L’ATRIO VUOTO

L’ATRIO VUOTO

Stamattina ho lavorato nell’atrio del cinema, sola, in un tavolino contro il muro nell’angolo.
Ho fatto bene perché ho potuto respirare l’aria delle prove che si respira prima di un saggio. Ho sentito suonare le campane dell’Antoniano che mi hanno portato nuove vibrazioni di un tempo dimenticato. Ho guardato l’atrio vuoto immaginando a come si riempirà stasera. Ho osservato il via vai dei tecnici e degli operatori. Ho ascoltato le voci lontane del coro e mi si sono infilate fin sotto la pelle, durante l’inno d’Italia. Perché l’attesa può essere faticosa ma fa parte della bellezza di ciò che si aspetta.

Francesca Bernardi

 

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