LETTERA A PAPA FRANCESCO

LETTERA A PAPA FRANCESCO

Ho azzardato una lettera al Papa (appoggiata in pieno da Daniela) allegando il cd dove c’è il brano preferito di Mariele, quello cantato al suo funerale e al mio matrimonio. Lo stesso cd che convinse mia figlia ad entrar nel coro…Stamattina andrò a spedirla.
Ora manca solo un aiutino da lassù o da quel posto dove nasce l’Amore, quello puro e buono.


Ottobre 2014

Carissimo Papa Francesco,
mi chiamo Francesca e sono una moglie e madre, fortunata, di due bambini.
La mia piccola storia è iniziata 42 anni fa nel cuore di Bologna. Ho avuto la grande fortuna di essere cresciuta in due famiglie: la mia e quella meravigliosa dell’Antoniano. Quando ancora ero nella pancia di mia madre, già assorbivo quell’atmosfera speciale visto che mia sorella, di sei anni più grande, faceva parte del Piccolo Coro dell’Antoniano. Così, grazie al dono di una bella vocetta, dai tre ai dodici anni ho potuto entrarci anch’io. Mariele è stata la mia guida con la sua dolcezza e la sua severità. Insieme a lei c’era Liliana, la nostra Liliana. Poi c’erano i frati che sono riusciti a mescolare con sapienza: religione, bellezza, semplicità e modernità. Loro per primi hanno capito che la parola del Signore poteva uscire dalle chiese per poter essere diffusa. Hanno inventato un modo speciale di fare del bene: a chi ascoltava cantare i bambini e a chi ne portavano i frutti, con la mensa per i poveri e molte altre iniziative benevoli. E allora quanti bei concerti ad allietare persone malate, persone anziane, bambini e appassionati. Quanti insegnamenti dentro tutti quei testi a volte frivoli altre intensi! Quante canzoncine orecchiabili così come molteplici canti sacri! Abbiamo attraversato l’Italia e qualche volta fatto viaggi indimenticabili ma sempre e rigorosamente accompagnati dai nostri genitori, formando così un bellissimo gruppo. Il segreto di quella voce così omogenea e riconoscibile era “la grande famiglia” che ogni anno si rinnovava. Cambiavano i bambini ma la voce non mutava. La bellezza di questo coro era nella semplicità di come eravamo trattati noi bambini e nella grandezza con cui esprimevamo la nostra luce. Dopo la morte di Mariele, arrivò Sabrina, una ragazza molto giovane che con grande impegno ed umiltà proseguì nel suo lavoro. Mariele stessa, durante la sua malattia, le diede il passaggio del testimone in una giornata dentro la stanza di un ospedale. Io soffrii molto per la sua scomparsa e certamente non immaginavo che il legame con l’Antoniano non fosse ancora finito. Infatti all’età di nove anni, mia figlia mi chiese di entrare nel Piccolo Coro. Inizialmente rifiutai l’idea per timore di soffrire troppo ma poi il mio dovere di madre e la mia bambina dentro, mi fecero cambiare idea. Non Le nascondo che la selezione fu esigente ma ancora una volta, raccolsi questo dono e addirittura presero entrambi i miei figli. Così sono tornata nella mia famiglia d’infanzia con nuovi parenti e nuove canzoni. Sto vivendo quest’esperienza con grande intensità e sono contenta di aver ritrovato serietà e disciplina negli insegnamenti di Sabrina. La sua assistente, Daniela, accoglie tutte le famiglie e sistema ogni cosa. Anche nella sua dolcezza c’è il segno distintivo dell’Antoniano. Tutto questo solo per farLe conoscere una realtà che continua da quasi sessant’anni nonostante le grandi fatiche che spesso mettono a dura prova il nostro caro coro. L’anno scorso ebbe modo di ascoltare una canzone del coro nella piazza e noi purtroppo ancora non c’eravamo! Sarebbe bello che, come successe a me nel 1979, anche i miei figli potessero ricordare un concerto per il Papa come una giornata di Luce. Sarebbe bellissimo, caro Papa Francesco, poterLe dedicare un concerto con le musiche sacre che sono il vero fiore all’occhiello del nostro coro.

Con sincero affetto

Francesca Bernardi

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