OVAZIONI O CROCETTE?

OVAZIONI O CROCETTE?

Inizio a credere che la mia è una malattia che mi fa arrovellare troppo sulle cose e po’ più di leggerezza mi renderebbe meno pesante. Forse. Infatti, in questi giorni di Zecchino, ho assistito a un rito al quale non ho voluto partecipare. Prima e dopo ogni puntata, i genitori dei bambini del coro, si dispongono nella scuola, su due file parallele, formando un corridoio. Da qui passano in fila indiana, tutti i bambini, tra urla, applausi e riprese in un’ovazione generale che scompone madri, nonni e chiunque ne prenda parte. I coristi sembrano dei piccoli divi, acclamati dai loro fans. Ma già far parte del coro è una grande soddisfazione e pur ritenendomi la loro fan numero 1 non condivido queste esagerazioni. Approvo il dare soddisfazioni ma diversamente. Credo che un complimento, a porte chiuse, della loro direttrice, sarebbe sufficiente. Poi finisce che cado nella polemica sterile e mi guardo bene da rivelarla ai miei figli …Quando nel coro ci cantavo io, il metro di soddisfazione erano le crocette simboliche che ci assegnava Mariele, aspettandole con impazienza come un bellissimo premio silenzioso.

Francesca Bernardi

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