Mi avete regalato la vacanza più bella della mia vita

Mi avete regalato la vacanza più bella della mia vita

Ho lavorato all’Antoniano come autore dal 1998 al 2001.
Ho scritto una montagna di roba. Solo per la banda dello Zecchino quasi un centinaio di copioni.
Lo Zecchino D’Oro il primo anno lo scrissi quasi tutto da solo. Lavoravo giorno e notte, poi alle 5 del mattino andavo a casa, dormivo due ore, facevo una doccia e tornavo all’Antoniano. Così tutta la settimana della diretta.
Ricordo fantastici compagni di avventura, senza i quali avrei fatto solo la figura dello sprovveduto: il mio alter ego Fabrizio Palaferri, Giulio Palferri, il gigantesco Siro Merlo e la dolce Sabrina Simoni, il mitico Furio Angiolella, Carmela Lisabettini, Maria Grazia Morino, Stefano Santucci e Gustavo Verde, Ettore Bassi, Annalisa Mandolini, Marco di Buoni e Dario Oppido.

Ettore Bassi e Annalisa Mandolini

Ricordo le favole del Grande Zurloff interpretato dal sommo Giorgio Comaschi. Ricordo le notti passate a scrivere con Ivano Balduini (che si palesava da Roma come un angelo custode) e le brioches appena sfornate all’alba. Ricordo Antonella Tosti, il mio secondo angelo custode. Ricordo Milli Carlucci e Cristina D’Avena, gli sketch per Topo Gigio e le prove con Maria Perego e Peppino Marzullo. Ricordo i progetti folli con Cino Tortorella immaginati sui taxi e le riunioni nello studio di Padre Berardo, io e lui a mediare con la Rai. Padre Berardo sapeva essere severo e distaccato ma mi voleva un mondo di bene e quando me ne sono andato ci siamo guardati con gli occhi pieni di lacrime, senza dirci nulla. Ricordo anche le guasconate da autore: per Nino Manfredi mi sono inventato una pagina di un Vangelo Apocrifo che non esisteva e Padre Berardo fece finta di nulla, mentre per Barbara De Rossi scrissi un breve racconto attribuendolo a una poetessa credo russa: era tardi, mancava un giorno alla diretta, non trovavo nulla sulle mamme che mi piacesse e me lo sono inventato. Ricordo la risata del maestro Zavallone che fu il mio primo sponsor. E ricordo la mensa, tutti insieme, gomito a gomito. Ricordo i bambini sempre perfetti e le Verdi Note per le quali ho scritto un musical. Ricordo anni molto lontani illuminati da una energia potentissima, gran divertimento, tanta tanta fatica e una famiglia, l’Antoniano, che in quanto a scaldarti il cuore vale mille pannelli solari. A tutti quelli che c’erano e a quelli che non ci sono più, ai tanti che non ho citato perché la memoria perde colpi, dico grazie. Ovunque voi siate, con i piedi su questa terra o con l’anima tra le stelle, sappiate che mi avete regalato la vacanza più bella della mia vita.

Francesco Freyrie


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