Sono entrato in punta di piedi

Sono entrato in punta di piedi

Sono entrato in punta di piedi nell’Antoniano di Bologna con il rispetto per un luogo che avevo visto solo in televisione durante le trasmissioni del concorso dello zecchino d’oro. Il silenzio che ti circonda mentre giungi al teatro è spezzato dalle voci dei bambini che sembrano venir fuori dalle foto in bianco e nero che costellano le pareti dei corridoi; rallenti la tua corsa e respiri per un attimo davanti a quelle pose di un tempo lontanissimo ma ancora così vivo e ti accorgi che il collante di tutte quelle edizioni, di quel mondo infinito di bambini, dei giurati, delle scenografie e del pubblico sempre diverso, è lei: Mariele Ventre. Difficile descrivere una donna che sembrava aver dipinto il sorriso sulle labbra, come le fosse stato lasciato in dono da un pittore che lo immortala su una tela per renderlo eterno. Lo Zecchino e Mariele, un rapporto che ho provato a comprendere in queste settimane trascorse sul set ma che si può solo intuire senza riuscire ad apprezzarne davvero la profonda essenza. Il ritmo delle riprese è stato vertiginoso e spesso mentre tutto si muove intorno ai miei comandi, attendo col cuore in gola quell’attimo nel quale tutto si ferma dopo aver annunciato il “motore”, qualche istante dilatato e dopo il ciak, ogni gesto, ogni frase, ogni canzone… appaiono per quello che sono: parti del racconto, pezzi di storia che tornano dai primi anni ’60 e vengono a farci visita oggi; ecco che mentre tutti sono li in silenzio, inciampo con lo sguardo nei gesti di Mariele e negli occhi attenti dei bambini che la seguono ricambiandole quel sorriso. Stop… o meglio Stop, Stop, ripetuto in rapida sequenza e con un tono che fa capire che era buona e si può andare avanti. Sarà difficile dimenticare questa piccola favola che ci ha fatti tornare bambini per oltre un mese ma forse il messaggio che lei voleva darci con quel sorriso era proprio questo… non bisogna dimenticare quella gioia e quella spensieratezza della nostra infanzia e se oggi a distanza di anni esiste ancora un coro di “Vecchioni” che portano avanti il repertorio di quei brani immortali… significa che i suoi insegnamenti non sono stati vani e che lo Zecchino d’oro avrà una lunga vita di musica e ricordi.

Antonio Silvestre
Aiuto regista

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