La storia di Michele Erba

La storia di Michele Erba


Dai dai cunta su….dai dai cunta su: Ho visto un ingegnere….ah beh si beh, ah beh si beh

Michele Erba, vengo da Oggiono, provincia di Lecco, ingegnere di 47 anni, sposato e con QUATTRO figli…
Molto bene, che cosa ci fai all’Antoniano allora?
Sono autore di una canzone che partecipa al 60esimo Zecchino d’Oro.
Quindi sei ingegnere e autore di canzoni?
Esatto, e mettici pure anche giornalista visto che mi sto autointervistando.
Dai dai cunta su, dai dai cunta su…. Ho visto un maestro….ah beh si beh, ah beh si beh…
Cominciamo togliendo subito il primo equivoco. Quando sono entrato all’Antoniano, il giorno della prima serata dello Zecchino d’Oro, la prima persona che ho visto mi ha accolto con un: “Buongiorno maestro!”. Ecco, non sono un maestro! Ho conosciuto in questi mesi autori fantastici umanamente e professionalmente coi quali sono davvero onorato di aver potuto condividere questa esperienza. Loro sì sono dei maestri d’arte, io certamente no.
Però vi confesso che neanche per un secondo mi sono sentito fuori posto qui, anzi, allo Zecchino vi prometto già che farò di tutto per tornare.
Dai dai cunta su, dai dai cunta su…. Ho visto un viaggiatore….ah beh si beh, ah beh si beh…
Faccio un passo indietro per spiegarvi questo passaggio che sembra un po’ contraddittorio.
Io ho sempre scritto canzoni, da quando avevo 11 anni, ma la vita e il mio lavoro hanno fatto di tutto per tenermi lontano dalla musica, senza mai riuscirci completamente per fortuna. Ad un certo punto, un paio di anni fa, grazie ad un periodo lavorativamente molto duro e faticoso, che mi ha portato a viaggiare per l’Europa e a stare per lunghi periodi lontano dalla mia famiglia, ho capito che tutto quello che avevo scritto e che stavo scrivendo, per grandi o piccini che fosse, non poteva stare più chiuso tra le mura di casa.
Quando uno, con una canzone o con qualsiasi altro tentativo artistico, capisce di essere riuscito a toccare un livello di sè profondo ed essenziale, di aver in qualche modo fatto emergere il cuore di una questione, quando questo accade, capisce che quell’intuizione, raccontata dalla musica e dalle parole, non è più solo sua. Può parlare a tutti. E’ la magia dell’arte, è quello che c’è in gioco in qualsiasi tentativo artistico alto o scalcagnato che sia. Tutti possiamo provarci, nei modi o nelle forme che sembrano corrisponderci di più. Ecco perché non mi sento fuori posto qui, io ingegnere, in mezzo a questi grandi artisti.
Dai dai cunta su, dai dai cunta su…. Ho visto una pecorella ….ah beh si beh, ah beh si beh…
Si bello, direte voi, ma la tua canzone parla di pecorelle che fanno Beee, di mucche che fanno Muuuu, di cavalli, di maiali e di bambini che non vogliono dormire… Dove la vedi sta profondità, st’ intuizione, sta magggia???
Cominciamo col dire che quando ho cominciato a scrivere questa strana ninna nanna desideravo che i bambini potessero anche urlare, cantando, la loro gioia, far sentire a tutti il rumore della felicità che sanno, loro, molto ben riprodurre. I versi degli animali facevano il caso mio. Ma poi mi sono domandato: qual è il verso del bambino? Quale grido, quale suono, lo rende immediatamente riconoscibile a tutti come bambino, esattamente come lo è il verso caratteristico per ogni animale? È il grido, un pianto se ne esprime l’assenza, che rivendica per sè un legame profondo, un rapporto che è un pezzo di quello che è lui: ma certo è “Papà!” (Funziona anche con mamma in realtà ma di canzoni sulle mamme ce ne sono già un sacco, quindi per favore cantiamola con PAPÀ!).
Il verso del bambino è “mamma”, è “papà”. Per questo la NINNA NANNA DI SUA MAESTÀ è una canzone soprattutto da cantare, tutti insieme, grandi e piccini, genitori e figli.
Detto questo basta parlare. Io, per intanto, mi sto divertendo un sacco, questo Zecchino me lo sto proprio GO-DEN-DO!!! Evviva i bimbi, evviva Francesca e tutte le persone che sto incontrando per cui l’Antoniano è una seconda casa, evviva lo Zecchino!!!! E’ la musica che vince!
E sempre alegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re, fa male al ricco…..

A presto
Michele

 

No comments yet. Be the first one to leave a thought.
Leave a comment

Leave a Comment