Jimmy Olsen & Sonny Scott

Jimmy Olsen & Sonny Scott

Ci fu un periodo nella seconda metà  degli anni ’90 nel corso del quale ebbi occasione di vedere più da vicino le attività dei Frati minori dell’Antoniano attraverso la manifestazione dello “Zecchino d’oro”. Collaboravo al TG diretto da Beppe Picca dell’emittente televisiva Rete 7 e attraverso conferenze stampa e servizi si era stabilita una certa relazione anche di amicizia con la storica Lidia De Biase che con costanza, passione e determinazione si occupava dell’Ufficio Stampa dell’Antoniano.

Così mi capitò di far parte di una giuria, formata oltre che da musicisti anche da giornalisti e personalità culturali, che si occupava di selezionare i brani del festival sotto l’attenta osservazione dell’instancabile padre Gabriele Adani.

I miei servizi sul Tg di Rete 7, oltre ad approfondimenti e cronache sul mondo del costume e dello spettacolo, avevano una vena un po’ ironica che si evidenziava maggiormente in quelli realizzati con mio figlio Luca con il quale avevamo inventato due personaggi molto particolari, scalcinati detective giornalisti, che portavano i nomi di Jimmy Olsen & Sonny Scott.  Così, per una edizione dello Zecchino d’oro (credo la 33^ edizione) mio figlio Luca fu invitato a fare parte di un gruppo di bambini che seguivano dal parterre la trasmissione ed alcuni di loro venivano interpellati dalla presentatrice. Ricordo che avevamo stampato dei biglietti da visita con i nostri “nomi d’arte” che davamo in giro anche per promuovere il nostro libro “100 metodi per catturare Babbo Natale” che avevamo pubblicato.

In quella edizione mi capitò anche di assistere ad una prova della trasmissione con Maria Perego ed il suo staff di “Topo Gigio”.  Era presente Giovanni Adamo primo violino del Teatro comunale che ricordo un po’ imbarazzato alle richieste della Perego che gli chiedeva di fare delle stecche. Fare delle stonature, anche se per Topo Gigio, provocava ad un grande violinista come lui grandi sofferenze. Ma erano le regole di una macchina televisiva che andava a mille e dalla quale non si poteva scendere in corsa. Per uno “Zecchino d’oro” sempre all’apice della sua notorietà, accresciuta quell’anno dalla presenza dell’attore Roger Moore che in uno stentato italiano dichiarava il suo amore per lo “Zucchino d’oro”.

Fulvio De Nigris

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