La sveglia ha suonato alle 5.30 rompendo buio e sonno. Alle 6.45 eravamo pronti per salire sul pullman n° 2 (ogni volta lo stesso dubbio: 1 o 2?!) I bimbi hanno preso subito le loro posizioni, vicino agli amici, in fondo. Io e mio marito a metà e dopo pochi chilometri c’è stata la solita prima tappa davanti al centro commerciale, dove sono saliti gli altri. Eccoci tutti pronti, diretti all’Expo a Milano. Il Piccolo Coro “Mariele Ventre” sarebbe stato l’ospite della festa organizzata da MSC crociere per un’iniziativa charity a favore di Unicef contro la malnutrizione dei bambini in Africa. Durante il viaggio, filato liscio, ci siamo mescolati tra chiacchiere e tablet e arrivati a destinazione, una folla immensa popolava le file degli ingressi. Così dopo aver raccolto i vari zaini e trolley, ci siamo accodati in una fila “staff” che però era uguale alle altre. Poco dopo ci ha raggiunti un’operatrice a ragazza per indicarci la scorciatoia calpestando il prato (con sgridata di un operatore) e tagliare file (con improperi di alcuni presenti) in un marasma generale, mentre alcuni cercavano di infilarsi nel nostro gruppo. Finalmente abbiamo raggiunto i tornelli dove, in fila per due più un accompagnatore, abbiamo avanzato. In tutta quella confusione ho vissuto momenti di panico immaginandomi di perdere i figli (una fissa che ho da quando sono nati…) Dopodichè siamo entrati nell’auditorium,4 5 6 dentro una grande sala con un bel palco e tanti puff multiforme colorati.
Un’operatore della MSC (lo stesso della sigla) ci ha salutato, ringraziato e spiegato che le posizioni durante lo spettacolo sarebbero state: a sinistra la stampa, in mezzo i genitori e a destra lo staff MSC. I bimbi si sono sistemati sul palco nelle loro postazioni (con i vari predellini in legno) per le prove audio mentre noi genitori ci siamo sparpagliati dopo aver appoggiato i bagagli con le divise nel retro. In un angolo riposava la mascotte della MSC… Quindi è partita la scaletta musicale tra uno sbadiglio, una risata isterica e uno sguardo perso, sotto la direzione di Sabrina Simoni. All’una passata ci siamo mescolati nella folla dell’expo per cercare il padiglione Eataly dove avevamo i buoni per il pranzo. Eravamo un gruppo di dodici ma non c’era il tempo per accontentare le preferenze di tutti, così ci siamo infilati nel ristorante toscano. Una mamma ha cercato dei posti per i bambini, nel caos generale, sistemandoli al piano superiore alla bell’e meglio, mentre i genitori aspettavano il loro turno. Ma arrivati alla cassa, i buoni non passavano il codice a barre e i minuti correvano veloci insieme ai crampi della fame. Alcuni genitori hanno cambiato posto, altri si sono intestarditi e alla fine si sono accontentati di prendere gli unici piatti che ci potevano dare, senza poter scegliere altro. Così i bimbi hanno mangiato poco tra lamentele e stanchezza. Ma per fortuna, una mamma previdente ha elargito biscotti, tarallini e altri viveri che hanno accontentato un po’tutti. Un’altra ancora invece ha diviso vari piatti che si era procurata con un’altra fila. Finito il pranzo, purtroppo non era possibile vedere nessun padiglione perché era già ora di tornare all’auditorium mentre i bimbi continuavano insistenti e curiosi con le loro richieste…Ma l’eccitazione è arrivata alle stelle quando hanno intravisto Steven Magician, nome d’arte di Stefano Bronzato, un ragazzo illusionista molto bravo. Zucchetta non si voleva mettere la divisa perché cercava di fare una foto con il mago ma girato l’angolo era già sparito (magia?!) così è iniziata la vestizione da divisa tra scarpe, fiocchi e spazzole. Zucchetto non si voleva cambiare i pantaloni davanti a tutti e Zucchetta faceva la spola con il bagno mentre io cercavo di raccattare i vari pezzi, infilandoli nella valigia. Poi sono tornati nella sala riuscendo a strappare un autografo al giovane mago. Verso le 15.30 sarebbe dovuto iniziare lo spettacolo che ha ritardato di mezz’ora, nel frattempo la sala si era riempita e durante la proiezione di un video di presentazione sulla compagnia MSC, i bambini in silenzio sono saliti sul palco. In fila, uno dietro l’altro, ognuno con il suo stile che si riconosceva al buio. Finalmente hanno iniziato a cantare la sigla “Lo Zecchino siamo noi”, e nonostante qualche problema di microfono sono comunque riusciti a creare la loro speciale magia corale, sempre la stessa ma sempre diversa. Dopodiché il presentatore della MSC (il capo animatori) ha illustrato le ragioni della manifestazione: la prima, che la loro compagnia è attenta ai bambini e alle famiglie, la seconda che MSC collabora con UNICEF grazie alle donazioni dei clienti in crociera. Poi ha presentato il coro spiegando che è ambasciatore di UNICEF Italia, che è la colonna sonora musicale dei bambini da quasi 60 anni e che è un’eccellenza del nostro paese.
Ha seguito la presentazione di Cristina D’Avena che ha cantato quattro brani mentre il coro la accompagnava improvvisando. Hanno seguito giochi di gruppo con indovinelli musicali (che a mio parere andavano fatti prima dell’evento), la proiezione di un nuovo cartone animato (una collaborazione tra MSC e l’Antoniano) di DO RE MI la mascotte della compagnia, la proiezione di un video dell’UNICEF (il fulcro di oggi…dove mostrava la distribuzione di bustine con alimenti e latte terapeutici ai bambini mal nutriti). A seguire, l’esibizione tanto attesa del mago modello, Stefano Bronzato che ha scomposto l’intero coro curioso e protagonista… Infine, dopo un’oretta dell’evento, chiusura del concertino con il “Medley Zecchino”.
Quindi verso le 18 è terminato lo spettacolo ed i bambini hanno rimesso i loro vestiti per un paio d’ore scarse di libertà. Così abbiamo soddisfatto la richiesta di Zucchetta che voleva bere la Coca Cola alla fragola e fare il timbro del padiglione della Francia sul suo passaporto dell’expo.
Quindi dell’Expo posso dire di aver visto solo l’albero della vita e pure da lontano, ma è stata una grande gioia riuscire a fare una foto noi quattro, tutti insieme in un flash di spensieratezza. Infine tra un morso ad un panino e una corsa, i bimbi hanno potuto sfogarsi in un gioco di carrucole nel parco dell’ingresso Merlata mentre noi riprendevamo forze su una panchina. Perché per tenere questi ritmi servono un fisico allenato e grande spirito di adattamento. Ci sono momenti in cui mi domando se tutte queste sfacchinate siano a misura di bambino o ad egocentrismo da genitore ma vince la prima domanda, considerando la miriade di esperienze che hanno il privilegio di vivere. E poi tornando ai pullman, nonostante tutto, loro erano euforici, abbracciati e contenti e guardandoli da dietro mi hanno dato l’ennesima conferma. Inoltre il coro ha senso anche per aver contribuito, anche solo con una goccia, ad aiutare quei bambini che non hanno potuto scegliere il loro destino…Alle 23 siamo tornati a Bologna stremati, con un’altra storia da custodire.
Francesca Bernardi
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