“pop–OFF” UN DISCO CHE GIRA

“pop–OFF” UN DISCO CHE GIRA

Gira un disco in vinile, con le canzoni dello Zecchino d’Oro, insieme alla storia di Cristina Zavalloni, cantante jazz e performer dalle mille sfaccettature, che ripercorre attraverso la musica. Ritorna indietro di quarant’anni, quando spronata dal papà, cantava canzoni e canzoncine nello studio televisivo all’Antoniano di Bologna con le “Verdi Note” (formazione corale di ex bambini del Piccolo Coro) nelle puntate della trasmissione televisiva “Il sabato dello Zecchino” degli anni ottanta. Lei, che non aveva mai cantato nel Piccolo Coro, era “la figlia del capo” (Paolo Zavallone, pseudonimo di Paolo Zavalloni, cantante, compositore, direttore d’orchestra, pianista, arrangiatore dei brani dello Zecchino d’Oro dal 1989 fino al 2001 e direttore del coro “Verdi Note” tra il 1989 e il 1994, con la consulenza artistica della stessa Mariele Ventre). Cristina, “la prima solista”, un pesce fuor d’acqua che galleggiava contro corrente, dalla parte opposta dei coristi che nuotavano all’Antoniano da sempre. Giorni difficili che, a novembre, si sono ripresentati con la proposta musicale di un amico, un collaboratore: Paolo Fresu, noto trombettista e flicornista italiano. Lui che non conosceva la sua faticosa parentesi adolescenziale, le propone un disco in chiave jazz con le canzoni più famose dello Zecchino d’Oro reinterpretate da Cristina che inaugura una collana della Tuk Music, l’etichetta di Fresu, dedicata alla musica per bambini. Così Cristina dopo una grande risata per il fraintendimento, lascia la decisione al destino pensando che se vinceranno il bando allora lo farà. Mi riferisco al Bando del Comune di Bologna per sostenere nuove produzioni musicali a favore dei professionisti del territorio bolognese, in un momento in cui la filiera musicale è stata particolarmente colpita dagli effetti del Covid.  Il progetto vince il bando e Cristina Zavalloni riprende in mano il passato, liberandosi di un tempo inquieto, proprio attraverso le stesse canzoni che l’avevano imprigionata in uno spazio di “non appartenenza”. Una decisione significativa, condivisa con la figlia Agata di sei anni, che con lei ha riempito casa di canzoni da scegliere per il progetto “pop-OFF”. Segue il processo creativo, la fase “d’innamoramento” dove Cristina studia il repertorio dello Zecchino d’Oro in una full immersion dall’archivio di papà, per scegliere i brani da inserire che si prestino alla sola interpretazione da solista e che abbiano un taglio “nostalgico”, senza stravolgerne la struttura che restituisca un ricordo dell’infanzia, proposto in una veste diversa per tutti: adulti e bambini, figli e genitori. Le canzoni selezionate, che verranno registrate a marzo nello studio della Fonoprint, sono dodici e in fase di lavorazione potrebbero anche cambiare ma al momento sono in vantaggio: Popoff (che dà il titolo al progetto appunto, “pop-OFF”) La ninna nanna del chicco di caffè, Quarantaquattro gatti, Lettera a Pinocchio, Il pinguino Belisario, Il Katalicammello, La giostra del carillon, Il valzer del moscerino, Volevo un gatto nero, Il caffè della Peppina, Il pulcino ballerino, Non lo faccio più.

Cristina ora è pronta anche se l’aspetta la prova del fuoco: ripercorrere la strada zecchiniana ma, questa volta: “non t’arrabbiare papà”, senza te, in studio…

Francesca Bernardi

(La foto in copertina è di Gigi Raris)

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