ZIZZANIA IN BOTTIGLIA

ZIZZANIA IN BOTTIGLIA

Domenica una bimba del coro è svenuta durante il concerto. Poco prima una mamma era stata sgridata perché voleva dare da bere alla figlia prima di salire sul palco. Se l’è presa e ha alzato un gran polverone. Ha iniziato a dire che “si parla di bambini” e che non ci si può comportare così. Perché sua figlia, quella “disidratata” alla fine del concerto (durato una mezz’ora scarsa) si è accasciata sfinita sulla sedia. Perché se succede qualcosa, la responsabilità è del genitore. Perché dopo l’accasciamento, la stessa bambina era su una giostra di Mirabilandia. Ha criticato il presentatore che ha cercato di sdrammatizzare lo svenimento. Poi ha avuto da dire anche per il cambio divise in mezzo alla piazza, visto che sua figlia ha dieci anni e si vergogna. Ha degenerato parlando di mamme che vanno dalla direttrice o da Daniela a lamentarsi se i propri figli non vengono inquadrati abbastanza durante le riprese televisive. Lei ribadiva di aver chiarito tutto anche se stento a crederlo, osservando il suo rossore quando la direttrice ci passava vicino.
Io ho ascoltato, poi ho ribattuto dicendo che non era così caldo e i bimbi erano sul palco da troppo poco tempo e mi sembrava stesse esagerando. Credo che far parte di un coro significhi anche adattarsi alle decisioni di chi organizza. Il presentatore ha solo sdrammatizzato e non avrebbe avuto senso fermare il concerto. Credo anche che cambiarsi in una piazza “è il suo bello” e che se pretende il camerino, questo coro non fa per lei. È un esperienza di gruppo, condivisione e flessibilità utile anche per noi genitori, sempre troppo premurosi. Le ho raccontato anche della storia del pullman, di quando mi hanno lasciata sola con mia figlia che non stava bene.
Ma ognuno deve “prendere o lasciare” soppesando quanto ci sia di positivo e di negativo.
Io ho scelto di restare e di conseguenza non ho sparpagliato a tutti la notizia come lei stava facendo. Il coro è anche questo.

Francesca Bernardi

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