SOMMERSA DALLE ONDE

SOMMERSA DALLE ONDE

Ieri pomeriggio ho lavorato nell’ufficio della scuola, al coro. Avevo parecchie ore di attesa, così mi sono messa in pari con gli arretrati. La postazione consiste in un tavolino quadrato, che rimane in fondo, di fronte alla fotocopiatrice. All’interno dell’ufficio c’è un altra postazione con una vetrata.
In genere, la direttrice del coro ci va a telefonare. Ieri l’ho vista, più volte. Sentivo le sue occhiate addosso, proprio lei che di solito le riceve. Forse si è incuriosita nel vedere una mamma in disparte che non le ronza intorno. Non ci siamo mai parlate se non con brevi frasi veloci. Così, ieri, quando entrava e usciva dall’ufficio, lanciava frasi a MissD (Daniela) e io mi limitavo a sorriderle. Poi è venuta a fare una fotocopia e mi ha chiesto che lavoro faccio. Era molto entusiasta anche se le ho subito ridimensionato lo slancio, con i particolari noiosi di ciò che svolgo. Ha voluto capirne i particolari con interesse dicendo che lei, in realtà, non sa niente di noi mamme dei bimbi del coro. A quel punto avrei voluto dirle che ci eravamo già incrociate nei corridoi, tanti anni prima, che ho vinto uno Zecchino e fatto parte del coro per nove lunghi anni. Avrei voluto chiederle di regalare un’esperienza indimenticabile ai miei figli, fatta di tanto canto e poca scena. Avrei voluto spiegarle il mare di emozioni che mi si muovono dentro, anche solo a stare in corridoio e sentire dalla porta, la voce del coro che canta.

Avrei voluto ma non l’ho fatto. L’amore per gli zucchetti ha superato l’orgoglio.

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