La storia riguarda ciò che è stato ieri, ma condiziona e determina l’oggi

La storia riguarda ciò che è stato ieri, ma condiziona e determina l’oggi

Un tuffo nel passato per riviverlo nel presente. Si potrebbe sintetizzare così il docu-concerto a cui ho avuto la fortuna di assistere il 2 dicembre presso il museo della storia di Bologna. La sede dello spettacolo, già di per sé, richiama lo stretto legame tra passato e presente, dato che la storia riguarda ciò che è stato ieri, ma condiziona e determina l’oggi. Quanto questo valga anche per la storia del piccolo coro dell’Antoniano, è risultato evidente da tutta la rappresentazione: la narrazione sintetica della vita del piccolo coro, anche attraverso video d’epoca, ha riportato alla memoria o fatto conoscere, a chi non lo avesse vissuto, un mondo passato; nello stesso tempo, attraverso interviste recenti, ha posto in evidenza quanto quel mondo abbia segnato indelebilmente le persone che, in un modo o nell’altro, con il piccolo coro hanno avuto a che fare. E chi avrebbe potuto dimostrare con ancora maggiore forza questa inscindibilità tra passato e presente, se non bimbi di ieri che oggi, da adulti, continuano a cantare le canzoni di ieri? Il coro dei vecchioni di Mariele, sottolineando gli episodi narrati con i brani più disparati, ha mostrato anche quanto il repertorio del piccolo coro sia stato vasto e abbia sempre spaziato fra vari generi musicali, non limitandosi, come alcuni pensano, alle canzoni dello zecchino d’oro. Tutto questo ha consentito, a chi assisteva, non soltanto di conoscere o rinfrescare una storia che ha inciso sulla vita di più generazioni di bambini, ma ha dato l’opportunità di sperimentarla a chi ne fosse completamente a digiuno e di riviverla a chi, come me, la conosce da sempre. Le registrazioni di un tempo, i vecchi brani eseguiti con le basi e gli arrangiamenti originali hanno perfettamente ricreato l’atmosfera di una volta: non hanno semplicemente permesso di conoscere e ricordare, ma hanno, appunto, fatto rivivere il passato nel presente. Personalmente, sono ritornata a casa non solo piena di dolci ricordi, ma soprattutto con il cuore gonfio di emozioni e più sereno, contentissima di poter dire: c’ero anch’io.

Anna Giacometti

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