“Noi invece siamo… i primi 14 bimbi di Mariele”. La testimonianza di Licia Deligia.

“Noi invece siamo… i primi 14 bimbi di Mariele”. La testimonianza di Licia Deligia.

C’era una volta un piccolo coro formato da quattordici bambini: sette femmine e sette maschi che credevano di essere dei pionieri.
Perchè… è sulle loro orme che venne edificato quel ponte, che servì a traghettare, per aiutarlo a diventare famoso, il Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna.

In un lontano giorno del 1961, infatti, i Frati che andavano a dire messa tutti i giorni in due collegi di Bologna, comunicarono ai Superiori degli Istituti, l’intenzione di selezionare insieme al Maestro Bussoli, bambini e bambine perfettamente intonati.
I prescelti, che non dovevano avere più di 10 anni, avrebbero preso parte a una rassegna corale di Natale, che sarebbe passata in televisione.

Nel mio collegio, l’Istituto della Torretta, Suor Maddalena pensò di fare il mio nome: perchè conosceva la mia voce e perchè dimostravo meno dei miei 11 anni. Suor Maurizia invece, che si occupava delle piccoline, fece il nome di mia sorella Carla, di Laura e di Nicoletta. Delle altre tre bambine non ricordiamo i nomi.

Così, in una mattina di sole, dopo avere indossato la divisa della festa, fummo accompagnate nella sala dei ricevimenti, dove avevano già posizionato un pianoforte.
Ci aspettavano Padre Bernardo, il Maestro Bussoli e una Signorina.

Quello fu il nostro primo incontro con Maria Rachele Ventre: ai nostri piccoli occhi apparve, da subito, un istruttrice severa. Infatti, con un piglio deciso e modi autoritari ci fece via via accomodare accanto a lei e ci chiese di cantare l’Astro del ciel, accompagnandoci con il piano.

Nell’ambiente si sussurrava che non avesse digerito troppo bene quell’impegno di formare un minuscolo coro di voci bianche! Le sue aspettative sembravano essere ben altre: avrebbe voluto infatti, diventare una concertista. Eppure, nonostante le sue iniziali resistenze, è poi stata in grado di creare un feeling molto particolare ed esclusivo, con tutti i bimbi che ha “allevato” e, dopo anni, la ricordiamo ancora tutte/i con rispetto, affetto e stima.

Per noi, che cantare era gioia, l’essere state selezionate, era un punto d’onore. Che ci consentiva, fra l’altro, di evadere dalle grige stanze del collegio, dove eravamo intanto, anche diventate “famose”.

In un’Italia, dove nelle attività scolastiche e ludiche, venivano tenuti separati i maschi dalle femmine; dove l’analfabetismo faceva ancora da padrone e leggere era riservato a una ristretta élite, riuscire a partecipare a queste lezioni di canto, in un gruppo misto per giunta, sottolineava un valore. Valore che questi “nuovi” adulti attribuivano a noi “ragazzi”, quali motori possibili di un mondo migliore.

Mariele era severa ma, a onor del vero, il dialogo con noi era sincero. Conquistava la nostra attenzione stimolando il nostro interesse attraverso, per esempio, la comprensione del testo che si andava a cantare. Più volte ci esortava ad essere un gruppo senza protagonisti, per insegnarci a essere umili. E sottolineava sempre l’importanza dell’impegno, del distinguersi nello studio, non per emergere, ma per condividere le conoscenze. Infine, ci dava anche suggerimenti sulla postura da tenere sul palco.
Le buone tecniche di canto che Mariele mi ha insegnato, mi hanno aiutato ad avere una voce stabile e affidabile per tutta la vita. Solo da grande però, mi sono resa conto che il collegio, la scuola, la recitazione e il canto sono stati un grande privilegio. Privilegio che non poteva ancora essere condiviso da tutti i ragazzi.

Così ebbe inizio la nostra piccola, grande avventura. Tra noi, anche un piccolissimo Gianfranco Tonello. Un bambino dolcissimo, con grandi orecchie a sventola che, l’anno dopo, vinse lo Zecchino D’Oro, per la gioia di tutti/e noi. Un ragazzo sfortunato, che è morto molto presto. Mariele gli era particolarmente affezionata.

Per noi fu un Natale magico. Il nostro “trenino color fantasia” che su due rotaie di stelle di argento, portava gli auguri a tutti i bimbi del mondo, l’abbiamo insegnata ai nostri figli, ai nostri nipoti e l’abbiamo cantata tutta la vita. Ma per impararle, quelle due canzoncine, abbiamo fatto lezioni su lezioni per diversi mesi, divertendoci moltissimo.

Spesso ci siamo chieste dove fosse finito il vecchio filmato della trasmissione presentata da un Pippo Baudo giovanissimo.
Laura, forte di una fotografia che la ritraeva proprio in braccio a lui, a riprova che non avevamo sognato, provò personalmente a rintracciarlo negli archivi Rai di Bologna, ma non ci riuscì.

Non più tardi di una settimana fa, rispondo, su faceboox a un post dell’assessore Matteo Lepore:
– Vi ricordate Maria Rachele Ventre? Per tutti… la signorina Mariele?
– Come no! rispondo. È stata la mia prima insegnante di canto. Io ho fatto parte del primo piccolo Coro dell’Antoniano.

Il post viene letto da Francesca Bernardi che, mi contatta immediatamente. La mia risposta, pare non soddisfarla. Non ci sono elementi tali da far credere che, prima di noi dice, ci fosse stato un’altro coro!!!
Problemi suoi, penso fra me e la cosa sembrerebbe morire lì. Poi la svolta.
Nello stesso giorno e dopo ben 58 anni, come per incanto dall’Archivio della Rai esce questo cimelio… che considero essere il grande regalo di Babbo Natale di quest’anno. Ottenuto anche, per gentile intercessione di Maria Rachele Ventre, per tutti la Signorina Mariele.

Vi confesso che, quando l’ho visto, mi sono molto commossa, per via di quei cassetti meravigliosi della memoria, che si sono spalancati.

E tutto è tornato al suo posto:
Oggi è di nuovo il 26 dicembre del 1962 e, sul palco dell’Antoniano di Bologna si registra , in Eurovisione, ”Canzoni Natalizie dall’Europa”.
Presentano due giovani ragazzi: Pippo Baudo e Emma Danieli.
L’Orchestra è condotta dal Maestro Gino Bussoli, un uomo buono e generoso.
Noi invece siamo… i primi 14 bimbi di Mariele.

Che poi il coro si chiamasse o no Piccolo Coro dell’Antoniano, chi se ne frega. È da lì che è partita l’avventura di Mariele… ve lo assicuriamo.

Ancora oggi ricordo con affetto e riverenza sia Lei che Padre Berardo, che ci consentirono di frequentare l’Antoniano ancora e ancora.
Mia sorella e le sue amiche, nella testimonianza che rilasceranno vi racconteranno il seguito.

Signore e Signori grazie per l’attenzione. Ora, se volete, potete anche battere le mani 💙
🎄Deligia Licia

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