“Il vero cocunero” dei Vecchioni di Mariele

“Il vero cocunero” dei Vecchioni di Mariele

Domenica mattina, ritrovo alle 7 davanti alla fontana zampillante di Piazza Trento Trieste per la trasferta del coro Vecchioni di Mariele a Binago (CO). Siamo stati invitati a partecipare con un Video-Concerto, alla manifestazione benefica “Un tetto per tutti”, grazie alla tenacia del signor Agostino che ci contattò a dicembre. Assonnati ma contenti accogliamo nel piazzale l’arrivo di Fabio (e del suo mega cabaret di paste) con grande entusiasmo e improvvisiamo al Chicco di caffè un coretto di buon compleanno.

Dopodiché ci sistemiamo sul pullman capitanato da Rosario, il nostro autista di fiducia, pronti per affrontare trecento chilometri. Durante il viaggio nessuno di noi può essere pronto all’improbabile mise di Arcibaldo che si mostra fiero della sua canotta maraglia posando agli scatti concitati dei cellulari intanto che Cristiana indossa il suo copricapo rosa portafortuna.

Chiacchiere leggere, racconti assurdi tra i “bene o male” di Paolo, risate, morsi alla crema, al cioccolato, benessere e in un battibaleno siamo già all’autogrill per un caffettino dove al bar si aggira una bella tipa in impermeabile…

Finita la sosta, con un confusionario video di gruppo avvisiamo sui social del nostro arrivo per poi ripartire per il Cine Teatro Moderno.

Dopo altri chilometri, intuiamo l’arrivo a destinazione grazie a un meraviglioso manifesto artigianale che pubblicizza l’evento. Raggiunto il teatro appoggiamo borse e divise per poi sistemarci sul palcoscenico, cercando la disposizione migliore per la prova generale, il momento più delicato che precede un concerto. In questa fase in cui vanno regolati i volumi delle basi musicali, dei microfoni e delle casse, la concitazione corale rallenta e complica e la rottura di una cassa spia è la ciliegina sulla torta. Inevitabile un “contrasto” con il tecnico (marito) che non tollera tutte le mie domande sui disguidi tecnici, compreso il video proiettore che non funziona…
Cinzia, nonostante inauguri il suo battesimo da direttrice è la più serena di tutti, trasmettendoci sicurezza.

Durante la prova mentre accenniamo dei brevi pezzetti ci raggiunge la piccola Beatrice, una delle interpreti del 65° Zecchino d’Oro che avrebbe cantato un brano con noi. Oltre ad essersi preparata seriamente per la canzone, regala a Simonetta un disegno dove, vestite con un abito da sera rosso fiammante, cantano insieme con due cuori volanti. Mentre ascolto la bimba cantare con Simonetta ho una piccola scossa di contentezza, pensando alla musica come a un mastice che attacca in un battibaleno, voci e anime.

 

Finita la prova raggiungiamo in fretta e furia il palasport dove ci accolgono gli organizzatori facendoci trovare il palazzetto apparecchiato per noi. Tutto quello spazio fa uno strano effetto e da un certo senso di liberazione pensare che possiamo riempirlo a modo nostro! Dopo una lunga attesa finalmente arriva il signor Agostino, un signore alto quanto la sua simpatia che per mesi avevo sentito al telefono per organizzare l’evento e si unisce alla nostra tavolata per conoscerci e raccontarci. Risotto e vino saziano fame e sete e alla fine del pranzo festeggiamo con soffi di candeline i compleanni ravvicinati di tre coristi arieti. La giornata di sole è rovente quanto la smania di cantare che di lì a poco soddisferemo, infatti lo spettacolo inizierà alle 15.30.

 

Ed eccoci nei camerini misti del teatro per indossare le divise, truccarci, sfumacchiare una sigaretta (perfetta prima di cantare…) andare nel bagno alla turca con i pantaloni arrotolati e pettinarci tra schiamazzi ed esplosioni di rimmel sulla camicia di Donatella al suo esordio canoro, una sorta di scacciaguai al contrario. Prima dell’inizio non può mancare il rito di Angelina che mi appunta il distintivo quando nel frattempo Giacomo e Claudio escogitano una comunicazione walkie talkie dagli orologi per stupire con effetti speciali…infatti grazie a questo scopriamo in tempo reale il numero degli spettatori in sala e il momento di raggiungere il palco.
Sulle scale prima di disporci, si uniscono mani e intenzioni per il rito portafortuna.

Shhh è ora di stare zitti e fermi dietro alla tenda rossa che ci separa dal pubblico nell’attesa densa mentre uno degli organizzatori esordisce dicendo: “Eeeeeee’ mi dispiace che non siamo tantissimi, la giornata forse non è delle migliori…” un fantastico incoraggiamento che non spegne comunque il nostro entusiasmo.

Inizia il Video-Concerto, inizia il canto, inizia il viaggio che sicuramente in tanti è più coinvolgente ma è pur sempre un viaggio. Cinzia ci dirige gioiosa e rilassata e la musica riempie la sala. Al termine delle canzoni gli applausi sono deboli, quasi impercettibili ma la concentrazione persiste insieme alla voglia di cantare. Nello schermo a fianco al palco scorrono decenni di storia e di storie vissute anche da noi.

Dopo la sigla iniziale, Beatrice e Simonetta cantano insieme Il caffè della Peppina unendo sorprendentemente il passato con il presente e a metà concerto il signor Agostino promuove una riffa (una lotteria con premi che si assegnano mediante sorteggio di numeri). Nella pausa lotteria, mentre sciogliamo le righe rivedo Annalisa, un ex corista che mi aveva promesso di venire e che alcuni riconoscono dopo decenni di lontananza. La tensione sparisce e anche il pubblico pare diverso, infatti nella seconda parte del concerto si scalda, applaude con vigore, canta e partecipa come se le persone fossero diverse.

Durante i brani un corista inventa “un vero cocunero” grazie ad un impappinamento di Volevo un gatto nero, mentre Arci ride coprendosi la bocca… io non credo alle mie orecchie ma soprattutto perché Paolo riesce a proseguire come se niente fosse, dimostrando una professionalità impeccabile, d’altronde non a caso fu proprio lui nel 1964 ad interpretare al 6° Zecchino d’Oro la canzone I numeri.

Ma le sorprese non finiscono e Cristiana rischia di frantumare il microfono con il verso del maiale Nella vecchia fattoria, tanto è l’entusiasmo, lo stesso che pervade il pubblico sulle note di Viva la gente che inaspettatamente viene richiesta come bis!
Infine sull’ultimo brano qualcuno sale sul palco per cantare con noi, compresa Annalisa l’ex corista che ricorda ancora tutte le parole e la figlia di Donatella che le si mette accanto facendola commuovere.

Non ci siamo fatti mancare niente nemmeno il coraggio di Patrizia e Dona che dopo solo due mesi di prove hanno cantato al loro primo concerto, né i complimenti calorosi degli organizzatori che sembrano già essersi affezionati a noi. Ma la vera sorpresa inaspettata accade nel viaggio di ritorno quando Renata non resiste all’acquisto di una rana gigante che le frega il posto in pullman.

 

 

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