Per raccontare cosa rappresenta per me lo Zecchino d’oro avrei bisogno di un libro. Ho quasi 70 anni ma non ho mai perso un’edizione. Ricordo ancora la prima volta che fu trasmesso, mi pare però che fosse in primavera e non in novembre come ora. Allora non c’era la tv in tutte le case per cui andammo da una amica che la possedeva e ricordo tutti noi bambini seduti a terra intorno alla tv rapiti da questo programma su misura per noi. Da allora per me è stato un appuntamento fisso. Poi quando è nata la mia bambina abbiamo vissuto insieme questo momento e grazie ad una sua compagna delle elementari che cantava nel coro abbiamo potuto vivere da vicino la magia che si respira durante questa manifestazione, dove i bambini sono bambini e, per parafrasare ciò che diceva Cino Tortorella, non scimmiottano gli adulti e sono tutti vincitori. Anche ora non mi perdo un’edizione e per la durata della trasmissione ritorno bambina e dimentico tutte le cose tristi di questo mondo perché questa è la magia dello Zecchino.
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