno emozionato le parole della moglie che già da bambina sognava di sposare quel mago, mi hanno scossa le parole lette dai figli, dell’ultima pagina del suo libro.
Infine ho ricevuto dei regali inaspettati mentre abbracciavo una sconosciuta, stringevo forte una mano amica, facevo la conoscenza di una persona e sentivo la presenza di un dolore condiviso.
Grazie Cino perché se tu non avessi inventato lo Zecchino d’Oro, non sarebbe nato il Piccolo Coro, non avrei conosciuto Mariele né tutte le persone dell’Antoniano.
Grazie Mago Zurlì, perché grazie a te ho vissuto quell’infanzia ricoperta di polvere magica.
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