La storia di Lodovico Saccol

La storia di Lodovico Saccol

Usa molto dare i numeri agli eventi, come fossero release del software. Si può parlare di “vita 2.0” ? Mah, non lo so. Quello che so è che a partire da 10 anni fa, maggio 2007, la mia vita artistica e soprattutto umana non fu più la stessa.
La Galassia dell’Antoniano con tutto lo splendore dei suoi cori, era a Folgaria (TN) per il raduno più grande di sempre. C’era anche il Piccolo Coro dell’Antoniano con Sabrina.
In quell’occasione venne indetto un concorso di composizione per una canzone avente tema “la pace”. Argomento a me caro e affine, per cui partecipai. E vinsi quel concorso con una canzone dal titolo “La Pace si può”. Ricevetti il premio dalle mani di Veronica Maia che presentava l’evento e la canzone fu cantata dal migliaio di bimbi presenti (!) sotto la direzione di Sabrina, con cui riuscii a biascicare qualche timida parola. Ancor’oggi sono sempre un po’ in soggezione con Sabrina. Ha raccolto un’eredità tremendamente difficile e l’ha gestita con grande maestria, intelligenza e professionalità, evitando l’errore più grande che si poteva fare e cioè di tentare di essere la brutta copia di Mariele. Comunque già il fatto di sentire le mie note dirette da lei e cantate da tutto quel ben di Dio di creature….beh… brividi. Conobbi Fabrizio Palaferri che mi disse “sei bravo a scrivere, manda qualcosa allo Zecchino”.
Cominciai a pensare a cosa mandare e preparai delle cose, senza grande convinzione, sapendo che la selezione sarebbe stata durissima ed io non avevo molta esperienza nello scrivere cose per bambini. Poi, la settimana prima della chiusura del bando, non so dove, non so come, non so perché o se Qualcuno mi diede una mano, arrivò come un lampo un’ispirazione bella. Il tema era a me caro, era molto francescano, era probabilmente giusto per il momento. In fretta realizzai il provino, facendo cantare mia figlia di corsa e spiegandole mano mano cosa doveva fare. L’ultimo giorno utile inviai il pezzo, confidando nel timbro postale. La canzone si intitolava “Le piccole cose belle”.
Venne presa per mano come una bimba dalle mani sapienti di Siro Merlo, arrangiata stupendamente e cantata in modo incredibile da Alice Risolino. E così vinse quello zecchino. Io a quel punto non capivo veramente più nulla. Arrivare, partecipare, vincere, che cosa strana e meravigliosa.
Vennero negli anni successivi altre 3 partecipazioni e altre 2 vittorie. Non sempre mi prendono i pezzi. Io non sono capace di scrivere con la bravura di chi sa scrivere perché il pezzo piaccia. Io scrivo di istinto, di pancia e di cuore e quindi decine e decine di pezzi restano lì, non arrivano, magari sono troppo difficili da ascoltare o contorti. Probabilmente scrivo anche delle fesserie. Ma io ci spero sempre e imperterrito mando ogni anno i miei lavori. Per un autore, un compositore, scrivere è quasi una necessità, è come respirare e parlare.
Di quel magico primo zecchino però ricordo la grande emozione, le farfalle nello stomaco quando varcai la soglia di Via Guinizelli, la segreteria a cui facevo domande banali e forse ovvie ma mi ha sempre risposto col sorriso, le ore al telefono con Siro che pazientemente limava il mio lavoro e mi spiegava dove sbagliavo, dove potevo migliorare. Che incredibile insieme di persone con caratteristiche diverse ! A volte non ci capisco nulla 🙂
Ricordo tutte le persone conosciute lì all’Antoniano. Le nuove amicizie nate lì. Gli animatori e le loro follie.
Ricordo il senso di gratitudine.
Ecco sì se dovessi descrivere con un unico aggettivo il mio rapporto con l’Antoniano è proprio questo: “gratitudine”. Sono grato di partecipare a un qualcosa che non è solo un evento mediatico in un mondo mediatico, ma è un progetto che viene da lontano, di musica che diventa pane, di persone che danno il 110% perché questa magia anno dopo anno si rinnovi.
E’ l’idea francescana del Giullare di Dio che diventa trasmissione televisiva.
Il “guadagno” in termini umani che ti regala uno Zecchino è talmente elevato che vorrei esserci sempre. Anzi… anche se non ho pezzi in gara ci vado sempre perché in fondo “è la musica che vince” e “lo zecchino siamo noi” come dicono due slogan della trasmissione !
Tanto altro mi piacerebbe raccontarvi di questa mia vita 2.0 ma non vi tedio ulteriormente !
Grazie per avermi dato la possibilità di raccontare questa storia.
Un abbraccio a tutti.
Lodo
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