Sabato mattina ero seduta nella prima fila di un bel teatro di Bologna.
Finalmente il piccolo coro Mariele Ventre, aveva un palco consono, ospiti di una meravigliosa iniziativa chiamata: “24 Ore Suonate”. Siamo entrati dall’ingresso degli artisti, passando dietro alle quinte. L’aria che si respirava aveva un odore speciale, l’odore del teatro. Hanno fatto le prove, nella solita tensione pre-concerto. Stavolta c’era anche mio marito che ha allacciato la scarpa a Zucchetto, preso il copri spalle a Zucchetta, osservato ogni mossa e commentato divertito, finalmente coinvolto. La mamma di una bimba era preoccupata per le tempistiche che la bimba doveva avere per un cambio di costume. Quella dietro fumava di rabbia, perché quella era la parte di sua figlia…ho chiacchierato nell’atrio con un papà che parlava di banche, affiliazioni, sponsor, con quel suo modo da spia segreta che ogni volta m’intriga anche se la metà delle cose che mi dice non le capisco…Era come essere ad una festa dove conosci tante persone e hai mille cose da dire. Poi hanno aperto le porte del teatro e le persone si sono sedute. Ancora una volta, l’evento non é stato pubblicizzato a dovere e il teatro era praticamente vuoto. Io provavo una gran rabbia, perché un concerto così era una bella occasione. Hanno cantato egregiamente e si sono presentati da soli con un copione per l’occasione. Prove, studio, tensione per chi? Per noi genitori? É come avere una Ferrari e poterla usare solo in giardino…perché questo coro ha una professionalità che solo chi lo ascolta dal vivo, può capire. Forse continuo a sbagliare ponendomi tutte queste domande…
Francesca Bernardi
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