LA SCALA DI MILANO A SALA CESENATICO

LA SCALA DI MILANO A SALA CESENATICO

Quarto concerto dentro un’altra piccola avventura a Sala Cesenatico.
Sabato pomeriggio siamo partiti alle 14.30 con i soliti due pullman e ancora una volta eravamo solo io e Zucchetta mentre gli altri due Zucchi, si godevano un pomeriggio in centro.
All’andata la solita noia impastata con la tensione. Ho sentito mia mamma al telefono e ho discusso animatamente perché speravo venissero al concerto del coro visto che la sera precedente, mio padre aveva lanciato l’idea per poi rimangiarsela. Poi Daniela ha recitato due preghiere al microfono e mi sono sentita custodita, protetta e ridimensionata dalle stupidaggini che mi stavano rovinando la giornata. È spuntato anche un raggio di sole che mi ha fatto tornare il buonumore. Durante il viaggio, ho conosciuto meglio una mamma, una donna molto timida e con un tono di voce ad effetto tranquillante. Dopo poco più di un’ora siamo arrivati in un teatro parrocchiale, di un piccolo paese, dove non c’era proprio nulla intorno se non una scuola materna.
Era molto piccolo e angusto e la prima preoccupazione è stata quella di non poter partecipare allo spettacolo! I bimbi hanno fatto le prove e io ero incuriosita dai metodi della direttrice. Quando sbagliavano, li trattava come piccole persone intelligenti, perfettamente in grado di fare meglio.
Zucchetta era stupenda con i codini e mi divertivo mentre cantava a farla ridere da lontano.
Poi siamo rimasti nel teatro fino all’ora di cena. Lei giocava divertita con le sue amiche e per me era un vero piacere vederla in mezzo a tante bambine! Purtroppo, ancora una volta ho notato la netta divisione tra vecchi e nuovi ma magari più avanti diventerò così anch’io?
Al ristorante mi sono trovata senza vicini di posto, come la volta scorsa e Zucchetta era di fronte, ebbra di gioia, vicina alle sue nuove amiche. Poco dopo, i posti vuoti sono stati occupati dalla direttrice e da Daniela. Ho colto l’occasione per farle vedere la mia foto preferita con Mariele e per raccontarle discorsi lasciati in sospeso: Zucchetto che si comporta da piccolo ma che effettivamente è piccolo; la canzone di cui mi parlava che mi ha rapita (“se per miracolo”); gli effetti “benefici” di Zucchetta, ascoltando il cd natalizio; i commenti sulla confusione scatenata nella sala di fronte; Ma la presenza di Sabrina è difficile da comprendere perché avverto la sua distanza ma anche la sua voglia di compagnia.
Poi essendo in ritardo, ci siamo precipitati in una saletta vicino al teatro per infilare le divise con la cena sullo stomaco. Lo spazio era inimmaginabile ed eravamo stretti come sardine ma è stato divertente riderci sopra, con le mamme giuste attorno. Spruzzavo lacca a destra e a manca, allacciavo scarpe quando all’improvviso sono rimasta a bocca aperta. In quel buco di confusione, c’era anche mia mamma e subito dietro, papà…In quel momento il tempo si è fermato per essere solo per loro e sono esplosa di gioia tra l’incredulità mia e di Zucchetta che già stava pianificando il viaggio di ritorno insieme a casa nostra! Che bella sorpresa! Poi i bimbi dovevano entrare in teatro e fortuna vuole che ci fosse posto anche per i genitori. Così, dalla penultima fila, mi sono goduta lo spettacolo tra mamma e papà, in un salto temporale familiare. Su “Adeste fideles” la commozione è esplosa e quel piccolo teatro angusto e squallido, si era trasformato nella Scala di Milano. Perché condividere una gioia ti fa sentire nel posto più bello. Ci tenevo molto a fargli ascoltare il (nuovo) coro dal vivo, per avere la loro approvazione, infatti sono rimasti stupiti, soprattutto dalla compostezza e bravura di Zucchetta che conoscono bene. Alla fine del concerto, papà ha voluto complimentarsi con la direttrice e Daniela era contentissima di rivederli dopo quasi trent’anni. Infine ci hanno accompagnato al pullman nella notte fredda e nebbiosa ed è stato un gran peccato doversi già separare. Nel viaggio di ritorno qualche chiacchiera con la mamma timida (russa) e l’altra carina.

A casa tardissimo.

Francesca Bernardi

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