Ieri pomeriggio, prima lezione al coro degli Zucchetti.
Ho calcolato che per l’andata serve mezz’ora di macchina e per il ritorno solo una ventina di minuti. Pensavo peggio. Appena arrivati mi sono preoccupata di trovare una postazione per lavorare, collegandomi con il telefono. Zucco mi ha istruita e sono riuscita a collegarmi. Mi sono piazzata sugli scalini usando come scrivania il pianerottolo. Ero molto soddisfatta di ottimizzare quelle due ore di attesa. Le altre mamme si sono sedute sul divano chi a chiacchierare chi a cipollare il telefono. Dopo una ventina di minuti si apre la porta della scuola ed esce la direttrice, chiamando il cognome dei miei figli. “Chi è la mamma di…?” Sbuco trafelata dalla mia postazione e la maestra ci tiene a farmi sapere di non aver mai conosciuto mio marito. Mi chiede se è un musicista! In pratica Zucchetto, che ogni tanto da i numeri, le avrebbe detto che è un’appassionata del suo papà. La mia faccia si è scaldata in un nano secondo mentre in lontananza sentivo il pazzerello ridere. Per tutto il resto della lezione mi sono chiesta cos’altro si sarebbe potuto inventare… All’uscita gli Zucchetti erano pimpanti e gioiosi e si sono portati a casa una bella canzone da imparare a memoria per la prossima settimana. In macchina hanno raccontato di essersi divertiti, soprattutto quando, uno ad uno, hanno urlato con tutta la loro voce il loro nome; forse è per capire la loro potenza. Mah!
È stata bella la sensazione di familiarità nell’atrio, come se dopo tanto tempo fossi tornata a casa di un parente.
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