LA FESTA DELLA MAMMA IN PIAZZA BRÀ

LA FESTA DELLA MAMMA IN PIAZZA BRÀ

Alle 7 è suonata la sveglia e per qualche secondo non ho capito che giorno fosse. Ho svegliato i bimbi e assonnati ci siamo preparati in silenzio. A colazione non potevano mancare i LEGO.. Un’ultima occhiata alla lista e grazie alla mia solita paranoia di arrivare in ritardo, alle 8.20 eravamo già davanti all’Antoniano, pronti per la partenza. Dopo aver sistemato sul pullman il trolley gonfio di divise e scarpe, ci siamo sistemati nelle solite postazioni: i bimbi in fondo ed io nelle prime file con un’altra mamma. Durante il tragitto mi ero portata delle canzoni da ripassare ma alla fine la compagnia ha avuto il sopravvento. Io e la mia compagna di viaggio, sempre agli opposti, come il giorno e la notte…mentre io sgranocchiavo cracker di mais, lei addentava panini alla Nutella! Arrivati a Verona, ci siamo fermati in un grande parcheggio e a piedi abbiamo raggiunto l’Auditorium di fronte all’Arena dove abbiamo appoggiato i vari trolley, borse e zainetti. Poco dopo i bimbi che erano già in divisa, sono andati sul palco per fare le prove della messa. Il sole era scottante ma quest’anno il coro era protetto da una tettoia.

La mia intenzione era quella di fare un giro poi, come ogni volta che iniziano a cantare, non ho resistito e sono rimasta ad ascoltare. Oltretutto mi piacciono molto le prove, quasi di più della stessa esibizione. Seduta di fronte al palco, mi scaldavo di sole e di musica. Verso mezzogiorno e mezza è stata celebrata la messa in piazza Bra, accompagnata dai canti del coro in una veste diversa dalla solita chiesa. La “Lauda a San Francesco” mi ha messo in subbuglio, costringendomi ad indossare gli occhiali da sole. Perché i miei figli sono stufi di vedere la mia fragilità (siamo sicuri che lo sia?) ed io di mostrargliela ma se c’è una cosa meravigliosa del coro sono proprio le emozioni che mi trasmettono ogni volta che cantano. Le loro voci creano questo incantesimo, ancora, ogni volta, mentre Sabrina li dirige. Durante la messa il Mons. Giuseppe Zenti si è rivolto ripetute volte ai bambini e alle mamme con parole affettuose, mantenendo viva la loro attenzione. Dopo la messa abbiamo pranzato in una pizzeria vicina, al Leon d’Oro, finalmente all’aperto. E mentre ero a tavola pensavo che, per quanto sia triste quando esce qualcuno dal coro, è anche bello ci siano sempre occasioni di conoscere persone nuove. Quindi ho condiviso nuovi racconti e nuove voci, pasteggiando tra spicchi di pizza e risate. Una mamma raccontava con fervore le calorie di un bicchiere di coca cola…! I bimbi erano abbastanza tranquilli. Dopo pranzo siamo tornati all’Auditorium dove i coristi hanno cambiato la divisa tra una corsa ed una pettinata. Ed è arrivato il momento che detesto, quello in cui, con la valigia spalancata, si accumulano vestiti, richieste e confusione. Ma si tratta solo di pochi minuti e non mi preoccupo più delle repliche e delle lamentele dei miei figli, perché fanno parte del pacchetto, del mio pacchetto. Ormai ho accettato questo nostro modo di essere agitati…

Poi siamo tornati in piazza Bra per andare allo stand della CRAI dove una ragazza filmava i bambini del coro che cantavano pezzetti o dicevano frasi. Zucchetto era terribilmente imbarazzato. Dopo aver iniziato a cantare, si è accorto di aver sbagliato la tonalità e si è messo a piangere. E in questi momenti perdo la lucidità perché non riesco a capire come mai un bimbo che canta in un coro sia così insicuro. Ero pronta a portarlo via, perché non aveva senso rimanesse in quell’imbarazzo ma la ragazza, con dolcezza, l’ha consolato e distratto. In pochi minuti lui si è ripreso, io meno. Prima del concerto, nelle baracchine circostanti, Zucchetta si è innamorata di un unicorno di peluche…

Nel frattempo vari bambini partecipavano alla prima tappa delle selezioni nazionali del 59° Zecchino d’Oro, sotto agli occhi e alle orecchie vigili della giuria. I miei figli ascoltavano e dicevano la loro opinione che quasi sempre corrispondeva alla mia! Verso le 17.30 è iniziato il concerto del Piccolo Coro “Mariele Ventre” diretto da Sabrina Simoni, presentato dal brillante Marco Lui e Francesca Fialdini, filato liscio come l’olio. L’ho ascoltato dal fondo, in una posizione centrale e durante un momento di una canzone ho teso l’orecchio e mi sono detta che sembrava stessero cantando in playback da quanto l’esecuzione fosse precisa…Le canzoni che hanno cantato sono state:

“BEAUTIFUL THAT WAY”
“TANTI AUGURI ALLA MAMMA”
“MEDLEY TUTTI A TAVOLA”
“NINNA MAMMA”
“MEDLEY ZECCHINO D’ORO”
“LETTERE D’AMORE”
“TUTTI QUANTI ABBIANO UN ANGELO”
“PRENDI UN’EMOZIONE”
“CAMPANE PER L’EUROPA”

La mia preferita, “Campane per l’Europa”, altri non è che Fra Martino in una versione speciale multilingue che risalta gli intrecci delle voci! Poi sono salite sul palco tutte le persone che hanno organizzato l’evento con i vari ringraziamenti e presentazioni. Finale col botto grazie all’anticipazione data da Claudio Zambelli (responsabile delle selezioni dello Zecchino d’Oro da dieci anni) per un concerto che sta organizzando con il Piccolo Coro “Mariele Ventre” nell’Arena di Verona, una sorpresa stupenda…

Una volta che i bimbi hanno raggiunto il palco, mi sono chiesta quali sensazioni provino mentre cantano: se si emozionano o se non ci fanno più caso, a cosa pensano, se provano piacere o se non vedono l’ora di finire. Perché un bambino ha mille pensieri dentro e sarebbe stupendo scoprirne qualcuno. Perché si può anche credere che basti salire su un palco per essere contenti ma non è sempre così, anzi, è proprio in quell’occasione che si cresce. Ogni volta che c’è un concerto si raccolgono esperienze, non solo musicali. Il coro è qualcosa di più di un concerto, di tante canzoni in fila, ci sono anche conoscenze, sguardi, vicinanze, lontananze, responsabilità, fatica, gioia… Molte occasioni di riflessione.

Finito il concerto siamo corsi a cambiarci e a riprendere i bagagli per raggiungere il pullman con quella sensazione di sollievo e soddisfazione che ritorna ogni volta. Durante il viaggio di ritorno abbiamo smangiucchiato parlando a voce un pochino più bassa, stanchi e con due unicorni in valigia…

Francesca Bernardi

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