Perché tornar bambino? Molti se lo potrebbero chiedere, se avrete la pazienza di continuare la lettura lo scoprirete. E tu chiamale se vuoi emozioni, e chi non le prova se gli si presenta l’occasione di tornar bambino? Eravamo agli inizi anni sessanta e in casa mia entrò la Televisione, io adolescente o quasi, curioso come mai davanti a questo schermo che ti portava il mondo in casa. Pochi i programmi allora ma in particolare la Tv dei ragazzi e una volta all’anno il festival musicale dei bambini, lo Zecchino d’oro. La genuinità di quelle voci guidate da due mani farfalla che nel panorama musicale oltre alle note insegnavano molto ma molto di più, la passione alla vita, l amore x le cose, quelle mani erano di una fatina che in silenzio cresceva e costruiva una comunità. Mai avrei pensato che un giorno sarei approdato lì, all’Antoniano, dove coltivava il seme della musica e dell’amore. Ma perché tornar bambino? e già; la signora che mi ha chiamato, perché dessi testimonianza ha riacceso quel televisore così lontano e quell’incontro con l’Antoniano. Infatti da quei lontani anni sessanta, con un balzo trentennale arrivai a Bologna e proprio all’Antoniano dove fui accolto da due splendide persone: Padre Berardo Rossi e Fra Giangabriele, il pacato parlare di Padre Berardo e il grande sorriso di Giangabrile. Il mio cuore non aveva fermate, a tutto gas, ma ciò che mi colpì fu che mi accolsero come se ci fossimo lasciati il giorno prima come se mi conoscessero da sempre, e poi l’abbraccio fraterno di Giangabriele. Fu un piacere reciproco conoscersi e subito si instaurò un rapporto fraterno proprio in giorni in cui ancora i muri piangevano la scomparsa di una figura della quale si sentiva la presenza attraverso le parole di Padre Berardo. Questo è quanto ma alla storia manca ancora molto, lo racconterò in “successivo” tempo, già perché tornar bambino non è cosa da poco……………
Enrico Canale
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