Respirare quelle atmosfere che sono parte integrante della tua preistoria, della tua crescita

Respirare quelle atmosfere che sono parte integrante della tua preistoria, della tua crescita

Come riuscire a programmare un bel fine settimana bolognese di metà giugno unendo due eventi interessanti, emozionanti, irripetibili. Il sabato, nel Palazzo di Città, si celebra Virginia Woolf, la grande scrittrice inglese della prima metà del Novecento, con un convegno al quale prende parte la tua carissima e giovanissima amica attrice e scrittrice, autrice e interprete di un originale monologo che unisce la Signora Dalloway con la Penèlope di Omero, quindi il moderno al classico, con felicissimi risultati. La domenica, invece, appuntamento al Teatro-Studio dell’Antoniano, per ascoltare “I Vecchioni di Mariele”, protagonisti di un “docu-concerto”.
Fa caldo, tanto caldo quella domenica pomeriggio. Ormai l’estate è davvero alle porte e devi reggere gli oltre trenta gradi e il sole rovente… ma è solo questione di minuti. Quando varchi l’ingresso del Teatro Antoniano, è come se un pezzo di storia, peraltro assai contemporanea, si aprisse al tuo cospetto. Anche quelle “mura” parlano, anzi, cantano.
Ti pare di rivedere Cino Tortorella, Peppino Mazzullo travestito da Richetto oppure pronto a nascondersi dietro il sipario nero per dare voce a Topo Gigio, gli orchestrali del Maestro Gino Bùssoli, pronti ad accompagnare le verdissime voci. Ecco che, nel foyer, si presenta la deliziosa Francesca, con cui avevi parlato per mesi e che ora, finalmente, vedi e saluti per la prima volta: parte, spontaneo, un sentito e caloroso reciproco abbraccio. Qualche minuto ancora di attesa e poi, finalmente, ecco il tuo ingresso in teatro. La scenografia è quella tipica, ben illustrata e dipinta. La platea aumenta a dismisura con il passare dei minuti. Hai il tempo di scattare qualche foto d’ambiente e postarla su Facebook, anche per mostrarla ai tuoi amici, che hanno una cosa in comune con te: hanno attraversato (molti di essi anche tutte per ragioni anagrafiche) le edizioni più belle ed emozionanti dello “Zecchino d’Oro” ed hanno conosciuto, da piccoli telespettatori, la magia, l’abnegazione, la pazienza e la dolcezza di una deliziosa signorina, Mariele Ventre, alla testa del “Piccolo Coro dell’Antoniano”. E il complesso vocale de “I Vecchioni di Mariele”è frutto di una meravigliosa, stupenda rimpatriata: i bambini di una volta, ormai diventati adulti e magari genitori di altri bambini che non hanno potuto conoscere personalmente Mariele, ma che in Sabrina, colei che ne prende il posto oramai da più di vent’anni, hanno trovato la direttrice di coro ideale, mai dimentica delle lezioni della sua illustre, indimenticabile Maestra.
Finalmente si spengono le luci ed ecco, introdotta dalla base originale di mezzo secolo fa, le voci ormai più mature di quei bambini di un tempo, amati e ammirati in Italia e in mezzo mondo, alle prese con “Zum zum zum”, la canzone di Tonino Amurri e Bruno Canfora che Mina aveva presentato in TV nel 1967, accompagnata dalla Banda della N.A.T.O., e che l’anno dopo, eseguita dai “Cantori Moderni” di Sandro Alessandroni, dal Coro Lirico della RAI di Roma diretto dal M° Antonellini e dal nucleo di quel tempo del Piccolo Coro dell’Antoniano, divenne sigla della “Canzonissima” diretta quell’anno dalla coppia Antonello Falqui-Guido Sacerdote. Il concerto ha inizio… e la pioggia di emozioni anche.
“Sorridi, sorridi !” invita all’ottimismo, ma la tua età non più verde tramuta il senso di questa canzone, diventando un inno alla nostalgia dell’infanzia perduta… e giù lacrime di commozione; “Ciao, amico !”, di Mino Reitano… la sai a memoria, eppure ti emozioni ugualmente per l’attualità di un testo il cui senso qualcuno osa disattendere. E poi… che bello sentire le ormai distinte signore cinquantenni Barbara Bernardi e Simonetta Gruppioni intonare con voce matura e con lo spirito giusto le loro canzoncine di un tempo ! Barbara usa tutta la dolcezza materna possibile di questo mondo nel reinterpretare la “Ninna nanna del chicco di caffè”; Simonetta sciorina la giusta autoironia nell’eseguire la grottesca storia del “Caffè della Peppina”… e ti ritrovi di nuovo bambino, in preda all’inesorabilmente inevaso desiderio di ritornare a vivere quegli anni, respirare quelle atmosfere che sono parte integrante della tua preistoria, della tua crescita, riunirti a mamma, papà e sorellina che invece sono già da tempo di Là.
Bene ! Bravi ! Bis e… Sniff ! ! ! Carissimi “Vecchioni di Mariele”, il vostro Docu-Concerto è stato fantastico e mi auguro che non sia che il primo di una lunga serie da seguire e applaudire, anche con il giusto spazio per un’ineffabile commozione che sapete suscitare nel ricantare certe cose ormai scolpite nel ricordo mio e di molti altri ex-bambini. Ci vedremo senz’altro in seguito e spero di ritrovarvi anche qui in Piemonte, a Chivasso, per un evento che, presto o tardi, la mia Associazione Culturale e l’Assessorato Comunale organizzeranno.
Grazie ! Grazie ! Grazie di cuore ancora ! ! !
Con stima e affetto
Il Vostro Amico
Cesare

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