“Su vieni qui con noi, su canta insieme a noi… c’è posto qui per te, proprio per te…” il sipario si apriva e le centinaia, a volte migliaia di spettatori vedevano ottanta paia di occhi incollati alle mani sottili e nervose di Mariele, ai suoi grandi occhi attenti a tutto e a tutti, alla sua bocca che ci suggeriva ogni parola, ogni respiro, ogni emozione…. Per me ci ipnotizzava ma non ho mai capito come faceva…
Ciao, sono Carla Boriani e vi racconto la mia vita, sì perché l’Antoniano non è stato una breve parentesi della mia infanzia ma è, a tutti gli effetti, la mia vita. Dal ‘68, da quando avevo 4 anni, lo frequento e a 6 anni sono entrata a far parte del Piccolo Coro. Le mie giornate erano queste: passavo da casa mia dove, essendo tanti fratelli c’era sempre tanta confusione, alla scuola del Piccolo Coro dove trovavo una confusione molto simile, altri fratelli con i quali ridere, giocare, litigare e cantare. Passavo da una mamma severa che non mi faceva passare un brutto voto a scuola, una parolaccia, una risposta sgarbata ma sempre e comunque estremamente presente, a Mariele che non mi faceva passare una nota sbagliata, un sorriso non fatto, una parola inventata ma anche lei sempre e comunque incredibilmente presente. Passavo da un papà dolce ma deciso che troppe volte doveva mediare tra noi figli e la mamma, a Liliana, dolce ma decisa, che troppe volte ha mediato tra noi bambini e Mariele. La mia vita era, oltre alla scuola, casa e Antoniano, Antoniano e casa, un binomio inscindibile… Sono uscita dal coro ma sono rimasta lì, mi sono sposata ed ero lì, ho avuto una figlia e sono ancora qui… Tutte le mattine chiudo la porta della mia casa per entrare in un’altra casa, dove passo le mie giornate con persone che conosco da anni e che hanno condiviso il mio stesso percorso. Due porte, due famiglie, un solo cuore!!!
E come in tutte le famiglie si cresce, si cambia, qualcuno ci lascia, qualcun’altro arriva. Si passano momenti di crisi, di noia, di serenità e di grande amore. La morte di Mariele è stata un dolore immenso, un vuoto enorme che mi ha scombussolata e ho faticato parecchio a ritrovare un equilibrio all’interno dell’Antoniano senza di lei, così come è difficile ritrovare un nuovo equilibrio quando ti muore un genitore. Ma come in tutte le famiglie ci si fa forza a vicenda e si va avanti.
Avrei mille episodi da raccontare, mille ricordi da condividere, mille esperienze da trasmettere ma non voglio annoiare chi mai leggerà questa testimonianza e allora chiudo con due righe del testo di una canzone che ho amato molto, sia perché era bella sia perché cantarla mi dava una grande soddisfazione (urlavo a squarciagola, alla Carlona, come diceva Mariele!) : “l’alba ti porta ogni giorno sogni e illusioni, lo sai. E la tristezza di ieri, oggi speranza sarà…. SORRIDI!!!!!!”
Questo ricordo lo dedico a Marilisa, in arte “Petronilla”. Siamo state nel coro negli stessi anni ma poi ci siamo perse di vista. Qualche anno fa mi ha scritto una mail dove mi diceva: “Ti ricordi che nel Piccolo Coro eravamo le migliori amiche?” No, non me lo ricordavo, anche perché io ho passato ogni istante del mio tempo al Piccolo Coro e fuori con Barbara Brighenti, ma per non dispiacerle le ho risposto. “Sì, me lo ricordo!” E da quel momento è rinata un’amicizia, abbiamo ricominciato a frequentarci. Lei avrebbe potuto scrivere una testimonianza incredibile, piena di dettagli che nessuno di noi è più in grado di ricordare. Era una bambina molto intelligente, è diventata una ragazza speciale…. Ci ha lasciato con una bellissima poesia: SILENZIO.
Adesso però sono certa che stai cantando con noi!!!!!
4 comments
Vania
3 Febbraio 2017 at 23:38…sorridi sorridi, perché fuori c’è il sole! su vieni a vedere, con me nascere un fiore…sorridi sorridi e non scordarti mai che il mondo è più bello se lo guardi insieme a me!…questa canzone era la colonna sonora dei viaggi in macchina con il mio amato papà, anche lui mi ha lasciato troppo presto…leggendo la tua testimonianza sono affiorati tanti ricordi, tanta commozione e un velo di tristezza…ma la vita è “un miracolo d’amore, ma qualcuno non lo sa!”…
Gianfranco
4 Febbraio 2017 at 14:13Una storia come la tua sa lasciare “scintille” che sanno accendere nuovi fuochi che, se pur da lontano possono far riaccendere ricordi sì ma soprattutto speranze per chi quelle storie non ha avuto il privilegio di viverle! fff
Pingback:
Pingback: