"Fiaba" di Jeanluc Giadima

"Fiaba" di Jeanluc Giadima

Grazie alla storia di Attilio Martignoni, ho scoperto che la canzone che interpretò al 2° Zecchino d’Oro, ha ispirato Jeanluc Giadima per il libro “Fiaba”.

Lo scrittore, Jeanluc Giadima, riferendosi allo Zecchino d’Oro, ha detto:

“lo ascoltavo da bambino
i miei ricordi sono da adulto, al ricordo di quando ero bambino”

Se siete curiosi potrete leggere un estratto del libro e partecipare alla presentazione che si terrà il 31 maggio presso la Libreria Baravaj in Via Cesariano, 7 a Milano.

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A cosa serve una canzone? Da dove nasce un’ispirazione? Che senso ha un dolore? Cos’è l’amore?

Una storia fantastica, ispirata a fatti realmente accaduti. Una commedia che mette le sue radici nel dramma dell’incomunicabilità delle proprie emozioni, nel sogno di un bambino, nel potere dell’amore che valica il tempo della vita, per raggiungere il suo fine. L’amicizia vera come mezzo che salva e libera.

Ispirata a Fiaba (di R.Bon, canta A. Martignoni – 1 cl. Zecchino d’Oro 1960)


Fiaba

Titolo originale:

Fiaba

Copyright 2014 © Jeanluc Giadima
Copyright 2014 © Demin Barijndoff

first published as Fiaba 9/’14 by Cromografia ROma srl
Finito di stampare nel mese di novembre 2014
Printed in Italy

In copertina:
Beppe Giacobbe, Felicità

 Si ringrazia:
Lena O. Jung, Simona Giusti, Lella Rosnati, Daniela Fazzina
Rosalba Piccinni, Beppe Giacobbe, Aldo e Rossana Luperini
Francesco Villa, Valeria Fontana, Giuliana di Maulo, Gianni Dolce Mariangela di Passo, mio padre Riccardo e mia madre Rosalba
per avermi aiutato a superare uno di quei periodi difficili
che capita di incontrare in una vita normale.

 Facebook: Jeanluc Giadima

 È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa, se non autorizzata dall’Autore o dall’Editore.



BIBBIA DI SERIE

AUTORE:
J.L. Giadima

TITOLO ORIGINALE:
Fiaba

CASA EDITRICE – COLLANA:
Collana: Ore d’Oblio – n.3
Ed. Demin Barijndoff – Jeanluc Giadima

GENERE:
Dramma – Commedia

TRAMA:
Una storia fantastica, ispirata a fatti realmente accaduti. Una commedia che mette le sue radici nel dramma dell’incomunicabilità delle proprie emozioni, nel sogno di un bambino, nel potere dell’amore che valica il tempo della vita, per raggiungere il suo fine. L’amicizia vera come mezzo che salva e libera.

Un racconto progressivo:

  1. che parte da un fattore scatenante, l’amore forse possibile, ma osteggiato, tra un bambino affetto da una doppia gibbosi progressiva, e la piccola coetanea Giulia;
  2. passa alla forma che talvolta un’inspirazione dolorosa prende, quella di una canzone (Fiaba – 1 cl. Zecchino d’Oro 1960 – cantata da Attilio Martignoni);
  3. chiude il primo atto con una morte incompiuta, quella di Bon, l’autore, che si spegne senza che la sua canzone abbia toccato il cuore di Giulia;
  4. per riproporre nel secondo atto, dopo 50 anni, con il ritorno di un’anima incompiuta (quella di Bon, vincolata alla Terra dalla mancanza di fiducia nell’Amore), la sfida di tre amici verso un’unica grande missione che salverà Bon: permettere alla sua anima di credere nell’Amore vero, il solo che ‘salva’ e ‘libera’ dalla forma.

AMBIENTE:
Milano.

TEMPO:
Da Autunno 1960 – a Autunno 2013

PERSONAGGI:
Bon, il bambino deforme;
Attilio, il bimbo prodigio;
Anubi, il violinista dei morti;
Preside Manzoni, il preside della scuola Diaz;
Sveva Amorese, l’impiegata del Ministero.

TEMI:
A cosa serve una canzone? Da dove nasce un’ispirazione? Che senso ha un dolore? Cos’è l’amore?

STILE:
Un film moderno caricato della forza degli archetipi di una ‘tormentosa ricerca di sé’, della ’impresa epica’ di quattro amici, sviluppato sulla forza di dialoghi strampalati, ed immagini oniriche mescolate ad accadimenti reali.

NARRAZIONE:
Tre storie separate, quelle di Attilio, Anubi e Manzoni, convergono nel ritorno dell’anima di Bon ‘in pena’ per permettergli di credere nell’amore e nella bontà dei sentimenti, per aiutarla a  ripulirsi del ‘grigio’ dei ‘pesi’ della sua vita, per permettergli di liberarsi ed evolvere.

Una boule de neige, il ‘testimone’ del viaggio nel tempo dell’anima di Bon, verso il suo fine ultimo.

Una foto nascosta in un medaglione, il motore della storia.

Una canzone, il dardo caricato all’arco di una incomunicabilità, per scoccare verso il cuore della piccola Giulia.

PASSI SCELTI:

<Ogni giorno nella vita, una fiaba nasce e và, e dal mondo che l’ascolta sembra pien di realtà. Io mi sento tanto triste, cerco la felicità. Questo grande desiderio forse si realizzerà.

…Ho qui nel cuore un dolce sogno d’oro che chissà che chissà se diverrà realtà..>


BIOGRAFIA

Jeanluc GiadimaJ.L Giadima di Maulo (1974) vive a Milano, trasferito da Napoli dove si laurea in economia. Artista self-taught con una visione chiara della realtà che osserva, lavora con una carriera rilevante nella scenografia, nella regia, nella direzione artistica di marchi internazionali, e nell’insegnamento.

Questo background gli offre la possibilità di approfondire e sviluppare diversi filoni nella sua ricerca visiva e cognitiva, con un approccio multidisciplinare.

Nel corso degli ultimi anni, J.L. Giadima, si concentra con sulla composizione di tre corpi narrativi: Cotier le Mimò (2011) (premio miglior sceneggiatura BAFF Film Festival ed.2011)Fiaba (2014) – Rite of Spring (2015).

In corso di stesura: Risotto conserva SaporeEros & EuphoriaPigmalione.

La sua produzione artistica e letteraria è concepita come una indagine sul linguaggio umano espresso ed inespresso attraverso la frizione di temi astratti e figurativi reali, con l’obiettivo sempre presente di indagare l’animo umano, con occhio acuto e puro.


 SINOSSI

 Fiaba (di R. Bon, canta A. Martignoni – Z.d’O. 1960) è la storia di una canzone, quella che ha fatto vincere lo Zecchino d’Oro ad un bambino di 10 anni nel lontano 1960, ed anche la storia di percorsi di vita e sentimenti diversi, che incrociandosi, attraverso un’amicizia che valica tempi della vita, permette di scoprire il senso vero dell’amore.

Seduto al pianoforte a scrivere Fiaba, nel 1958, c’è Bon, il gobbo. Un uomo dall’animo sensibile, che osserva il mondo a distanza, attraverso una boule de neige che gli appare come la lente magica attraverso la quale guardare la realtà, perché ferito dalla vita e rifiutato dall’amore della sua infanzia. Tutto a causa della sua diversità.

Mentre la canzone vince sul palco dello Zecchino d’Oro (Sala Cicogna – Milano), osannata da Mago Zurlì e dalla platea dei Martinitt (i trovatelli milanesi), portando sulla bocca dell’Italia degli anni ‘60 il ‘sogno di normalità’ di un diverso, urlato al tubo catodico dalla voce di un bambino di 10 anni (Attilio) che invece dalla vita ha avuto tutto, Bon abbandona la sala senza godere l’accettazione e il consenso che sta ricevendo il suo sogno e la sua composizione, andando a chiudere la sua vita in una strada buia, sprofondato nella solitudine e nella tristezza.

È così, per dare una nuova opportunità a un’anima delicata, che l’illustrissimo Mozart (Dio dei musicisti), racchiude l’anima di Bon nella boule de neige, unica compagna dell’uomo, che verrà ritrovata, prima nel 1960 da Anubi, bambino anche lui innamorato del suo violino, che accompagna con la sua musica i morti che suo padre, un becchino egiziano, mette sottoterra al cimitero monumentale, e poi nel 2007 da Attilio, in un mondo che ha dimenticato Fiaba.

La canzone e l’anima di Bon tornano a vivere nel presente attraverso il suono della boule, desiderio dell’Illustrissimo di veder compiuto il senso di una vita, che poi è quello di Fiaba, per mezzo dell’incontro tra Attilio, Anubi, e il preside Manzoni, che ideano e mettono in opera il progetto di redenzione dell’anima di Bon, per permetterle quel ‘passaggio’ che gli farà espiare la sua pena terrena: l’e(o)rrore di non aver capito l’Amore.

È in questo triangolo-quadrilatero di amicizia oltre la vita, nelle attenzioni di Attilio Anubi e Manzoni, uniti dal desiderio di sbloccare il nuovo amico Bon dalla sua prigionia, che prenderà forma il progetto di riportare Fiaba al successo, per permettergli di raggiungere le orecchie della sua amata Giulia; il passaggio mancato in passato.

E sarà proprio nella costruzione di quel concerto in pubblico, che lui stesso (Bon) capirà il senso vero dell’Amore, rompendo così il nodo di una vita grigia, che le permetterà di alleggerire il peso della sua esistenza, seppure dopo la morte.

Dove terranno il loro ultimo concerto? Come potranno liberare Bon dalla boule e fare vivere Fiaba di nuovo e per sempre? In un cerchio alla Borges, rientrano in gioco i fantasmi del passato, in primis Bon stesso, il salone dei Martinitt, e tre vite condite di musica e chiamate a suonare di nuovo lo stesso spartito. Allegra, a volte triste, a volte in un adagio, così va la musica e così va la vita in tre capitoli diversi della storia di Milano, di tre personaggi legati per sempre a Bon da una Fiaba.

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