La storia di Giuseppe De Rosa

La storia di Giuseppe De Rosa

Salve a tutti! Sono Giuseppe De Rosa ed ho 43 anni.

Sono un compositore, pianista, maestro collaboratore per la danza, direttore di coro e d’orchestra, autore di saggistica come
il “Metodo per pianisti accompagnatori della danza” edito da Suvini Zerboni – Milano,  autore di sonorizzazioni per documentari RAI; autore di musiche da camera, sinfoniche, sacre, strumentali e vocali.
Il mio linguaggio musicale è volutamente trasversale ed è contaminato da vari stili: dalla musica d’avanguardia al Jazz fino a quella elettronica.
Tutto questo è molto bello, entusiasmante e fin troppo “accademico”
ma…
un giorno…per caso (il caso ha un nome, quello dell’amico Carmine Spera) entra nella mia vita il mondo dello Zecchino d’oro!!!
Mi sconvolge e mi stravolge: con la sua spontaneità mette in riga tutto il mio profilo musicale accademico!
E così dal 2012 ho dato una sterzata di semplicità alla mia carriera musicale: ho avuto l’onore di avere un bel numero di brani nel repertorio della rassegna musicale più importante a livello internazionale per quanto riguarda la musica per bambini, lo Zecchino d’Oro, riscuotendo un grande successo e ricevendo grandi soddisfazioni.
La selezione di musiche e testi dedicati al mondo dell’infanzia è durissima, ma nonostante ciò l’Antoniano e lo Zecchino d’oro (55esima edizione) premia  la mia “prima volta” nel corso dell’anno 2012 scegliendo la simpatica canzone “La banda sbanda” (musica G. De Rosa- testo C. Spera) che vince due premi : lo zecchino bianco e lo zecchino blu e alla serata finale si classifica al terzo posto.
Alla 56esima edizione un’altra mia canzone molto dolce dal titolo ”Ninnaneve”  che si ispira ad atmosfere invernali e a paesaggi innevati (musica G. De Rosa- Testo G. Attanasio) costruita su una melodia sognante  si aggiudica 190 punti arrivando al secondo posto e riscuotendo un grande successo: viene apprezzata come una delle canzoni più belle di sempre del mondo dello Zecchino, viene cantata dai cori della galassia dell’Antoniano e da altri cori importanti in tutta Italia.
L’anno successivo, ancora un’altra mia divertentissima canzone dal titolo “Il contrabbasso” (musica G. De Rosa testo G. Attanasio e C. Spera) partecipa alla 58esima edizione: la musica ha un sapore di stampo jazzistico e la canzone viene definita dal critico musicale e grande musicista Renzo Arbore il brano più bello di quella edizione. Inoltre sempre assieme a Gerardo Attanasio firmo anche un altro bellissimo successo in gara sempre nella stessa edizione dal titolo “Resterà con te”: si classifica al secondo posto e viene portato dal  piccolo coro dell’Antoniano diretto da Sabrina Simoni addirittura in tourneè in Cina a Shanghai. Il video animato realizzato dall’Antoniano e dalla Rai Fiction per Resterà con te è stato selezionato nella categoria Film per la TV al prossimo Festival di Annecy ed è l’unica serie italiana in concorso.
Alla 59esima edizione dello Zecchino d’oro arriva la più grande gioia: sono in gara con tre canzoni, dopo una selezione che ha visto arrivare all’Antoniano più di 400 brani: le mie in gara in quest’ultima edizione 2016 sono “Dove vanno i sogni al mattino” (musica G. De Rosa- testo M. Gardini) che ha visto su RAI 1 anche gli studenti del quintetto d’archi del Liceo Alfano 1 di Salerno dove insegno e diretti da me stesso (gioia indescrivibile, stare a dirigere affianco alla grande Sabrina Simoni) in una meravigliosa interpretazione della canzone.
“Per un però” ( musica G. De Rosa- testo C. Spera), viene apprezzata da un altro grande critico musicale Umberto Broccoli ed infine “Quel bulletto del carciofo” (musica G. De Rosa-testo S. Riffaldi) e cantata egregiamente con voce squillante dalla piccola simpaticissima Chiara Masetti, che con 198 voti vince l’ambitissimo primo premio, il mitico Zecchino d’oro, in una sana competizione tra canzoni e non tra bambini.
Questa canzone tratta di un tema molto attuale ed educativo: vuole rendere comprensibile ad un bambino il fenomeno del bullismo ma soprattutto vuole lasciare il messaggio che per contrastare il bullismo occorre unirsi e andare oltre i ruoli. Dietro ad un bullo ci può essere un bambino che usa la prepotenza solo perché è l’unico modo di entrare in relazione che conosce e, quindi, in realtà ha solo bisogno di affetto. La risposta al problema del bullismo proposta dalla canzone è l’inclusione del bambino che si comporta da bullo piuttosto della continua esclusione.
Il brano è divertente e con simpatiche metafore parla infatti di un carciofo, che per affermare il suo potere nel suo orto, se la prende con le verdure più deboli ed insicure: con la cipolla, la zucchina, il ravanello. Le verdurine però si coalizzano e scoprono la tremenda solitudine da cui è afflitto questo carciofo bulletto. C’è anche un lieto fine, dove tutti vissero felici e contenti, iniziando a giocare tutti insieme, perché in realtà il carciofo non è cattivo ma ha solo bisogno di affetto.
Un messaggio che dimostra che non è la prepotenza a vincere e che l’unione fa la forza. Ha vinto la musica, ha vinto l’infanzia con il suo entusiasmo e la sua gioia di vivere, ha vinto un messaggio profondo e moderno: basta poco per trasformare un pianto in un sorriso, è questo il bello dell’amicizia uniti contro il bullismo. Una magia nella magia: lavorare con i bambini e per i bambini non ha prezzo!
Ma non finisce qui: la festa si sposta a Pavullo nel Frignano, nel cinema-teatro Mac Mazzieri dove va in scena una serata dedicata all’interprete della canzone vincitrice dello Zecchino: grande festa per la piccola Chiara Masetti con sorrisi e commozione, dove sono stato accolto come ospite di eccezione e con un calore ed un affetto indescrivibile.
Dedico questa vittoria a tutti i bambini soprattutto i meno fortunati, alla mia famiglia, alle mie figlie, con la speranza che un raggio di sole possa sempre risplendere per tutti i bambini del mondo, lontani dalla violenza e dal bullismo.
Vi saluto raccontandovi che la motivazione che mi ha spinto a scrivere canzoni per bambini è quella di voler ritornare ad un linguaggio musicale semplice, il che, non è affatto facile poiché significa prima di tutto superare i canoni musicali degli adulti unendo la semplicità a spunti melodici sempre orecchiabili, intriganti ma mai banali.
Dopo studi accademici e  percorsi musicali incentrati su linguaggi moderni tra i più disparati subentra infatti dentro di me il desiderio di riscoprire il mondo della semplicità.
Essere semplici non vuol dire assolutamente essere scontati e puerili nel pensiero. Significa evitare la banalità nel trovare il guizzo dell’ispirazione, e nello stesso tempo ricercare  un percorso fruibile a tutti ed in primis al mondo dell’infanzia. In fondo, anche il linguaggio musicale mozartiano presenta (sottolineo con le dovute proporzioni) le stesse caratteristiche di spontanea semplicità, di immediatezza della musica, una musica che in altre parole è piena di “sorprese mai scontate.”

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