Umani ritratti

Umani ritratti

Alle 13.15 doveva arrivare con un treno da Barletta ma per riuscire ad essere in orario per andare a prenderlo, avrei dovuto volare dal negozio alla stazione. Così le ali le ha messe mio marito prendendo la macchina e accompagnandomi. L’appuntamento era al Kiss & ride (che nome assurdo…) detto in parole povere, la zona di parcheggio breve in un tunnel senza fine sotto la stazione, dove le macchine possono accedere per una breve sosta e appena arrivati abbiamo visto in lontananza il signor Marchione. Trascinava una grande valigia e un pacco incartato voluminoso che custodiva il suo dipinto. Dopo le presentazioni frettolose per la brutta posizione della macchina in sosta, ci siamo catapultati verso il ristorantino che alle 14 non ci avrebbe più dato da mangiare. L’auto durante la corsa, si é riempita immediatamente di parole, connessioni e risate con quei fili trasparenti che tessono relazioni umane. Al minuto spaccato ho varcato la soglia del ristorante e ci siamo accomodati in una saletta molto intima, perfetta per poter parlare liberamente. Dopo le ordinazioni, Giuseppe ci ha raccontato sprazzi della sua vita, pennellate di esperienze nei colori più svariati con una simpatia immediata che colorava i suoi aneddoti. Dalle selezioni dello Zecchino d’Oro perse per un voto con “Dagli una spinta” all’incontro nel 2016 con Cino Tortorella. E tra un calice di vino e uno gnocchetto, abbiamo scoperto l’arte di Giuseppe, nata all’improvviso, in modo dirompente, cambiandogli la vita. A trentadue anni ha sentito la necessità di dipingere e a trentasei ha capito come, specializzandosi nella ritrattistica senza alcuna nozione d’arte se non teorica, nella sua professione di professore di lettere. Dalle lettere ai ritratti, plasmati con minuziose ricerche dei personaggi da raffigurare per potersi inventare la giusta luce negli occhi e un’identità costruita dalla sua immaginazione. Una vita e una vitalità realizzate attraverso la musica che gli ha permesso di laurearsi cantando da ragazzo in un gruppo – chiamato MT312 (Vangelo secondo Matteo passo 3, verso 12 in cui si parla dell’amore) – e dando ascolto all’impellente desiderio di dipingere, dal niente al tutto, il suo tutto che mette nei suoi ritratti che gli fanno girare il mondo, conoscere persone e vivere esperienze bizzarre, come quella di oggi. Perché alla fine ciò che fa la differenza é l’incontro umano, lo scambio delle proprie conoscenze, il moltiplicarsi delle esperienze. Dopo pranzo abbiamo raggiunto la Fondazione Mariele Ventre portando bagagli ed entusiasmo.

All’ingresso ci ha accolto gentilmente Donatella che ci ha fatto scegliere la stanza più adatta all’intervista, quella con tanta luce e il pianoforte. Così carpetta alla mano ho iniziato a fare domande, leggendo come una scolaretta e questa volta muovendo continuamente la mano. Un gesto inconsulto che riguardandomi mi ha infastidita ma anche fatto capire che ho sbloccato una parte di me, probabilmente grazie al corso di interpretazione vocale svolto lo scorso inverno con Forme Sonore. In un quarto d’ora siamo riusciti a finirla, buona la prima, perché la naturalezza per me é più importante dell’impostazione, soprattutto in questo genere di scambi. Continuo a non piacermi quando faccio interviste ma continua a piacermi farlo. Giuseppe é stato spontaneo proprio perché non aveva voluto che gli anticipassi le domande e immortalare quel momento é stato importante, infatti precedeva la consegna del suo dipinto di Mariele, un omaggio nato su consiglio di Daniele Perini, conduttore (ma non solo) della trasmissione “A tambur battente show” proprio durante le registrazioni di novembre.

Poco dopo é arrivata Maria Antonietta facendo gli onori di casa mentre la parete bianca del suo studio aspettava di essere riempita, perfetta per le misure del dipinto, pronta col chiodo già piantato. Dopodiché abbiamo raggiunto l’Antoniano per la consegna ufficiale dell’omaggio a Mariele e percorrendo via Guinizelli ho conosciuto altri due amici del signor Marchione: il Dott. Garavelli (IL DOTTOR CIRCO) e il suo fedele assistente, Geom. Maimone, due personaggi incredibili che sono stati il punto d’incontro tra Giuseppe e Daniele Perini. Ed é stato singolare scoprire quali intenti e incontri ci siano stati dietro all’omaggio a Mariele. Raggiunta la scuola del Piccolo Coro all’Antoniano, ho sentito forte la commozione dei presenti nel varcare la soglia di un loro mondo immaginato dove la storia, ancora una volta, ne é stata la protagonista. Nella scuola Giuseppe ha scartato il quadro e per l’occasione erano presenti: la signorina Ventre, Fra Cavalli, il M° Simoni con due bimbi in divisa del Piccolo Coro “Mariele Ventre”, il signor Perini, il signor Antonini, il signor Dardari (anche lui con una storia familiare pazzesca scoperta su Gilberto Dardari, la storia della TV) il Dottor Garavelli, il Geom. Maimone, infine io e Carla come rappresentanti dei Vecchioni di Mariele. Sergio Marzocchi ci ha fatto sistemare per la foto di rito (mentre Cavalli ironizzava sulla mia presenza) e subito dopo la Ventre ha ringraziato l’artista, esprimendo con commozione ciò che le aveva suscitato il ritratto di sua sorella: la fierezza lucana dello sguardo dritto, l’umiltà nel far parlare la musica per lei, seguita dalle parole di Giuseppe, visibilmente onorato. Dopodiché la cerimonia ha proseguito alla Fondazione Mariele Ventre dov’è stato collocato il quadro per poi sedersi intorno a un tavolo a chiacchierare spaziando dal ricordo di Mariele all’insegnamento della musica nelle scuole, tra le domande curiose di Daniele Perini e il piacere di raccontarsi dei presenti. Ed è incredibile scoprire quante persone originali, interessanti e vitali esistano nella nostra bella Italia, quella “vera” fatta di microcosmi creativi.

Selezioni Zecchino d’Oro 1967
Giuseppe e Cino 2016
Giuseppe Marchione all’opera
La parete dell’omaggio
Geom. Maimone, Dott.ssa Ventre, Dott. Garavelli, M° Simoni, Fra Cavalli

Infine dopo questi incontri, continuo a pensare che la figura di Mariele abbia un grande fascino nonostante si conosca veramente poco di lei, della sua vita privata, quella rivolta allo studio e alle relazioni. Farei carte false per scoprire come facesse a dormire cinque ore per notte, in che modo si relazionasse con il faticoso mondo della comunicazione, come nascessero le scelte di collaborazioni e brani al di fuori dalla manifestazione dello Zecchino d’Oro, così come gli incontri con determinati ambienti e personaggi. Vorrei tanto conoscere quella Mariele mai scoperta da adulta, quella alle prime armi e quella che ha affiancato Sabrina Simoni, per avere una visione completa che non si fermi alla mia memoria immaginaria e infantile. E questo ennesimo omaggio a lei dedicato da Giuseppe Marchione, é una scintilla, una speranza, un incentivo a continuare a cercare, a scoprire e ad allargare il pensiero, perché se Mariele é stata così amata certamente avrà avuto delle intuizioni, dei doni che ha colto e che sarebbero d’esempio e d’ispirazione.

Ancora una volta sono uscita stremata ma soddisfatta da un pomeriggio particolare e unico portandomi a casa nuove conoscenze e consapevolezze, ancora una volta anche grazie a Mariele.

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