Alle 17.30 sono arrivata alla Biblioteca dell’Archiginnasio, dove ho potuto ammirarne la magnificenza, in occasione della presentazione del libro “Lettere da Mariele“.
Entrando, sulla scalinata, nel buio del pomeriggio, sotto quella strana luce mi sembrava di entrare in una fiaba. E forse non mi sbagliavo. Perché sapevo che mi sarei immersa in un misto di emozioni ma la realtà ha superato le aspettative.
Appena entrata nella sala ho salutato le prime facce amiche: genitori di ex del coro.
Poi ho scelto un posto nelle ultime file. Un cenno a Donatella, della fondazione e poco dopo il giornalista Marino Bartoletti ha presentato con grande professionalità, i vari ospiti.
La sala era gremita e lo è stata fino alla fine. Poco dopo mi ha raggiunta mia sorella che mi ha fatto sentire a casa. In rappresentanza del libro c’erano Maria Antonietta Ventre (sorella e fondatrice della Fondazione Mariele Ventre), l’editore e il curatore Giuliano Musi che hanno spiegato l’evoluzione del progetto.. Hanno raccontato com’è nata l’idea del libro che raccoglie una piccola parte significativa delle lettere che Mariele ha scritto nella sua vita, nonostante i mille impegni. Lei non si risparmiava e forse questo suo rispondere a tutti faceva parte della sua missione. Maria Antonietta ha confessato il suo rimorso nel non averla capita, raccontando che spesso cercava di farla desistere da questa corrispondenza impossibile con chiunque le scrivesse ma Mariele, imperterrita, con la sua riservatezza, si consumava in questo lavoro estenuante.
Gli ospiti conosciuti erano tanti, quasi troppi tutti in una volta! C’era Cino Tortorella o Mago Zurlì (l’inventore e presentatore dello Zecchino d’Oro) che ha ricordato la richiesta della beatificazione di Mariele invitando le persone a raccogliere le proprie testimonianze da presentare al Papa che certamente l’ha conosciuta grazie allo Zecchino che arrivava anche in Argentina.
E quel suo modo di parlare nel ritmo e nel suono, mi ha fatto tornare indietro nel tempo, di tanto tempo. C’era Mario Cobellini (presentatore dei concerti del coro) che con la sua meravigliosa voce inconfondibile, ha raccontato l’incontro avuto con Mariele e l’Antoniano, commuovendosi nel ricordare la sua sensibilità nel dispensargli un compenso. C’era Alessandra Valeri Manera, paroliera, giornalista, autrice televisiva, che ha ricordato alcuni consigli che Mariele le dava, dicendole di seguire ciò di cui era convinta anche quando tutti le davano torto. Ha raccontato il loro incontro, nato all’Antoniano e sfociato in una bella amicizia. C’era Cristina D’Avena (ex corista del Piccolo Coro, cantante, attrice, conduttrice televisiva e doppiatrice italiana) che, si è tolta i vestiti del personaggio per parlare del loro rapporto nato dall’infanzia e proseguito fino alla fine. Ha ricordato quando facevano Radio Tau insieme, arrivando puntualmente entrambe in ritardo! E quando ha raccontato delle loro risate me le sono immaginate con calore. Poi ha canticchiato un pezzetto del suo Zecchino, l’origine di tutto. C’era Daniela Airoldi (ex Zecchino d’Oro, ex corista e attrice, cabarettista e cantante) che ha letto qualche lettera con coinvolgimento condito dal suo umorismo. C’era Virgilio Merola, il sindaco di Bologna, che nonostante la chiamasse Mariela, ha preso come esempio il rapporto che Mariele coltivava con le singole persone. C’era Valter Brugiolo (ex solista Zecchino d’Oro, attore) che ha raccontato la sua storia e canticchiato la sua mitica Popoff tra i battiti di mani dei presenti. C’era Franco Fasano (cantautore e compositore) che Mariele l’ha appena incrociata ma ha raccontato delle sue svariate canzoni scritte per gli Zecchini. C’era Paolo Zavallone, in arte El Pasador (cantante, compositore, direttore d’orchestra e pianista) che sono riuscita a salutate dopo miliardi di anni trovandolo di un’allegria contagiosa. C’era Giorgio Comaschi (giornalista, conduttore televisivo e attore) che ha raccontato del suo Mago Zurloff e della simpatia con Mariele quando scrisse di lei. C’era Stefano Nanni, direttore delle Verdi Note con alcuni componenti. C’erano alcuni rappresentanti dell’Antoniano tra cui Alessandro Caspoli (direttore) accomodato nell’ultima fila.
Ma soprattutto c’era Mariele, seduta al fianco di ognuno.
Perché ognuno in quella sala era lì per sentire parlare di lei.
Mi sarebbe piaciuto portare la mia testimonianza, raccontando che non sono diventata famosa ma che certamente molti dei suoi insegnamenti sono passati ai miei figli…
Tra un intervento e l’altro un piccolo coro di bambini ha cantato.
Non ho capito come mai non ci fosse il Piccolo Coro Mariele Ventre e mi è dispiaciuto molto.
Non ho capito perché tra gli ospiti non ci fosse Liliana che era il braccio destro di Mariele.
Non ho capito perché non ci fosse Sabrina Simoni, cui è stato passato il testimone del Piccolo Coro da Mariele.
Ma ho capito, ancora una volta, quanto sia stata immensa la mia fortuna ad aver trascorso l’intera infanzia con Mariele.
Alla fine degli interventi ho potuto salutare tutte quelle persone, che non vedevo da tanto tempo, con grande gioia, canticchiando anche qualche nota di vecchie canzoni…
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